Piersanti Mattarella e l’ “Autonomia differenziata”- di Manlio Schiavo

Piersanti Mattarella e l’ “Autonomia differenziata”- di Manlio Schiavo

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In questo articolo (1) proponiamo, in sintesi e sotto forma di intervista immaginaria, alcune riflessioni di forte spessore politico di Piersanti Mattarella, nobile e non dimenticabile Presidente sui temi dell’autonomia regionale e della “questione meridionale”, riflessioni che appaiono di rilevante attualità, proprio in riferimento “ex-ante” al disegno di legge dell’attuale Governo che ha introdotto la cosiddetta “autonomia differenziata”.

Ritroviamo, così, un’ulteriore autorevolissima voce critica - da aggiungere a quelle tante altre che nell’oggi si levano ad opporsi a questo inaccettabile progetto governativo – di un politico siciliano, di spessore nazionale, meridionalista ed europeista, il cui pensiero ci sembra importante riproporre proprio a quanti nostri connazionali sembrano essere guidati solo da interessi “esclusivistici”, forieri, purtroppo, di prevedibili nefaste conseguenze per tutti.
11 novembre 1975 (in quell’anno Piersanti Mattarella ricopriva la carica di Assessore Regionale al Bilancio)
- Ass.re Mattarella, come valuta la proposta del Presidente della Regione Emilia-Romagna, Guido Fanti, di una sorta di confederazione delle Regioni Padane, una Lega tra Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto ed Emilia, a cui è stato dato già un nome: Padania?
* L’enorme forza sociale, economica e finanziaria di una entità come quella vagheggiata da Fanti è intuibile e la immancabile incidenza che finirebbe per avere sulle scelte generali nazionali lo è altrettanto, come è altrettanto chiaro, comunque si voglia presentare l’iniziativa, che essa costituisce l’esaltazione neocapitalista della concentrazione di ricchezza e la negazione di ogni nuovo modello di sviluppo. Si tratta, perciò, di costituire un blocco di forza superiore a quella della rimanente parte del Paese - una nuova Prussia in Italia! - . E incredibile ma è proprio una proposta neo-capitalista di aggregazione di forti, non certo a vantaggio di... chi rimane escluso! Viva la Padania di Guido Fanti!!.
- Come si concilia tale proposta con quanto emerso nei recenti Convegni delle regioni meridionali, quando le Regioni con i loro presidenti - Fanti fra i primi- si dichiararono «l’ossatura fondamentale» di una politica nazionale per il Mezzogiorno» anche perché i loro Statuti sottolineavano «la necessità di superare gli squilibri economici, sociali e territoriali, esistenti nel proprio ambito e nella comunità nazionale, con particolare riferimento al Mezzogiorno»?
* Credemmo, in quel momento, che l’affermazione che fosse necessario incidere seriamente sul modello di sviluppo fino ad allora realizzato, andasse oltre l’interesse delle stesse aree del Nord, costrette a pagare perniciose conseguenze della congestione industriale.
La forza del Nord è stata il punto di aggregazione ed il centro di coagulo e di spinta di quella politica contraddittoria che anche di recente è stata denunziata come la vera causa del perdurante divario Nord-Sud. Cioè, mentre da un lato c’è una « verbalità » intorno al problema meridionale giustamente indicato come il vero e primo problema italiano, dall’altro si fa una politica industriale del tutto contrastante, una politica che ovviamente rimane condizionata e voluta, causa ed effetto insieme, dalla forza delle Regioni padane che hanno tutto l’interesse a che le cose continuino come sono andate finora.
La totale contraddittorietà della proposta di aggregazione padana (la cui gravità è, al di là di una possibile realizzazione, nel fatto stesso di averla avanzata) con le cose costantemente dette a proposito della battaglia per il Mezzogiorno dal Partito comunista e che hanno sempre visto in prima linea, almeno fisicamente, il Presidente dell’Emilia, è del tutto superflua da sottolineare.
Eppure qualcuno tra questi presidenti di regione ha affermato che «nessuno vuole far pagare al Mezzogiorno nuovi prezzi. Anzi, è il contrario; bisogna invertire una tendenza contemperando esigenze diverse non contrapposte».
* Come, mi domando, costituendo l’alleanza dei forti che fatalmente accentua le differenze, emargina ulteriormente le zone depresse, aumenta le distanze? E così che si individuano «le modalità di integrazione dei due sistemi, settentrionale e meridionale, in un unico»? Di fronte ad una tale prospettiva, che giova ripeterlo, al di là di una sua realizzazione istituzionale o anche di organica intesa, è grave per le altre Regioni e per quelle meridionali in particolare, non si può non reagire vivacemente. Non possiamo certo accusare le regioni settentrionali di non averci sostenuto, ma non possiamo nemmeno accettare che esse proclamino di sostenerci e nello stesso tempo facciano cose che servono soltanto ad accentuare ulteriormente il divario nord-sud.
Sia chiaro, nessuno di noi può meravigliarsi che Fanti, Golfari (n.d.r : Presidente Regione Lombardia) o Carossino (n.d.r : Presidente Regione Liguria) difendano in ogni modo gli interessi delle loro Regioni; ma quando questi sono sulla linea della negazione di ogni riequilibrio, non si continui a parole, a fare i padrini del Mezzogiorno. Si dica con coraggio che le Regioni intendono oggi anteporre ad ogni reale fatto di riequilibrio territoriale e sociale la difesa dello sviluppo dell’apparato esistente e dei ceti relativi.
Forse la proposta Fanti e la risposta che essa ha già registrato in Liguria ed in Lombardia, servono a sottolineare, a chi non l’avesse valutata appieno, la gravità delle prospettive del Mezzogiorno e del suo sviluppo che si scontrano oggi non solo con lo Stato centralizzato, ma anche con le realtà istituzionali e sociali delle aree sviluppate.
Forse, tutto questo può spiegare perché la Sicilia ha bisogno di raccogliere tutte le sue forze politiche, sociali, culturali, economiche per uno sforzo totale che da solo può consentire di controbilanciare gli interessi contrastanti col nostro sviluppo attraverso una incidenza reale sulla politica nazionale.
Manlio Schiavo

nota :
1) L’articolo fa riferimento, in particolare, a :
Piersanti Mattarella, Scritti e discorsi, in Quaderni del Servizio Studi Legislativi dell’ A.R.S. , Nuova Serie, n°2, anno 2005, vol. II, pp. 588-594; p. 605.
Nell’anno 2005, nella ricorrenza del venticinquennale della morte del Presidente Piersanti Mattarella, l’Assemblea Regionale Siciliana ripubblicò i due volumi di Scritti e Discorsi, già editi nel 1981 ad un anno dall’assassinio, comprendenti anche gli atti della commemorazione celebrata nell’anno 2000.