L’evento di informazione, dal titolo “Mettere in luce la vita” e dal sottotitolo: “Femminilità a confronto: Convivere al meglio con la malattia oncologica”,
consiste in una mostra ed in una conferenza la cui tematica generale è rivolta al mondo dello psico – socio-sanitario al “femminile”.
Nella giornata in oggetto, prevista per il 6 Marzo nella sede operativa di Villa Santa Teresa, sita sulla Statale 113 Km 246 Bagheria, il pubblico potrà visionare una collezione di fotografie di donne colpite da cancro alla mammella che hanno scelto di lanciare un messaggio positivo e di speranza a chi, come loro, si incammina nel difficile iter diagnostico e terapeutico della malattia oncologica.
I ritratti fotografici, le immagini di oggetti, persone o di luoghi individuati dalle donne per la loro importante valenza affettiva o memoriale, faranno da cornice, inoltre, ad una conferenza sulla “qualità della vita”, con i seguenti argomenti di discussione: Psiche e Cancro: Criticità legate all’essere una donna ammalata di cancro, Discussant: Dott. A. Accursio; Alimentazione e Cancro: Progetto “Diana”, Discussant: Dott.ssa A. Traina; Sessualità e Cancro, Discussant: Dott.ssa L. Serruto; Progettualità e Cancro: alcune associazioni territoriali parlano delle loro iniziative tese all’implementazione di una cultura sanitaria più consapevole ed al miglioramento della qualità di vita della persona in terapia oncologica e/o della persona che, concluso l’iter di cura, deve convivere con la malattia cancro: Discussant: Serena a Palermo; LILT - sezione di Sciacca; Sportello AIMAC Informa Cancro di Villa Santa Teresa.
L’iniziativa si è posta molteplici obbiettivi, quali:
- creare nuove connessioni di idee, immagini e di pensiero sulla malattia oncologica fin troppo satura di significati che rimandano alla morte, angoscia e distruzione, ovvero disaccoppiare la parola cancro da tutta una serie di associazioni verbali e non verbali a carattere destruente, persecutorio e terrifico per confrontarci con la “perdita” in modo diverso, senza volerla per questo allontanare da noi, ma cercando di renderla, questa volta, una “esperienza insatura”, aperta a più significati e, per questo, forse anche più pensabile e piano piano anche più vivibile ed accettabile.
Ciò al fine di combattere alcuni stereotipi e pregiudizi che spesso si accompagnano alla malattia oncologica influenzando negativamente la partecipazione collettiva alle campagne di prevenzione e al fine di aiutare la persona che si incontra con la neoplasia a trovare una nuova rappresentazione di sé che possa dare senso e dignità all’esperienza di malattia che sta attraversando e/o che ha attraversato.
- comunicare al grande pubblico ed alle donne in particolare che la “ferita” inflitta dal cancro alla propria femminilità ed alla propria specifica individualità può diventare anche un’ occasione di riflessione che può preludere ad una crescita personale,(come lo è stata per le protagoniste di questo progetto), un modo diverso di considerare se stesse e la propria visione del mondo, arricchendola di nuovi significati, come per esempio, “il dare meno peso a cose futili riuscendo ad apprezzare maggiormente la vita nella sua semplicità”; “il considerare l’esistenza non in termini di quantità, ma di qualità”; “il potere essere un esempio di dignità anche nella sofferenza per i propri figli”;
-lanciare a tutte le donne colpite da cancro un messaggio forte e di speranza ossia quello che, malgrado la malattia, si può continuare a vivere e a mantenere comunque elevata la qualità della propria esistenza anche grazie ad una rete di associazioni che lavorano in ambito oncologico per ridurre al minimo l’impatto traumatico della patologia sulla conduzione della vita quotidiana.
-sensibilizzare le donne su tutte le forme possibili di prevenzione oncologica (prevenzione del tumore alla mammella e alla cervice uterina) ed in particolare informarle sull’esistenza dei piani di prevenzione regionali e nazionali che consentono alle donne di usufruire di esami diagnostici in totale gratuità.
-sottolineare l’importanza della condivisione dei vissuti sulla malattia oncologica, della solidarietà, di una buona relazione-comunicazione con lo staff curante ed anche della interrelazione/integrazione tra le varie figure che, a vario titolo, si occupano di malattia oncologica.
-attribuire all’evento una finalità di fund raising ossia un’azione di raccolta fondi per consentire alle associazioni partner del presente progetto di portare avanti le iniziative di prevenzione, assistenza e riabilitazione oncologica.
L 'autrice dell'articolo, la dr.ssa Marina Marconi (nella foto) è responsabile del Servizio Psico-Sociale di Villa Santa Teresa