Si dice: paese che vai usanze che trovi. Usanze e comportamenti che spesso danno la misura del grado di civiltà del luogo in questione. In un momento di bilanci, come può essere quello relativo ad un nuovo anno, sorgono spontanee alcune riflessioni.
E’ cambiato qualcosa dalle nostre parti negli ultimi tempi in fatto di maggiore vivibilità e politiche sociali? C’è speranza per il futuro?
Il nuovo anno si apre a Bagheria con un ever green: la spazzatura per le strade e un dibattito surreale in merito all’intitolazione del locale stadio comunale.
Che pare ancora non placarsi mentre continua il florilegio di accuse e smentite. Grazie al cielo ogni tanto capita di allontanarsi dal borgo selvaggio.
La mia ultima sortita in terra trentina mi ha regalato qualche spunto di riflessione. Innanzi tutto sull’Adige, il giornale locale che mi piace leggere in queste occasioni, si spendono mezze pagine ad elogiare la vita dedita al lavoro in campagna di tal signor Bigotto, neo pensionato felice, e ampio spazio viene dato all’esibizione del coro della Val di Non, mancando quei bei morti ammazzati e quegli intrallazzi assai ingarbugliati che tanto fanno cronaca dalle nostre parti.
Di certo avranno penuria di notizie. Ascolto con piacere anche il racconto di una giovane signora che parla dell’aumento di 40 centesimi di euro della merenda all’asilo nido del suo pargolo: una cifra da lei ritenuta, dopo un blitz nella mensa scolastica, a dir poco esagerata rispetto a quanto offerto.
Ne segue una telefonata alla coordinatrice provinciale che, allertata dal racconto della mamma inferocita, promette controlli che poi vengono puntualmente realizzati.
Epilogo della vicenda: il costo della merenda viene dimezzato con un risparmio per le mamme, tutte, di circa 12 euro mensili. Rimango interdetta dal racconto sapendo, per certo, che dalle nostre parti una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere. Per varie ragioni. Innanzi tutto per lo scarso senso civico: nessuno si prenderebbe la briga di appurare se l’aumento in questione fosse congruo.
Latita, poi, alla grande, anche il nostro senso del diritto: noi che paghiamo il triplo un servizio, quello per la gestione rifiuti, che invece di migliorare è decisamente peggiorato, non ci sogneremmo mai una protesta per questo.
I sudditi ringraziano, pagano e sorridono.
Per i rifiuti ingombranti, poi, che so un frigorifero, ci si può industriare magari spacciandolo, in salotto, per una scultura della transavanguardia. Oppure, in attesa che qualcuno lo venga a ritirare, collocarlo in portineria come improvvisato guardaroba.
Poi, possibilmente, quelli del Coinres vengono pagati, dalla Regione o da qualche altro Ente, per promuovere nelle scuole la raccolta differenziata mostrando come da una bottiglia di plastica possa venirne fuori un giocattolo. Non dicono però dove avvenga questo prodigio. Di certo non in Sicilia.
Trento è una cittadina poco più numerosa per abitanti, della nostra Bagheria ma è superfluo dire che i servizi che offre non sono certamente quelli bagheresi.
Certo, non ha le ville settecentesche ma i suoi mercatini natalizi vengono promozionati come fossero unici nel territorio nazionale.
Hanno poco ma sanno promuoverlo alla grande. Proprio come fanno i nostri politici.
Che si pongono il problema di intitolare a qualcuno un campo sportivo fatiscente mentre la maratoneta più forte d’Italia, Anna Incerti,che continua a mietere successi ovunque metta piede (è il caso di dirlo) e che guarda caso è bagherese si allena a tutt’oggi sul rittufilu.
Sulle usanze sorvolo. In certi quartieri e non solo bagheresi, si continuano ancora a vedere i sacchetti dei rifiuti pendolare dai balconi appesi ad un uncino.
Nessun sindaco si è mai posto il problema della grazia estetica di tali visioni.
Propongo ai signori amministratori locali di collegarsi al sito del Comune di Trento: vi potranno trovare delle notizie assai interessanti anche in fatto di risparmio energetico.
Ogni tanto alzare gli occhi oltre il giardino fa bene.
(nella foto: vista della città di Trento)