Sta suscitando proteste e perplessità da parte dei fruitori della spiaggia libera di Fondachello in territorio di Santa Flavia la realizzazione di una enorme struttura in legno sulla spiaggia, da parte dei gestori di una struttura turistica che insiste in quella zona.
Si tratta di una struttura rimovibile, con una superficie superiore ai 100 metri quadri, costruita in pochi giorni in area demaniale. Una costruzione che termina a pochi centimentri dalla battigia, nel tratto di spiaggia libero ed ha tolto di fatto ai bagnanti la possibilità di fruire di quel tratto di mare.
La struttura, che da qui a poco sarà adibita a ristorante, gode di una così detta "autorizzazione breve", rilasciata ai richiedenti dall'assessorato al territorio e ambiente della regione siciliana, che pare sia valida fino al 31 agosto.
Sono pochissimi gli accessi al mare rimasti aperti alla pubblica fruizione nelle nostre coste. Molti accessi sono infatti chiusi da ville private, lasciando ai proprietari di queste ville il diritto esclusivo alla fruizione del mare; altri, dove insistono dei lidi balneari, sono a pagamento. Altri ancora sono rischiosi per le condizioni precarie delle discese a mare, dove in questi ultimi decenni non è stata fatta alcuna manutenzione o messa in sicurezza.
Trovare quindi un accesso al mare libero e gratuito sta diventando ogni anno più difficile.
Sulla questione abbiamo ricevuto un comunicato da parte di un gruppo di bagnanti della zona che sulla vicenda sta cercando di vederci chiaro:
"Abbiamo inviato una pec al Dipartimento territorio e ambiente, alla capitaneria di porto di Palermo, al Demanio marittimo e al Comune di Santa Flavia - dice Maria Luisa Florio in rappresentanza del gruppo di bagnanti- per chiarire se siano state prodotte tutte le autorizzazioni necessarie, compreso il parere del Comune di Santa Flavia e se il Demanio marittimo abbia concesso autorizzazione. Qualche anno addietro, la titolare del B&B ha anche chiuso, con un cancelletto, una stradina che portava al mare i bagnanti dalla strada provinciale, che dovrebbe essere di proprietà demaniale e non privata. Chiediamo pertanto a tutte le autorità preposte, ma anche a Legambiente Sicilia, di verificare se la struttura ricettiva abbia tutte le autorizzazioni necessarie per l’istallazione della pedana con solarium, zona bar e servizi igienici, a meno di un metro dall’acqua e non cinque, così come prevede la normativa (legge 27 del 2006, n. 296, articolo 1, comma 251) di così forte impatto ambientale e che riduce notevolmente la porzione di spiaggia pubblica per i cittadini.”
Vedremo se ci saranno ulteriori sviluppi.