L’intervento sulla cava ovest di monte Catalfano si inserisce nel contesto più complessivo degli interventi di recupero e riqualificazione naturalistica della zona SIC estesa 276 ha.
Tali interventi avviati con un finanziamento POR di circa 4,6 milioni di euro per il parco
, prevedono anche la realizzazione di un Centro di educazione ambientale, appaltato con lavori bloccati da pastoie burocratiche, ed un ulteriore spesa di 1.600.000 euro per il recupero della cava ovest.
“ IL PROGETTO (esecutivo con delibera di Giunta del 24/1/08) PREVEDE LA SISTEMAZIONE DELL’AREA DELLA CAVA DI CALCARE DISMESSA MEDIANTE L’ACQUISIZIONE DELLE AREE, LA MESSA IN SICUREZZA DELLE PARETI, LA REALIZZAZIONE DELLE OPERE NECESSARIE PER IL PARZIALE COLMAMENTO CON TERRE E ROCCE PROVENIENTI DA SCAVI, LA FORMAZIONE DEL RILEVATO E LA SISTEMAZIONE FINALE DELL’AREA.
L’AREA DI CAVA SARÀ SOGGETTA A INTERVENTI DI BONIFICA E CONSOLIDAMENTO CHE PREVEDONO IL RECUPERO DEL SITO MEDIANTE IL SUO UTILIZZO PER LO STOCCAGGIO DI TERRE E ROCCE PROVENIENTI DA SCAVI.
ATTRAVERSO LE OPERE DI RISANAMENTO AMBIENTALE, MIRATE SOPRATTUTTO ALLA REALIZZAZIONE DI CONDIZIONI FAVOREVOLI ALLA SOPRAVVIVENZA E AL NATURALE SVILUPPODELLE FORME DI VITA CARATTERISTICHE DEL LUOGO, VERRÀ ANCHE REALIZZATO UNO SPAZIO GRADONATO UTILIZZABILE IN OCCASIONE DI MANIFESTAZIONI ALL’APERTO.”
Nello stesso contesto, in area prossima a quella del parco è previsto il recupero di altre due cave e la realizzazione di un impianto polisportivo nell’ambito del quale sono stati stralciati “GLI INTERVENTI PER ILRIPRISTINO AMBIENTALE E LA MESSA IN SICUREZZA DEL SITO, LA REALIZZAZIONE DI UNA PISCINA COPERTA E DI UN PARCHEGGIO”.per una spesa prevista in 5.880.000 euro, approvato dalla giunta il 18/12/08.
Tale infrastruttura è compresa in un’area più vasta, che prevede anche la cava più a valle e si spinge a ridosso di villa Rammacca, individuata dal PRG come “Ambito soggetto a progettazione unitaria o concorso di progettazione”
Ai margini del parco è in corso di definizione, da parte di privati, il recupero di villa Rammacca per un suo riuso di tipo turistico.
L’ambito di cui sopra si configura quindi come privilegiato per l’allocazione di servizi turistico ricettivi che rappresentano il presupposto economico essenziale per una organica valorizzazione dell’area.
Sul versante di S. Flavia, sempre sul monte Catalfano si trova la più famosa area archeologica della provincia di Palermo, quella di Solunto.
Se consideriamo villa Rammacca la porta di accesso a questo importante polo naturalisto-culturale e di servizi metropolitani, a meno di un chilometro, in linea d’aria ritroviamo villa Cattolica, la stazione ferroviaria e Palazzo Cutò, villa S. Cataldo e le cantine Corvo, la clinica villa Eleonora, ad una distanza di poco superiore al chilometro , la frazione di Aspra, il campus dell’istruzione superiore, con l’ITC, il Liceo Scientifico, il Palazzetto dello Sport e le infrastrutture sportive del comune di S. Flavia e gestite da privati.
L’area è servita dalla SS 113 e dalla linea ferroviaria a doppio binario, ormai configurata come metropolitana di superficie e si configura quindi come un polo di servizi per il turismo culturale e naturalistico, nonché per la domanda di nuovi servizi qualificati alla persona in ambito metropolitano.
Un ragionamento più generale lo abbiamo sviluppato in un scritto del luglio 2007, pubblicato col titolo “Appunti per il Piano Strategico di Bagheria”, per coerenza col tema dell’incontro qui vogliamo estrapolare il ragionamento sull’ ambito territoriale specifico
In quello scritto accennavamo all’opportunità offerta, per villa Cattolica, dal recupero del mulino Cuffaro e della Sicilcalce, collegabile nel contesto dei lavori di chiusura del passaggio a livello e di riqualificazione degli immobili nell’ambito del progetto Grandi Stazioni, con l’altro ambito Stazione - Pal. Cutò – IPIA - ex magazzini di agrumi, un intervento prefigurato dal PRG che porterebbe alla costituzione di uno dei più grossi contenitori di servizi culturali d’ambito metropolitano, un polo agganciato al resto della città da un nuovo sistema di mobilità ecocompatibile.
