Circolano voci (e prevendite) su un veglione di capodanno che dovrebbe svolgersi la notte del 31 dicembre a palazzo Aragona Cutò a Bagheria. La notizia oltre ad incuriosire suscita legittime perplessità che in questa sede vogliamo tempestivamente esternare.
Diciamo subito, a scanso di equivoci e polemiche che siamo stati e saremo sempre tra quanti ritengono che i beni culturali del nostro territorio, possano essere utilizzati per produrre reddito che vada nelle casse comunali.
Mettere a reddito questi beni per l'organizzzione di eventi culturali o di 'intrattenimento sotenibile' a nostro avviso, è giusto e opportuno; e qualunque provvedimento vada in questa direzione sarà sempre e comunque da noi condiviso.
C'è un però: occorre innanzitutto definire con un dibattito e un confronto nelle sedi idonee delle norme e delle condizioni condivise che valgano per tutti, nessuno escluso, e che siano note ed accessibili a tutti.
Dei regolamenti insomma, che tutelino il bene, e definiscano chiaramente le fattispecie di 'eventi sostenibili' e che, nel caso in oggetto, non esistono affatto, anzi! ci risulta che negli ultimi anni in tanti avrebbero richiesto l'uso di ville comunali (Butera, Cutò, Cattolica) per manifestazioni commerciali di questa natura e la risposta dei responsabili è stata, sempre e giustamente, negativa; ora volere equiparare, come pare sia già avvenuto, una iniziativa chiaramente commerciale e speculativa quale l'organizzazione di un veglione, che prevede, sia detto per inciso, un costo di partecipazione di 30 euro a persona ad una "cerimonia nuziale con catering", chiedendo 250 euro onnicomprensivi per l'uso di villa Cutò per la notte di capodanno, è qualcosa di aberrante e ridicolo che lascia ricadere pesanti ombre sulle qualità di alcuni assessori.
Quella manciata di euro non sarebbe neanche sufficiente per un decente lavoro di sorveglianza e di pulizia cui gli ambienti dovrebbero essere sottoposti dopo la serata.
Ed in ogni caso il rispetto di un minimo principio di legalità e di concorrenza avrebbe richiesto che l'amministrazione facesse conoscere a tutti le condizioni di affitto di palazzo Cutò, cosa sinora non accaduta. Ma forse questo, pur importante, è l'ultimo dei problemi: ce ne sono altri sicuramente più importanti e insuperabili, a cominciare dalle autorizzazioni e dai permessi.
Intanto non è chiaro chi siano gli organizzatori, o i loro sponsor occulti, e se sia stato firmato e da chi ? e con chi ? qualche accordo preliminare; non è chiaro infatti esattamente quali sarebbero gli ambienti che verrebbero messi a disposizione degli organizzatori, se il cortile interno ed esterno a piano terra o anche il piano nobile (in una foto che circola sulla rete ed in cui si fa riferimento all'evento, compare una immagine dell'altana di palazzo Cutò, locale che per essere raggiunto presuppone l'attraversamento di un ponticello di assi di legno che possono essere percorsi con la dovuta attenzione e con gli occhi ben aperti solo di giorno)
Ci risulta che la dr.ssa Lea Amodeo, responsabile degli uffici che nel palazzo hanno sede e dove sono custoditi oltre che manufatti di valore artistico anche beni strumentali comunali di non poco valore, abbia negato il proprio consenso allo svolgimento dell'iniziativa.
Ma c'è dell'altro: se e a chi è stata data l'autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande (e che bevande!), come ben sa chi abbia partecipato negli ultimi anni a questi eventi ?
Chi ha svolto i collaudi per impianti e ambienti (si parla di un impianto elettrico a rischio) che vedranno la presumibilie presenza di centinaia e centinaia di persone ? I pompieri ? l'Ufficio tecnico ? la sezione urbanistica ? o chi altri ?
E la Sovrintendenza: è stata informata che all'interno di un bene tutelato dalle norme di una legge nazionale si intende fare svolgere un veglione di Capodanno a ruota libera ? Chi eserciterà la tutela e la sorveglianza dei beni presenti e chi garantirà la sicurezza dei partecipanti all'interno del contenitore culturale ?
E la commissione spettacoli in cui è presente anche un rappresentante della Polizia di Stato si è riunita ed ha dato il proprio consenso, obbligatorio per legge?
Insomma c'è n'è abbastanza perchè da parte dell'amministrazione e da chi ha competenza arrivi una tempestiva risposta che chiarisca l'arcano senza bisogno di dovere giocare a rimpiattino dentro i social.