Sono i quattro manager della sanità che con ruoli, incarichi e responsabilità diverse hanno consentito il rimborso di prestazioni non previste nel tariffario regionale,
Beni immobili, titoli, conti correnti, polizze assicurative stipulate ed emolumenti professionali sono stati congelati dai Carabinieri del NAS e dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, in diverse parti d'Italia, ai quattro dirigenti che all'epoca dei fatti ricoprivano ruoli di responsabilità ai vertici dell'ASL 6; di direttore generale, Giancarlo Manenti e Guido Catalano, di capodipartimento, Salvatore Scaduto e di responsabile del distretto sanitaruo di Bagheria Lorenzo Jannì.
Questi ultimi due sono bagheresi.
Manenti e Jannì in sede penale, erano stati anche condannati assieme a Michele Aielo, per la stessa vicenda a quattro anni e mezzo per concorso in abuso di ufficio.
A Salvatore Scaduto è stato sequestrato un agrumeto, a Lorenzo Jannì l'usufrutto di un immobile.
Ad oggi si è proceduto con la notifica di sequestri per due milioni di euro, ma si punta a recuperare l'intera cifra dei 31 milioni di euro.
L'assessore regionale alla Sanità Massimo Russo che plaude all'azione della magistratura contabile e al lavoro svolto dalle forze dell'ordine dichiara:" Il sequestro da il senso compiuto di cosa era la sanità siciliana in un passato neanche troppo remoto. Interessi privati, direttori infedeli e funzionari che non esercitavano i controlli hanno provocato danni di decine di milioni che sono pagati dai siciliani con l'aumento delle tasse. Quiesto è il sistema che abbiamo ereditato."