Sono arrivati in centinaia, e non solo bagheresi, ma tanti, tantissimi provenienti da Palermo e dai centri della provincia: e di questo occorrerà anche tener conto quando si andrà a programmare l’attività del Museo Guttuso, che è oggi un riferimento che va largamente al di là di Bagheria.
C’erano una marea di giovani, c’erano le famiglie con i bambini piccoli, c’era la politica, c’era la cultura, c’era gente che forse per la prima volta entrava a Villa Cattolica.
Ad occhio oltre cinquecento persone per il “combinato disposto” di diversi fattori: c’era la presentazione del volume" I ragazzi di Via Sant'Angelo,15", sulla storia del circolo “l’Incontro”, c’era Peppuccio Tornatore che del circolo fu cuore e anima, muscoli e cervello, assieme a Mimmo Aiello, a Biagio Napoli, a Stachino Cilea, a Paolo Di Salvo, a Michele Toia, ad Agostino Puleo, e a tanti, tantissimi altri.
C'era anche la curiosità di vedere il nuovo allestimento del museo
Partiamo dall' Incontro.
Nel nome, “Circolo l’Incontro”, c’era tutto lo spirito che animava quei ragazzi di allora: non più collettivo, cellula o sezione,nomi che evocavano schieramenti ideologici e settarismi, ma centro culturale e sociale che consentisse di superare divisioni che allora erano forti e steccati che erano alti.
L’attività del circolo si sviluppò, così come hanno ricordato gli intervenuti, soprattutto nelle proiezioni cinematografiche, ma all’Incontro si parlava di tutto: di film, di problematiche sociali, di contraccezione per esempio, con un giovane ginecologo da poco ritornato a Bagheria dal Veneto, il dr. Onofrio Di Quarto, in un saloncino stipato di donne oltre l’inverosimile.
Fu all’Incontro che ci riunimmo a caldo dopo l’assassinio di Pasolini e quello di Aldo Moro; fu all’Incontro appena qualche settimana prima del tragico 30 Aprile 1982, che Pio LaTorre venne a Bagheria per l’ultima volta per parlare di mafia e “scafazzo.”
Ieri c’era, dicevamo, Peppuccio Tornatore, che ci ha detto finalmente che “Baarìa” uscirà alla fine di Settembre (Festival di Venezia?), e ha lasciato intendere che la città di Bagheria entrerà in qualche modo negli eventi della “prima”.
C’era il nuovo museo infine con il nuovo allestimento delle opere guttusiane, il padre agrimensore, gli autoritratti, e le rappresentazioni di Franco Angeli, Le donne nella stanza vanno e vengono, i pezzi più pregiati; ma ci sono i paesaggi di Quattrociocchi, una intera sala ospita la donazione della figlia, e i ritratti di Tomaselli, e le opere di Pina Calì e Silvestre Cuffaro, i quadri di Nino Garajo ( un grande che purtroppo non ha avuto da Bagheria i ricoscimenti che avrebbe meritato), qualche anno fà donati dal figlio Libero.
Ma la scelta veramente coraggiosa della direttrice, Dora Favatella Lo Cascio, è stata quella di dare spazio e non solo nella esposizione fotografica del 2° piano, a giovani artisti, da Bonomolo alla Cusenza.
Anche Arrigo Musti, dopo i prestigiosi ricoscimenti in campo internazionale, trova adeguato spazio nel Museo Guttuso.
Presenti tra gli altri, il prefetto Giancarlo Trevisone, il direttore del “Giornale di Sicilia” Giovanni Pepi, il presidente della Provincia, Giovanni Avanti e poi Adele Mormino già sovrintendente e oggi direttore generale ai Beni Culturali, il rettore dell’Università di Palermo Roberto La Galla. Tra i politici anche Tonino Russo, vicecoordinatore regionale del P.D. e Antonello Cracolici, Franco Piro.
E’ un grande complesso monumentale ed un grande museo quello di Villa Cattolica, però sia pure in una giornata che credeteci è stata straordinaria per tanti aspetti ha mostrato limiti gravi e impreparazione nell’organizzazione.
C’era da attendersi la partecipazione di almeno duecento-trecento persone: ne sono arrivate più del doppio.
Occorreva predisporre almeno dei gazebo per riparare la gente dalle folate di vento e pioggia, o si poteva pensare ad una proiezione simultanea a circuito chiuso negli altri spazi disponibili, che non sono pochi.
Peccato che una occasione così bella e straordinaria sia stata offuscata da questa accoglienza così inadeguata e approssimativa.