Grande successo del "Matahari" ad Expo 2015 - di Michele Balistreri

Grande successo del "Matahari" ad Expo 2015 - di Michele Balistreri

attualita
Typography

 

E' tempo di bilanci per i risultati raggiunti dalle aziende bagheresi che hanno creduto al progetto Expo 2015 e hanno investito nella presenza all'esposizione universale sul cibo e l'alimentazione che a fine mese chiuderà i battenti.

Nonostante lo scettiscimo iniziale, i dubbi e le riverse da molti manifestati, alla fine si è rivelata una formidabile vetrina per le aziende che hanno fondato il segreto del successo nell'intuizione di coniugare la storia e la tradizione con la capacità di innovare, un binomio che ne ha assicurato i favori del mercato e dei consumatori, trasformandole in testimonial del territorio.

Nel maggio scorso all'inzio della manifestazione meneghina grande è stato il favore riscontrato, nel Cluster della Biodiversità Mediterranea, in un pubblico di consumatori internazionali dai prodotti sfornati dai "ragazzi " del MataHari.

Le lavorazioni sono avvenute sotto la guida del famoso pizzaiolo Gino D'Aniello detto Nino ( nella foto), che si è avvalso ad Expo della collaborazione di Leo e Maria Paola Realmuto e la supervisione di Martino Paracino, che insieme a Giacomo Gargano e Paolo Caccamese ben 32 anni fa diede inizio a quell'avventura imprenditoriale che ad oggi costituisce uno dei brand nel panorama siciliano maggiormente apprezzato e che ha resistito alle mode ed alle tendenze, acquistando prestigio ed autorevolezza in un campo, quella ristorazione di per sè soggetto a turn-over incessanti.

La particolarità ed il segreto del successo risiede nell'avere improntato l'offerta alla clientela al fattore qualità totale e non aver mai derogato nel tempo. Una costanza premiata e che nel prodotto di punta; la pizza, ha significato puntare sulle eccellenze delle farine siciliane, proponendo un prodotto di alta qualità manifestando la lungimiranza nell'utilizzo dei derivati dei grani antichi siciliani; un tema che sta acquistando centralità sul dibattito dell'alimentazione legato ad un prodotto simbolo della Dieta mediterranea.

Ovviamenete questo si è unito alla maestria, e all'esperienza nel processo di lavorazione della pasta; un valore aggiunto garamtito da Gino D'aniello. La presenza ad Expo si è concretizzata nella preparazione di prodotti preparati con farine derivate dalla molitura di grani antichi autoctoni. In particolare, i grani Timilia (o Tumminia), Senatore Cappelli, Nero delle Madonie e Russello, proponendo le pizze, alcune legate ai prodotti tipici del nostro territorio che hanno decretato in questi trent'anni il successo. Il favore ed il riscontro conseguito è stata la consacrazione presso un pubblico e palati che hanno superato i confini siciliani con una connotazione internazionale, all'interno,, tra l'altro, di una manifestazione che ha visto affermare l'eccellenza italiana nel campo del cibo e dell'alimentazione.

Ricordiamo che la presenza ad Expo delle eccellenze del settore agroalimentare del comprensorio baghererse è stata garantita grazie all'azione di promozione svolta dal Gruppo di Azione Locale "Metropopli Est" presieduto da Ciro Coniglio. Il personale tecnico del Consorzio, diretto dal Dott. Salvatore Tosi, ha proceduto ad un'attività preliminare di ricognizione e selezione delle eccellenze e testimonial degli operatori del territorio, assicucurandone e finanziando l'attività negli stand del Bio Cluster Mediterraneo. La presenza del marchio Mata Hari va ricondotta nella strategia di rilancio del grano duro antico siciliano, da sempre considerato un prodotto d’eccellenza che – secondo diversi studi certificati– contiene straordinarie caratteristiche che lo rendono ideale per combattere stitichezza, problemi digestivi, pancia gonfia, disturbi intestinali, diabete e molto altro.

Difatti la minore percentuale di glutine e la presenza più massiccia di sostanze grezze, sempre secondo diversi studi, favoriscono la digeribilità e abbattono il rischio dell’insorgere di intolleranze alimentari. Si tratta di razze che hanno sfiorato l’estinzione e che negli ultimi tempi si sta cercando di rilanciare, anche a fronte di un consumo sempre più “intelligente” da parte di tantissimi consumatori che vogliono abbandonare le farine lavorate. Razze che permettono di ottenere una pizza o un pane buono, profumato e ad alta digeribilità. Ricordiamo che con l’appellativo Grani Antichi, si indicano tutti i grani che, nel corso del tempo, non hanno subito interventi di selezione e modifiche genetiche da parte dell’uomo, sono rimasti autentici, originali. Queste pregiate varietà di frumento sono cadute in disuso nel tempo, a favore del cosiddetto miglioramento genetico, al servizio della produzione dell’industria alimentare, a discapito di raggianti spighe alte rivolte verso il sole ricche di amido e minerali (sostituite da piante basse, povere dal punto di vista nutrizionale, dall’alta resa produttiva).

È per questo che i Grani Antichi, oggi, rivestono un’importanza inestimabile, proprio perché sono rimasti come madre natura li ha creati. Portano con sé sapori, sfumature e profumi unici, elementi di biodiversità, che recuperano varietà autoctone, tipiche di un determinato territorio, le cui caratteristiche sono a questo legate.Un valore storico, scenico, etico, culturale, oltre che nutrizionale e salutistico il cui utilizzo va nella direzionedella salvaguardia dell’ambiente e nella tutela dei diritti e della legalità.

I prodotti da forno, la pasta e le farine di Grani Antichi risultano maggiormente digeribili, tollerabili e ricchi di preziose sostanze nutritive. La loro gestione può essere solamente manuale, in quanto si tratta di razze rustiche, autentiche, non imbrigliate dai dettami della produzione intensiva.

Bassa la resa, difficile la gestione, ma unica la qualità e la salubrità di grani con il naturale e genuino rapporto in percentuale tra amido e glutine, non portati dall'uomo alla condizione di essere poveri di amido e ricchi di glutine, per le necessità della produzione, per le discutibili tendenze dell'alimentazione pratica e moderna.