La terra più bella del mondo- di Movimento Senza Potere

La terra più bella del mondo- di Movimento Senza Potere

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La storia della nostra terra è fatta di dominazioni, che hanno portato tanta bellezza e ricchezza, ma come tutte le dominazioni hanno portato anche tanta sofferenza e dolore. Da quel dolore e da quella sofferenza è nata la nostra identità multiculturale. Siamo il popolo più “contaminato” del mondo. Inconsapevoli di questa immensa ricchezza!

Purtroppo siamo tutt’ora un popolo che vive con la schiena piegata. E come se il nostro orgoglio, la nostra fierezza e la nostra grande sensibilità, retaggio del nostro passato, fossero incapaci di liberarsi della nostra miseria intellettuale. Stiamo sempre col dito puntato cercando irresponsabilmente dei responsabili. Dedichiamo tanto tempo ad immaginare come sarebbe stato il presente, opacizzando i tradimenti di un passato che ha compromesso il futuro.

Fondamentalmente basterebbe iniziare ad amare e rispettare la nostra terra. L’isola più bella del mondo!

Un giorno ci siamo svegliati, e pensavamo di avere toccato il cielo con un dito: Regione a Statuto Speciale!
Non più dominati, ma padroni del nostro destino. Dovevamo iniziare a volare, grazie alla nostra terra, che ci offriva tutto: un patrimonio storico archeologico culturale inestimabile, un patrimonio enogastronomico straordinario, un patrimonio paesaggistico emozionante. Un vero e proprio eden al centro del mediterraneo. Dovevamo semplicemente gestire in modo oculato ciò che la Terra ci aveva donato. Avevamo anche le menti per fare ciò.
Purtroppo, non è andata così. La storia ci ha di nuovo condannati ad essere dominati: non più da stranieri, il più delle volte lungimiranti, ma da una mediocre classe politica che non solo non ha saputo creare nulla di buono, ma ha pensato soprattutto a distruggere, a dilapidare. Si è pensato solo al mantenimento del potere e tra ingordigia e gozzovigli si è svenduta la propria terra e tradito la propria gente. Ma la classe politica di una comunità è il suo specchio per quanto la cosa possa infastidire qualcuno

Prendi un aereo, dopo poche ore atterri a Monaco di Baviera, ma non devi fermarti a Monaco, devi andare in un paesino della Franconia. Il primo impatto è “sconvolgente”, perché vedi efficienza, servizi che funzionano, professionalità. In quel preciso istante il nostro esserci assuefatti e compromessi si risveglia dal torpore e tutto viene rimesso in discussione.
Più i giorni passano, più ti colpisce il rispetto che quelle comunità hanno delle regole. Allora ti rendi conto come le regole sono un patrimonio, senza le quali una comunità non avrebbe una sua coesione, e quindi una sua identità. Ma soprattutto sono sinonimo di ricchezza, di qualità della vita.
La mente ovviamente va alla nostra terra, dove le regole vengono ogni giorno calpestaste. Dove l’anarchia e il caos la fanno da padrone. Dove vige il principio dell’emergenza perpetua.

Allora pensi ai colori, ai suoni, ai profumi, alle bellezze, ma soprattutto alla magia della nostra isola, terra più bella del mondo, (gli stessi tedeschi ce la invidiano), e ti fai una semplice domanda: “ perché noi non riusciamo ad amarla come merita?” Lo sconforto, l’amarezza ti assalgono, perché non riesci a dare una risposta.
Poi il pensiero va ai giovani, ma anche ai meno giovani, che hanno lasciato o stanno lasciando le nostra terra perché non vedono un futuro, che non è solo lavorativo, e allora pensi che la risposta alla tua domanda sta in questo senso di abbandono in cui viviamo, in questa mancanza di orgoglio, ma soprattutto nella mancanza di una cultura delle regole.
La cultura delle regole si fonda su due istituzioni indissolubili: la famiglia e la scuola. Istituzioni sociali di primaria importanza, sui cui bisogna investire risorse e tempo. Tutto ciò comporta che prima o poi sarà necessario iniziare un lungo percorso, dove tutti noi dovremo impegnarci a dare un contributo, piccolo o grande che sia, affinché la terra più bella del mondo ritorni ad essere la nostra anima.

Movimento Senza Potere

Foto tratta dal web: Mongerbino e Capo Zafferano in uno scatto di autore ed epoca sconosciuti,