Emergenza rifiuti: due strade per venirne fuori

Emergenza rifiuti: due strade per venirne fuori

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L'immagine di un sindaco di un medio centro costretto a dare una mano, raccogliendo spazzatura, ai pochi operai che lavorano, scortato dalla Polizia, è la prova plastica e vivente di una gestione fallimentare di un servizio essenziale per la città.
Qualcuno mette in risalto l'aspetto della disponibilità del primo cittadino spinta sino alla partecipazione "diretta" alla raccolta, qualche altro mette in guardia rispetto allo sforzo velleitario e forse anche propagandistico del gesto.

Ma è un gesto che fa cogliere in tutta la sua drammatica evidenza l'incapacità di un potere politico ormai vittima del mostro Coinres che ha creato e alimentato, e che però non risolve il problema.

Ed al di là dei velleitarismi dei sindaci, delle critiche spesso demagogiche di una opposizione, (ieri maggioranza), di responsabilità trasversali di tutti i partiti ai vari livelli, e del silenzio assordante sull'argomento di tutti i candidati a sindaco veri o presunti, resta il fatto che nessuno, ripetiamo nessuno, ha il coraggio di indicare le soluzioni per venir fuori da questo "cul de sac".

Le soluzioni sono due e divergenti.

Ed è arrivato il momento che la politica, sindaci e consigli comunali, prendano il coraggio a due mani e, piuttosto che raccogliere qualche sacchetto per la strada, lavorino al percorso da seguire per chiudere questo maledetto imbroglio che si è venuto a creare al Coinres.

E le strade, ripetiamo, sono due, alternative ma entrambe percorribili, se si torna all'assunzione di responsabilità e al coraggio da parte della politica.

La prima strada è quella di dire chiaramente e senza mezzi termini con una decisione supportata dagli organi attuali di gestione del Consorzio e dall'Assemblea dei sindaci, che i comuni non potranno essere mai in grado di reggere il peso delle 180 assunzioni effettuate dalla Temporary, con meccanismi di scarsa o nulla trasparenza.

Senza che qualcuno faccia il furbo; perché questa strada o viene percorsa con coraggio e determinazione da tutti o succede il finimondo.

Dovrebbe essere una decisione consapevole e condivisa, rispetto alla quale nessuno dovrebbe sottrarsi, perché nessuno, né di destra, né di centro né di sinistra sarebbe in grado di gestire ormai la situazione che si è venuta a creare.

La seconda strada è quella di dire: bene, visto che non possiamo mandare gente a casa, facciamoli lavorare sul serio

C'è la raccolta, il trasporto e lo spazzamento, c'è la differenziata, c'è la pulizia di spiagge, verde pubblico, aiuole, vigilanza W.C. pubblici, e tutta una serie di servizi in cui i 150 " destinati" a Bagheria potrebbero e dovrebbero essere impegnati.

Il sindaco, e i suoi collaboratori, visto che vogliono "intestarsi" il servizio, piuttosto, ripetiamo, che raccogliere qualche sacchetto di spazzatura, vadano a prendere per il collo quelli che non fanno nulla, e tirino fuori dagli uffici dove stanno, stretti come sardine, le decine e decine di amministrativi imboscati, uomini e donne, che si portano uno stipendio a casa senza far nulla.

Se vogliono restare al Coinres debbono essere "costretti" a lavorare sul serio, debbono stare sulle strade a lavorare, perché negli uffici non servono, altrimenti si dimettano e se ne vadano a casa.
La comunità non ha nessuna voglia e nessuna possibilità di pagare con la TARSU, stipendi a nullafacenti che si grattano la pancia per l'intera giornata.

Ci consegnino ogni giorno per 365 giorni, questi 150 dipendenti, un paese pulito come uno specchio, ordinato, civile.
Allora sì che un sindaco o un amministratore avrà il diritto di chiedere ai cittadini anche un ormai inevitabile e sostanzioso aumento della TARSU, per un servizio che viene reso al meglio.
Non ci sono altre strade. "Tertium non datur", dicevano i latini.

Ma i nostri sindaci e i nostri politici, sempre così accondiscendenti, tolleranti e comprensivi sapranno fare una scelta di questo genere?