La storia di Francesca Ventimiglia imprenditrice bagherese di successo

La storia di Francesca Ventimiglia imprenditrice bagherese di successo

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Recentemente il Giornale di Sicilia ha dedicato un approfondimento sul tema dell’imprenditoria femminile siciliana. Tra le protagoniste del reportage figura anche una bagherese: Francesca Ventimiglia, oggi imprenditrice di successo presso la Concessione Falco Tupperware di Messina.

Le imprese gestite da donne hanno superato il 21% di tutte le imprese registrate italiane e ammontano a 1.321.000 unità. Questi dati, abbastanza incoraggianti, possono essere letti come una vittoria, seppure ancora non troppo significativa, di tutte le donne che negli anni hanno lottato per affermarsi nel mondo del lavoro. Tra queste figure ritroviamo una donna bagherese, Francesca Ventimiglia, che gestisce una concessionaria Tupperware (Concessione Falco) a Messina. “Ho cominciato a lavorare in questo mondo 12 anni fa, quasi per scherzo” – racconta Francesca – “All’epoca non avrei mai immaginato di poter arrivare dove sono arrivata. È stato un percorso abbastanza duro, ma sono soddisfatta di quello che ho fatto”. L’imprenditrice ha cominciato dal basso, inserendosi poco a poco ma con determinazione all’interno della gerarchia dell’azienda “Dopo poco più di anno mi è stato proposto di gestire una concessionaria a Corleone. Ero abbastanza combattuta perché all’epoca le mie figlie erano molto piccole. Alla fine però ho deciso di accettare e, anche con l’aiuto di mio marito, ho cominciato a viaggiare. Il lavoro mi ha entusiasmato da subito e così quando è arrivata la proposta di lavorare per una concessionaria a Messina non ho esitato”. La concessione Falco non esisteva prima dell’arrivo dell’imprenditrice; è stata lei dunque a organizzare l’apertura di questa nuova sede “Messina dipendeva, per così dire, dalla concessionaria di Catania. Quindi è stata una novità per i messinesi avere una concessionaria Tupperware sul territorio. L’idea di partire da zero, di iniziare un qualcosa di nuovo mi ha entusiasmata. Ben presto però ho capito che sarebbe stata una sfida davvero difficile. Ho cominciato cercando un contatto con le donne della zona, informandole della possibilità di lavoro che offrivo. Molte hanno accettato subito, entusiaste. Altre hanno voluto riflettere più a lungo e tante tra queste sono tornate da me. Ormai siamo una grande famiglia e non smetterò mai di ringraziare mio marito e la mia squadra di lavoro perché senza di loro non sarei dove sono”. Francesca, oltre a gestire la concessione, si occupa anche dei corsi di formazione finalizzati al reclutamento di nuove lavoratrici “A seconda del percorso intrapreso e del livello di promozione esiste un diverso corso di formazione. Io mi occupo di tutto quest’aspetto formativo. È molto stimolante per me incontrare i miei collaboratori e cerco di dare sempre il massimo per formarle al meglio”. Il fatturato della concessione è in costante crescita e sempre più donne decidono di entrare a far parte di questa ‘famiglia’. “Contrariamente a quanto si possa pensare, la maggior parte delle donne che lavora con me non lo fa per i soldi. È ovvio che la possibilità di un buon guadagno alletta molto, ma il motivo principale per il quale si entra nella squadra non è di tipo economico. Molte donne lo fanno per riscattarsi, per dimostrare ai propri mariti e alle proprie famiglie che anche loro hanno un talento, un potenziale da far fruttare. Alcune partecipano perché incuriosite dal mondo Tupperware, altre perché attratte dalla possibilità di viaggiare. Esistono poi delle donne che cominciano a lavorare in concessionaria in seguito a un forte dispiacere, e trovano nel lavoro uno svago. Queste sono le donne a cui sono più empaticamente legata, perché anche io ho cominciato a lavorare per Tupperware per cercare una distrazione dal dolore per la prematura scomparsa di mio fratello”. L’imprenditrice crede molto nel potenziale femminile e sostiene tutte quelle donne che hanno voglia di riscattarsi e di crescere professionalmente “È importante che noi donne affermiamo la nostra personalità, il nostro talento anche oltre le mura domestiche. Il mondo ha bisogno anche del nostro contributo. Non dovremmo sminuirci e stare in disparte, possiamo esser brave mogli e madri anche se siamo appagate professionalmente. I sacrifici sono tanti, è vero, ma sicuramente ne varrà la pena”.

Stefania Morreale