Gentile Direttore, approfitto della sua ospitalità per fare alcune considerazioni su una intervista al signor G.B. Falcone pubblicata sul periodico "L'Approfondimento" circa la contestata mostra dei 4 artisti.
In relazione a quanto dichiarato dal signor G. B. Falcone, esordirò col dire che una persona illuminata e colta, quale lui sostiene di essere, dovrebbe guardarsi bene dall'identificare la legalità con il riconoscere il ruolo delle autorità preposte e operanti nel territorio; un uomo che dice di fare cultura dovrebbe altresì tenere in grande considerazione chiunque prenda le distanze dalla accettazione di quanto stabilito per autorità.
Legalità vuol dire prima di tutto trasparenza e il signor Falcone, in questa vicenda , non può pertanto ritenersi al disopra di ogni sospetto, senza sentirsi in dovere di rendere conto e ragione, non solo a chi solleva interrogativi legittimi e in sedi più che opportune, come può essere ed è una interrogazione presentata da consiglieri comunali, ( che mi pare siano anche questi da annoverare tra le autorità preposte), ma anche a chiunque non sia convinto circa un qualsivoglia aspetto di una determinata questione che coinvolga la cosa pubblica.
Volendo comunque lasciare a lui la filosofia mi concentrerò su aspetti molto più pratici che sono come piace dire al signor Falcone "Sotto gli occhi di tutti".
Ad oggi, non è ancora stata fatta chiarezza su quali siano le altre associazioni di cui siano stati presi in esame i progetti, né quali siano questi progetti, né in risposta a quale bando di evidenza pubblica siano stati presentati questi progetti; eppure il verbale di quella che il signor Falcone definisce "autorità preposta", parla chiaramente di non meglio identificate "Proposte avanzate da varie Associazioni" ( a meno che non spuntino fuori nel frattempo).
Non credo si possa definire poco rispettoso delle autorità preposte, né tantomeno irriverente verso la legalità universalmente intesa, il puro desiderio di una precisazione che era dovuta da parte delle suddette autorità.
Non è nemmeno chiaro come sia possibile che di un evento nel quale, "menti illustri" hanno fortemente creduto, al punto da finanziarlo con un tale cifra in tempi di ristrettezze economiche, non si trovi menzione nel sito web del Museo "Guttuso" e anche su quello del comune non mi pare sia stato messo in evidenza alcuna, per non parlare poi dei giornali locali.
A mio avviso, il messaggio che tale omissione manda al potenziale visitatore, di livello culturale medio-alto e sicuramente "multimedializzato", può suonare comu un "non aver voluto metterci la faccia" da parte del Comune, del Museo Guttuso e mi pare possa ritenersi un buon motivo per non prendere parte all'evento, cosa che è sicuramente avvenuta vista la scarsissima quantità di visitatori.
La riuscita di un evento, e lo sanno anche i bambini al giorno d'oggi, dipenda da un'oculata promozione che non si limita certo a qualche centinaio di manifesti tra Punta Raisi e Cefalù e per di più l'aver trascurato il web come mezzo di propaganda, denota una grossa aridità comunicativa che non è passata certo inosservata.
Va detto inoltre che i tomi editi sinora sono solo tre e non quattro e che aziende grafiche leader nel settore hanno formulato preventivi di spesa relativi agli stessi volumi e alle stesse tirature, che non superano la metà del costo asserito dal signor Falcone, che quindi denota, se non altro, una scarsa conoscenza delle realtà realtiva alla tipografia e alla editoria.
Ben più grave è comunque, il prezzo ritenuto congruo del calco del "Padreterno" (oltre 20.000 Euro), visto che il maestro Giuseppe Mineo, ben noto ai bagheresi tutti e aben più ampie platee per avere realizzato i calchi scenografici per le riprese del film "Baarìa" di G. Tornatore, a Tunisi, ha formulato un preventivo di 2.500 Euro.
Posso andare oltre dicendo da fotografo e da persona che ha realizzato mostre fotografiche, che le spese relative a stampa e cornici di circa 75 fotografie di eguale qualità fotografica e formato rispetto a quelle della mostra del signor Falcone, non possono costare più di 4.000 euro, e comunque non certo 13.000.
Aggiungo che i circa 7.000 visitatori che qualcuno ha dichiarato, secondo me sovrastimando di gran lunga la realtà (visto che sono stato a Villa Cattolica praticamente tutti i giorni di Agosto e Settembre senza mai vedere folle alcune), sarebbero comunque sinonimo di un madornale insuccesso; considerati i costi di 140.000 euro che al netto dei circa 40.000 per i 3 o 4 volumi (cifra comunque, a mio avviso, non congrua) e dei circa 25.000 euro relativi al calco del "Padreterno" (anche questa cifra spropositata), si aggirerebbero intorno ai 75.000 euro, che determinerebbero un costo per visitatore di circa 10 euro, sul quale ogni commento sarebbe superfluo.
Non posso altresì tacere, tant'è che ne ho un'ampia documentazione fotografica, la magra, per non dire penosa, organizzazione dell'inaugurazione (o presentazione ufficiale) del suddetto calco del "Padreterno", costato circa 27.000 euro, che avrebbe dovuto essere una sorta di prologo o di introduzione al "pacchetto culturale" della "celeberrima" ( i più a Bagheria non ne conoscono nemmeno l'esistenza) Associazione culturale presieduta dal signor Falcone, visto che tale mirabile evento ha registrato la bellezza di non più di 30 intervenuti, compresi gli operatori ecologici che provvedevano a sgombrare l'area dalle immondizie, mentre il sindaco introduceva e decantava l'opera e l'iniziativa.
Faceva spicco tra le assenze proprio quella del signor Falcone.
Sarebbe comunque interessante scoprire a posteriori, quanti bagheresi sono a conoscenza dell'avvenuta posa dell'opera.
Se poi volessimo valutare l'aspetto, tutt'altro che trascurabile della cosiddetta "eco mediatica" potremmo asserire con relativa tranquillità che la mostra non ha portato un solo turista a Bagheria; né ho notizia di articoli o servizi giornalistici di significativa rilevanza o che abbiano portato lustro alla città, al Museo Guttuso o a Villa Cattolica.
Mi astengo da ogni commento circa la qualità artistica e soprattutto l'originalità della realizzazione artistica perché da estimatore dell'arte a 360°, voglio lasciare questo aspetto alla soggettività di ognuno; ritengo tuttavia mio diritto come cittadino, e mio dovere come consulente alla cultura, rilevare quelle che, per me sono delle incongruenze sulle quali andrebbe fatta chiarezza, anche in nome di una legalità che non può prescindere dalla trasparenza e al di sopra della quale nessuna Autorità può ritenersi, né tanto meno imporsi.
Angelo Restivo è consulente alla cultura del Comune di Bagheria