Caro Angelo, una riflessione a margine del tuo articolo A mali estremi, estremi rimedi. Condivido la tua rabbia e quello che scrivi ma aggiungerei dell’altro.
Nei momenti difficili la qualità dell’analisi è importante, altrimenti involontariamente diamo una mano ai responsabili occulti di quel dolce e serenissimo immondezaio Bagheria-e-paesi-limitrofi che una volta fu città delle ville. Se facciamo pensare ai nostri concittadini che la soluzione del problema sta nell’aumentare il contributo della Regione (perché tre e non sette milioni di euro come promesso?) rischiamo di dare una mano ai responsabili del disastro ecologico che pagheremo tutti, nel prossimo futuro, in termini di salute.
Poniamo che la Regione decida di elargire al Coinres non sette ma cinquanta, cento milioni di euro. I cinquanta o cento milioni di euro prima o dopo finiranno e il problema si porrà di nuovo, aggravato dalle pessime cose che nel frattempo si saranno fatte con quei soldi.
È possibile che non esista uno straccio di politicante o di partito, post-fascista post-comunista post-democristiano forzista (decidete voi tanto è lo stesso), che sia in grado di studiare e spiegare perché accade questo disastro? Perché in alcune città dell’Europa centrale e dell’Italia settentrionale la raccolta dei rifiuti è un affare e le aziende che se ne occupano sono addirittura quotate in borsa? Sono più intelligenti di noi? Dal momento che i politicanti non vogliono farlo (per incapacità o per altri motivi memo intellettuali) proviamo a farlo noi.
Spinto dalla puzza e dalla paura di epidemie sono stato costretto a dedicare un po’ di tempo all’esame del problema. Riporto alcune delle notizie che sono riuscito a mettere insieme e alcune delle curiosità che vorrei che qualcuno mi aiutasse a soddisfare.
Leggo sui giornali che questa volta lo sciopero è stato organizzato dai proprietari dei mezzi di raccolta. Mi sono informato e ho appreso che questo fantomatico Coinres non possiede nessuno degli strumenti di raccolta ma li paga a caro prezzo prendendoli in affitto. Mi è stato pure spiegato che il benemerito Coinres coi soldi che paga per l’affitto avrebbe potuto acquistare quei mezzi, magari dagli stessi attuali proprietari, e pagare comodamente il mutuo. Perché non lo ha fatto? Mi dicono anche che i debiti finora maturati dal Coinres ammontano a diverse decine di milioni, secondo alcune stime 50 milioni.
Naturalmente, i cattivi pensieri che si affollano nella mente sono tanti: chi sono i proprietri dei mezzi presi in affitto. Io non lo so ma so che vivo in una terra di mafia.
E ancora: chi sono i dirigenti del Coinres? Probabilmente nei contratti di assunzione vengono chiamati manager. Perché non rendiamo pubblici i titoli professionali di questi nostri grandi manager? Anche qui non so chi siano ma l’esperienza mi fa pensare che di manager questi signori avranno solo lo stipendio. A proposito, quanto guadagnano per questo straordinario servizio?
Ancora una curiosità: i nostri grandi manager del Coinres sono responsabili, penalmente e economicamente, dei disastri che provocano?
E se il Coinres fosse stato progettato per funzionare nel modo in cui funziona? Se le cose stanno in questi termini, la pressione sulla Regione perché aumenti il contributo straordinario non mi interessa nemmeno un poco. Finiti i soldi sarà anche peggio.
Faccio una proposta. Chiamiamo il Coinres col suo vero nome: EN.DI.MA che si legge Ente diffusore di malattie.
Per finire. Il sindaco di Bagheria, Biagio Sciortino, è stato vicepresidente del COINRES-EN.DI.MA. Ha una opinione in proposito? Ce la potrebbe per favore dire?
In un precedente articolo scrivevo che siamo senza futuro. Il futuro lo avremo ma sarà una grande discarica d’immondizia con relativi ospedali e grandi manager. Auguri.
L'autore dell'articolo, Franco Lo Piparo, è ordinario di Filosofia del Linguaggio presso la Facolta di Lettere dell'Università di Palermo.