Una vita da precario? Grazie, preferisco di no! La Cisl non ci sta

Una vita da precario? Grazie, preferisco di no! La Cisl non ci sta

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Una vita da mediano, cantavamo: parafrasando il titolo, si potrebbero benissimo adattare ai precari alcuni dei passaggi della canzone di Ligabue: ”nato senza piedi buoni, lavorare sui polmoni”, oppure “il pallone devi darlo a chi finalizza il gioco”.

Per la Cisl F.P., quello dei precari , è problema centrale, nell’organizzazione del personale all’interno del Comune. Ne parliamo con Pino Pagano responsabile aziendale.

Quale è allora il problema?

Da quasi quattro anni, circa 200 lavoratori precari sono stati stabilizzati ( dall’amministrazione di Pino Fricano, una delle prime in Sicilia ad intervenire su questo problema n.d.r.) con contratto part-time -18 ore settimanali- oltre che altri 32 con contratto a tempo determinato, già in scadenza l’anno venturo.

Ne avete parlato con l’amministrazione?

In diverse occasioni abbiamo sollecitato la trattazione della problematica al fine di tracciare un percorso inteso alla trasformazione del rapporto di lavoro in full-time, e mai nessuno ha ritenuto opportuno affrontarlo, tranne che esternare qualche dichiarazione di buone intenzioni che riteniamo poter definire di pura opportunità.

Ma è veramente urgente questo problema?


L’organizzazione sindacale che rappresento ritiene che tale problematica riveste un carattere d’urgenza e quindi prioritario rispetto ad altri ( vedi incarichi dirigenziali a tempo determinato). Urge un tavolo negoziale per discutere e individuare il percorso da fare. Per questo abbiamo ritenuto di dover coinvolgere tutte le forze politiche presenti in questo consiglio comunale.

Con chi vi siete incontrati?

Abbiamo avuto dei colloqui con i segretari del Partito Democratico, l’U.D-.C., P.D.L., Per Risvegliare Bagheria, Bagheria Democratica e Sinistra Democratica.

Che riscontro avete avuto?


Abbiamo riscontrato in tutti buoni propositi ma, visto il nulla di fatto dei quattro anni trascorsi, non ci riteniamo soddisfatti dalle loro dichiarazioni e abbiamo chiesto atti concreti.

E cioè?


Convocare immediatamente una apposita riunione in cui ci si possa confrontare per addivenire ad un protocollo d’intesa e quindi deliberare un atto di indirizzo in cui venga delineato un preciso percorso per il raggiungimento dell’obiettivo, ossia: la vera stabilizzazione di tutto il personale part-time con un contratto full-time.

Quanto costerebbe questa operazione?


Circa 1.300.000 Euro l’anno; e sappiamo che non sono bruscolini.

Quali strade indicate per reperire queste risorse
?

E’ questione di volontà politica. Noi abbiamo proposto nell’ordine:
-di impegnare su questo obiettivo le risorse che si rendono disponibili dai dipendenti che vanno in pensione;
-di azzerare gli stanziamenti previsti in bilancio finalizzate a nuove assunzioni sia dirigenziali che di comparto;
- di ridurre o eliminare incarichi e consulenze
-di razionalizzare (in poche parole ridurre) i settori che sono francamente troppi , e la cui moltiplicazione ha risposto solo a criteri clientelari.
Noi ci rendiamo conto che l’obiettivo che proponiamo non può essere raggiunto in un giorno solo, ed è per questo che parliamo di avviare un percorso. Ma la conclusione deve essere chiara. Diciamo no, ad una vita da precari.