“Non basterà certo una legge per togliere i rifiuti dalle strade, anche perché, pur avendo io partecipato allo “Zecchino d’oro” (nel 1970 n.d.r), non sono certo diventato il mago Zurlì.” Esordisce praticamente così, in maniera ironica e leggera, il neo assessore Pier Carmelo Russo,
a Palazzo Cutò nell’ambito del convegno organizzato dall’Associazione “Demos”, vicina a Cracolici e presieduta da Orazio Amenta, sul tema: ”Bagheria: voglia di cambiare"
Tantissima gente, politici presenti in maniera trasversale, operatori del settore del riciclo rifiuti, curiosi, amici, presenze singolari ma che si notano, Vittoria Alliata di Villafranca, per esempio. Assieme a Russo, il capogruppo del P.D. alla Regione e il sindaco Biagio Sciortino.
Dopo l’approccio scherzoso il tono cambia, e pur con interpolazioni e citazioni ironiche, colte e scherzose, l’assessore, affonda il bisturi senza pietà su quella che è diventata una cancrena della società siciliana e che deve essere rimossa al più presto: e non parliamo degli ATO in senso stretto, cioè degli Ambiti Territoriali Ottimali, che assieme ai distretti turistici, individuano quelle aggregazioni di comuni che per tessuto economico, storia, vicinanza geografica, mentalità e culture sono molto affini, e che rispetto a certe problematiche, quali smaltimento rifiuti, investimenti per il turismo, aree artigianali, possono e debbono avere una visione comprensoriale.
Parliamo invece dei soggetti , Coinres in primis, che hanno gestito, si fa per dire, il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, gonfiandosi di personale e di costi impropri, sinoa a far rischiare il fallimento dei comuni.
Una figura giuridica informe, il Coinres, in cui i sindaci sono presenti nell’organismo di programmazione o nel consiglio di amministrazione,( con i sindaci che sono addirittura presidenti del Coinres), e poi vanno a firmare contratti di servizio con sé stessi nella qualità di sindaci dei singoli comuni dell'ATO.
Una follia logica e giuridica.
La prima smentita alle notizie circolate in questi giorni, arriva proprio dall’assessore Russo: il Parlamento, nei giorni scorsi non ha abolito gli ATO in quanto tali, ma, cosa profondamente diversa, il “soggetto” responsabile della gestione.
Ma ritorniamo per un attimo indietro: con lucidità e rigore Russo descrive la situazione che si è venuta a creare.
Una imponente emorragia di risorse pubbliche che sta mettendo al tappeto le amministrazioni locali e che, se non si interviene al più presto, inciderà seriamente sugli equilibri economici della Regione. Intervenire quindi, e subito.
Per questo il disegno di legge è frutto, anche di un confronto con tutte le forze politiche presenti nel Parlamento regionale, in cui ognuno ha apportato suggerimenti e correttivi in larga parte accolti, ma l’impianto della legge è sostanzialmente quello che riduce intanto il numero degli Ato rifiuti, lasciando solo a tre città, Palermo., Catania e Messina, la possibilità di avere degli Ato autonomi.
L’Ato individuerà, attraverso una gara pubblica, il soggetto gestore dei servizi per la raccolta, differenziata, smaltimento, spazzatura, lavaggio cassonetti e conferimento a discarica.
I singoli comuni “acquisteranno” presso questo soggetto gestore un “pacchetto di servizi” che riterranno necessari per un buon andamento del servizio rifiuti nei loro territori.
I comuni potranno arrivare alla gestione diretta del servizio , se potranno dimostrare, dopo i primi due anni, che i costi sarebbero inferiori a quelli praticati dal soggetto gestore.
Il personale degli ATO: per la quota che dal gestore verrà ritenuto utile e sufficiente a svolgere i servizi che i comuni commissioneranno, dovrà essere utilizzato dallo stesso soggetto gestore, mentre il personale eccedente (a parte quella quota per cui ci sono contenziosi aperti:), verrà immesso in ruoli speciali ad esaurimento cui i singoli comuni potranno attingere per far fronte alle necessità dell’amministrazione.
E a tal proposito Russo è stato chiaro: "Noi ci impegneremo a conservare i “livelli” di occupazione e non i “posti” che attualmente vengono occupati nei vari Consorzi di gestione".
Come si sa c’è infatti una esuberanza di amministrativi rispetto a quanti sono impegnati nei servizi di raccolta e smaltimento veri e propri.
Poi Cracolici.
Che senza mezzi termini descrive il decennio in cui ha governato Cuffaro un decennio sciagurato in cui si sono poste le basi per lo sfascio attuale, allorchè si è puntato su una patologica espansione della spesa pubblica , per creare il consenso e non lo sviluppo.
E non solo Ato rifiuti, che secondo un calcolo presuntivo per difetto hanno accumulato debiti per oltre un miliardo di euro: ma la Formazione, con i centri formativi passati nel giro di otto anni da una sessantina ad oltre duecento, e la Sanità con le strutture sanitarie convenzionate con la Regione passate, negli anni del "cuffarismo" da seicento ad oltre duemila.
Il rischio non molto lontano è, ammonisce Cracolici, che per dover pagare i debiti di Ato rifiuti, Enti di formazione e Sanità, i comuni saranno costretti come già oggi avviene a tagliare servizi essenziali e vitali per i cittadini.
Anche sul tema dell’energia intendiamo bloccare-aggiunge Cracolici- un meccanismo che tra pale eoliche e pannelli fotovoltaici ha sconvolto il paesaggio siciliano.
Ed è dalla consapevolezza che il tema sul tappeto è il rischio che saltino gli equilibri economici della Regione, che può essere compreso il ruolo del Partito Democratico nei prossimi mesi.
Abbiamo dato sinora - ha concluso il capogruppo P.D. all'A.R.S.- la nostra disponibilità ad avviare riforme serie e profonde, ed è per questo che abbiamo sostenuto lo sforzo dell’assessore alla Sanità Massimo Russo per il contenimento della spesa sanitaria, abbiamo approvato il Piano Casa, e stiamo lavorando alla legge di riforma del sistema dei rifiuti.
A giugno ha aggiunto Cracolici noi saremo o dentro o fuori. Basta "chi zitamenti ammucciuni”.
O fidanzati ufficiali, alla luce del sole, oppure ognuno per la propria strada.
Della voglia di cambiare di Bagheria che era il titolo del convegno in effetti se ne è parlato poco.