La notizia l'hanno data qualche giorno fa i “media” nazionali, e se la riferiamo è perché sia pure indirettamente ci tocca, ma soprattutto ci riporta ad un discorso più generale cui abbiamo accennato in altre occasioni, e cioè quello di bagheresi o comunque originari del nostro territorio che si fanno onore.
Ad occhio, credeteci, sono decine e decine i nostri concittadini che in Italia e all’estero occupano ruoli di grande responsabilità e prestigio.
(Foto copertina, il dr. Pietro Caltagirone direttore generale del Policlinico San Matteo di Pavia ed il prof. Mario Viganò direttore della Cardiochirurgia).
Peraltro pensiamo, nel futuro, di farvene conoscere più da vicino qualcuno attraverso le pagine del nostro giornale.
Ed è questo progressivo e inarrestabile “depauperamento” di risorse intellettuali, accentuatosi negli anni, che rende più fragili e precarie le opportunità di un rilancio non solo della nostra economia, ma più in generale della nostra comunità.
Quanto diciamo non è nuovo, ed ha trovato proprio su queste pagine, qualificati apporti e approfondimenti.
Ma torniamo alla notizia.
Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha presenziato alla firma che pone la Regione all’avanguardia nel mondo per quanto riguarda il trattamento e la cura in Italia di patologie cardiache particolarmente gravi e rare.
Infatti è stato firmata una intesa tra il Policlinico San Matteo di Pavia e la John Hopkins University (Baltimora)), che prevede lo scambio di esperienze e conoscenze oltre che di equipe operatorie su una serie di temi che vanno dalla diagnosi clinica, agli interventi e alla cura di malattie genetiche cardiovascolari.
Detto per inciso la John Hopkins, è uno dei più importanti centri al mondo che vanta una esperienza e una straordinaria tradizione cardiovascolare clinica e scientifica, potendo annoverare dal 1933 ad oggi tra i propri docenti di medicina, chimica e fisiologia ben 15 premi Nobel.
Altri importanti protocolli di collaborazione per la ricerca sono stati siglati dal Policlinico San Matteo con la Irvine University (California ) per lo studio di malattie mitocondriali, e con Edwards Lifesciences LLC leader mondiale dei dispositivi impiantabili in chirurgia cardiovascolare.
Il motivo per cui riportiamo la notizia, è quello, se vogliamo campanilistico, che il direttore generale del Policlinico San Matteo di Pavia è un bagherese, cresciuto a Porticello, il dr. Pietro Caltagirone.
Il dr. Caltagirone prima di dirigere il Policlinico San Matteo di Pavia, una delle più prestigiose strutture di ricerca, didattica e clinica in Italia nel settore elle malattie cardiovascolari, è stato direttore generale dell’Ospedale “Niguarda Ca grande” di Milano e dell’Ospedale di Lecco.
Subito dopo la laurea in medicina, nella metà degli anni ’70 il dr. Caltagirore emigrò a Milano iniziando la sua carriera nella medicina pubblica, come semplice medico al carcere di San Vittore, e che lo ha portato negli anni a ricoprire incarichi di grande prestigio e responsabilità.
Intorno alla metà degli anni ’90 fece una breve esperienza a Palermo come direttore amministrativo all’Ospedale “V. Cervello” a Palermo, e di lui si parlò come possibile assessore regionale "tecnico" alla Sanità nel primo governo Cuffaro nel 2001. Allora gli fu preferito uno dei più longevi “baroni” universitari di medicina, il professore Ettore Cittadini, che nella sanità privata aveva ed ha corposi interessi.
Da noi interpellato il dr. Caltagirone si è detto “orgoglioso per l’accordo raggiunto, al quale lavoriamo da tempo, in particolare quello con la John Hopkins University” ed ha poi aggiunto:
“Questo accordo prevede la presenza al San Matteo di Pavia di equipe operatorie che verranno dagli U.S.A. e che formeranno i nostri chirurghi nel trattamento di forme gravi e rare di cardiopatie genetiche; per molti pazienti significherà di avere la possibilità di essere adeguatamente trattati in Italia.”