Parlavamo del polo sanitario d’eccellenza, da sostenere con la completa realizzazione del progetto Clinica Villa Santa Teresa (polo oncologico col M. Ascoli) integrato col recupero di Villa Maria Cristina per la sperimentazione della Casa della salute.
Ambedue ipotesi da noi sollecitate in un recente convegno all’ITC, sembrano ormai nell’agenda dell’assessore regionale alla sanità Massimo Russo nell’ambito della politiche di riorganizzazione della sanità regionale.
Rilanciavamo l’urgenza della realizzazione della barriera frangiflutti (con progettazione esecutiva) e di una ulteriore intesa, con la gestione commissariale, per fare dell’area ex oli Eros il retroterra turistico ricettivo della progettualità legata alla nautica da diporto, da integrare con percorsi di turismo enogastronomico concordati con la Corvo.
Riprendevamo l’idea della precedente amministrazione di costruire un vero e proprio itinerario dei beni confiscati lungo la costa (da villa Pastoia alla Vignazza) da affidare ad associazioni ONLUS per l’allocazioni di servizi dedicati al turismo sociale e giovanile nonché di elementi per la ricostruzione della storia del “grande mandamento”
Per questo riteniamo che il redigendo PISU, che dovrà essere elaborato sulla base del Piano Strategico, alle realizzabilità del quale abbiamo dato un grosso contributo, dovrà dedicare particolare attenzione a quest’area, così come riteniamo che l’Assessorato all’Industria oltre a considerare il finanziamento del recupero della cava debba, in sede di Commissione di valutazione dei PISU-PIST (che dovrà essere definita entri il 15 dicembre), dedicare particolare attenzione alla progettualità che sarà inserita con riferimento al contesto specifico.
L’asse 6 prevede una spesa di circa 550 milioni di euro per finanziare i PISU-PIST relativi alle 28 aggregazioni territoriali individuate, distribuiti in 20 linee d’intervento, altri 500 milioni circa sono recuperabili dagli altri 6 assi con altre 40 linee d’intervento riconducibili ai PISU-PIST.
Si tratta di oltre un miliardo euro da dividere alle 28 aggregazioni territoriali, attorno a 35 milioni per PISU-PIST, ai quali può essere aggiunto un importo analogo proveniente dai fondi jessica, ulteriori fondi FESR,FSE, FEASR, nonché i fondi PAR FAS.
Bagheria può realisticamente predisporre un PISU tarato su almeno 50 milioni di euro di spesa , analoga spesa può essere programmata per gli altri 17 comuni del PIST, tale Piano dovrà essere presentato entro il 31 genn. 2010 e definito entro il 28 febbraio, entro luglio dovrà essere conclusa la procedura con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma che finanzia il piano.
Tutto ciò necessiterà di un’adeguata animazione territoriale, una concertazione con altri enti, col mondo associativo, coi privati; pensiamo ai regimi di aiuto, così come all’utilizzo dei fondi jessica-BEI, che potranno utilmente integrare i finanziamenti conto capitale con operazioni di partecipazione al capitale di rischio, nel recupero e riuso dei beni culturali, nei servizi turistici per la fruizione della costa, nel recupero e riuso del patrimonio esistente.
Di questa animazione, di questa concertazione si è viso ben poco, comunque non è mai troppo tardi!
Memori della bocciatura del PIT, bisognerà fare bene ed in fretta, il finanziamento, la sua qualità e quantità dipenderà dalla qualità della progettazione che potrà avvalersi della collaborazione col FORMEZ e dell’esperienza di Metropoli Est, la procedura negoziale imporra una buona capacità di relazione con la Commissione di valutazione e più in generale una visione unitaria del percorso.
Non vogliamo nasconderci qualche dubbio, vista anche la fallimentare esperienza della gestione associata della raccolta e smaltimento dei rifiuti (COINRES), i notevoli ritardi nella definizione del progetto della zona artigianale di Aspra, che molto probabilmente determinerà il de finanziamento dell’opera e la mancata approvazione della delibera di riapposizione dei vincoli , che langue da due anni all’OdG del Consiglio, rendendo i progetti, nella sostanza, privi di conformità urbanistica.
Come sempre, nell’esclusivo interesse della città, speriamo che il nostro pessimismo sia smentito dai fatti che si succederanno nei prossimi 6 mesi.