Esimio sig. Sindaco, ho esitato un pò prima di scriverLe questa lettera.Mi sono chiesto se fosse opportuno, in considerazione del fatto che sono al momento Assessore regionale, ruolo nel quale, fino a poche settimane fa, mi sono occupato di rifiuti. Mi sono chiesto come sarebbe stato interpretato o strumentalizzato un mio intervento. Ho deciso, però, che non potevo tacere.
Non potevo, non dovevo e, soprattutto, non volevo tacere di fronte ad un vero e proprio sequestro di persona di sessantamila cittadini da parte di qualche centinaio di facinorosi.
Non potevo tacere, soprattutto, alcune indispensabili informazioni delle quali entrambi disponiamo, ma che non sono state sufficientemente diffuse.
La raccolta dei rifiuti si interrompe perchè gli stipendi dei dipendenti del COINRES vengono pagati in ritardo.
Ma perché vengono pagati in ritardo?.
Il problema che impedisce il pagamento degli stipendi ai dipendenti del COINRES deriva esclusivamente dal fatto che i costi del Coinres stessi sono troppo elevati e, dunque, i soldi non bastano mai, a meno di non procedere ad un incremento selvaggio della TARSU ai danni dei cittadini.
È questo il problema più grave che si troveranno davanti, da qui a pochi mesi, tutti i comuni interessati, questa la pesantissima eredità che una gestione disattenta lascerà alle prossime amministrazioni.
Ma perché i costi del Coinres sono troppo elevati? Sono troppo elevati perché ci si è disinteressati delle regole, ponendo in essere comportamenti illeciti che hanno determinato, tra l'altro, un numero di assunzioni ritenuto da Lei e dai suoi uffici assolutamente spropositato, ed il ricorso, di contro, a spese improprie per l'uso indiscriminato di noli a caldo per la raccolta dei rifiuti che tali dipendenti non effettuavano.
Giudice del Lavoro, Guardia di Finanza, Procura della Corte dei Conti, Regione siciliana hanno più volte affermato l'illiceità della gestione, in particolare rilevando assunzioni illecite per circa il 40% del personale ed intimando il ripristino della legalità, fra gli altri, all'Assemblea del COINRES, composta dai Sindaci e nella quale Bagheria ha la quota più elevata e, dunque, maggiori responsabilità.
Addirittura la commissione Bicamerale sulle Ecomafie (Camera dei deputati e Senato della Repubblica) ha dedicato alla gestione del COINRES una specifica sezione nella sua relazione finale del 21 ottobre 2010: si tratta dell'unico ATO cui è stata dedicata una tale attenzione con censure gravissime sulla gestione.
A fronte di ciò, cosa è stato fatto?
Sono stati mandati a casa coloro che non avevano il diritto di avere quel posto di lavoro?
Sono stati mandati a casa quelli che hanno rubato la speranza a tanti cittadini onesti, ma senza santi in paradiso, che avrebbero avuto maggior diritto ad un posto di lavoro?
Sono stati cacciati per tempo quei dipendenti assunti pur essendo strutturalmente vicini o addirittura organici a Cosa Nostra, così come rilevato dalla Commissione bicamerale sulle ecomafie?
È stato mandato a casa chi nel COINRES, rivestendo ruoli di vertice, è stato il braccio armato di questo scempio?
La risposta è no ed, anzi, si è permesso di tenere in scacco l'intero territorio del COINRES, Bagheria da ultimo, impedendo la raccolta dei rifiuti anche a quei dipendenti onesti e perfettamente in regola, che avrebbero voluto lavorare.
Allo stesso modo, si permette che rimangano al proprio posto, con cospicui e immeritati stipendi, gli amministratori del COINRES responsabili, fra gli altri, di avere affidato il servizio ricorrendo ai noli a caldo degli automezzi (con l'ulteriore aumento dei costi ed incremento del personale), affidati a ditte per le quali è stato omesso qualsiasi controllo, in primo luogo quelli antimafia.
Su questo specifico argomento, così si è espressa la commissione parlamentare di inchiesta sulle Ecomafie: "...con riferimento al Coinres, sono state evidenziate sia dal prefetto che dal questore di Palermo alcune importanti circostanze che sono evidentemente spie di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel consorzio."
Tutto questo in diciotto mesi circa è costato alla Regione siciliana e, dunque, anche ai cittadini di Bagheria, oltre 26 milioni di euro di anticipazioni.
Adesso basta. È necessario che tutti i soggetti coinvolti diano prova ai cittadini di avere fatto la propria parte.
Signor Sindaco di Bagheria, mi rivolgo perciò a Lei come Suo semplice amministrato.
Parrebbe che Lei abbia denunciato i disservizi e chi li ha provocati. Conceda, perciò, a tutti noi, suoi concittadini, il privilegio di condividere il Suo civismo ed il Suo senso delle istituzioni.
Pubblichi sul sito internet del comune le denunce o gli esposti che Lei afferma di avere fatto nel corso di questi anni e dove, immagino, siano stati indicati i nomi dei responsabili degli illeciti.
Pubblichi, se esistono, le analoghe denunce che certamente i Suoi collaboratori di oggi o di ieri o i componenti della Sua Giunta hanno presentato alla Polizia di Stato o ai Carabinieri.
Pubblichi le delibere consortili dalle quali risulti il Suo voto contrario e la Sua ferma opposizione nei confronti dei noli a caldo e delle assunzioni illecite.
Faccia i nomi di chi sobilla e minaccia i dipendenti onesti del COINRES, che vogliono lavorare e che sono la maggior parte.
Pubblichi, se esistono, le Sue proposte di trasferimento ad altri distretti del personale resosi responsabile degli episodi descritti.
Si attivi per far sì che la gestione del COINRES torni a condizione minime di legittimità.
Se tutto questo Lei non dovesse fare, necessariamente si dovrebbe concludere nel senso che tutte queste denunce siano state solamente annunciate o che, non contenendo alcun nome o alcun riferimento, siano di una genericità tale da renderle assolutamente inutilizzabili.
In questo caso, tragga Lei le conseguenze.
Faccia comunque una scelta: scelga di tutelare veramente sessantamila cittadini onesti che pretendono di vivere nel decoro e cacci chi ha sequestrato i bagheresi con minacce o disservizi.
Accompagni con la fascia tricolore le forze dell'ordine. Da sole, in questi giorni, e con grande equilibrio, fermezza e professionalità, hanno garantito che gli operatori ecologici potessero svolgere il proprio lavoro, senza che nessuno di quelli che hanno invocato l'intervento dello Stato fosse poi presente quando lo Stato è intervenuto sul campo.
La sua credibilità sarà pari solo al suo coraggio, se ne avrà.
L' autore della lettera aperta è stato Assessore regionale all'Energia e ai rifuti ed è attualmente Assessore regionale alle Infrastrutture