Quel pallore lunare dipinto sui volti emaciati dalle letture e dallo stress, andrà via sotto i primi bagni di sole, mentre l’estate scivolerà fra le loro fresche dita come la più bella di tutte, dilatata nel tempo infinito di un balzo in avanti lungo cinque anni.
Non stiamo parlando di marziani, ma dei “maturandi” di tutt’Italia che in questi giorni affrontano il primo “vero” appuntamento col destino: destino che per la loro contentezza veste i panni di professori abbronzati (c’è chi può…!) e presidenti di commissione vagamente annoiati nel sentire quei lunghi rituali di parole spezzate dall’emozione e urla soffocate in gola.
Al liceo classico di Bagheria “Francesco Scaduto” i corridoi sono mezzi deserti; ogni tanto negli anfratti più freschi e isolati dell’edificio incontri mucchietti di ragazzi che ripassano freneticamente brani di poesie e orazioni di Cicerone: sono gli studiosi dell’ultim’ora, alla ricerca disperata di almeno una delle ragioni che possa giustificare quegl’incolmabili “buchi neri” che stanno velocemente prendendo forma nelle loro teste…
Il vuoto, poi, seduti leggermente curvi, le firme tremanti, le mani sudatissime, ed ecco la prima domanda… pian piano la tensione si scioglie, il tifo silenzioso di genitori e amici alle spalle, ed è la dignità di ognuno di loro che scende in campo, l’orgoglio di anni intrisi di sacrificio e passione, o più semplicemente la tenacia di chi non si lascia abbattere per carattere, di chi ha lottato a denti stretti per ogni sufficienza conquistata e che oggi lo porta qui, seduto in faccia alla sua “maturità”.
Giuliana, Fabio, Desirè, sono tutti felici di mostrarci i loro “lavori”.
Addio alle vecchie rilegature di pagine e pagine di tesine scritte a mano, adesso i ragazzi hanno tutta la voglia e la fierezza di sfogliare le loro tesi: sono delle vere e proprie piccole pubblicazioni, tutte finemente curate dal punto di vista grafico e molto ricercate nell’impaginazione e nella scelta delle immagini; molti hanno anche prodotto delle versioni in "power point" dei loro lavori, dimostrando che anche dietro un semplice “click” si nascondono ore di studio e attenta applicazione.
E mentre il temutissimo membro esterno interroga sulle particolarità nelle tragedie di Seneca o chiede una riflessione su quelle noiosissime pagine scritte da Svevo in preda a crisi d’astinenza da fumo, i ragazzi parlano dei loro lavori interdisciplinari, aspetto degli esami che certamente li rende più motivati poiché protagonisti.
Fabio Lo Piparo (nella foto) precisa con orgoglio che il suo lavoro non è una tesina: <<Si tratta di una tesi di “metodo”, molto più vicina al saggio che alla tesi normale. Nel mio lavoro, La quarta Gorgone, provo a ricostruire le origini della tragedia greca attraverso le testimonianze giunte a noi dalla pittura vascolare>>, e la sua sicurezza e destrezza, mentre intercala un grecismo ogni cinque parole in italiano, fanno, a dire la verità, un certo effetto. Alla fatidica domanda su quale facoltà universitaria ha scelto, risponde senza ombra di dubbio, archeologia. <<Voglio provare fuori però, quindi stacco un po’ per le vacanze e poi inizierò a prepararmi per i test d’ingresso>>, e la luce brillante che accende il suo sguardo mentre racconta della sua passione sincera per tutta la classicità antica, ci fa malinconicamente intuire il perché abbia scelto di studiare fuori dalla Sicilia.
La tesi di Marianna Noto colpisce per l’originalità e la cura posta in ogni dettaglio della trattazione e della grafica: Il potere dell’immaginazione è un excursus sul tema, da Giacomo Leopardi a Che Guevara, che sembra un po’ il testo di una canzone di Jovanotti, e invece è soltanto l’inventiva di una ragazza che ha saputo sviluppare un ragionamento coerente sull’immaginazione, amalgamando bene riflessioni maturate nel corso della storia e spunti tratti dal nostro presente.
Notiamo con piacere che anche il cinema entra oramai a pieno titolo nel loro corredo di studi: la settima arte - merito forse di qualche docente (prof. Mimmo Aiello) che ha saputo trasmettere la propria passione ai ragazzi – è immancabile contrappunto infatti in tutti i lavori, ed è piacevolissimo scoprire accostamenti fra Moulin Rouge ed il mito greco, o ancora fra Match Point di W. Allen e il “doppio” pirandelliano.
Al di là dell’eterna croce e delizia degli esaminati di tutto il mondo, il voto finale, delle piccole ansie sul dopo-domani (domani si và al mare!), della nostalgia per quelle pareti che ne hanno viste e sentite tante da quando erano entrati qui per la prima volta poco più che bambini, la loro sarà una estate magica.
Una di quelle che ti capita, bene che và, proprio una volta ogni cinque anni. Godetevela, ragazzi!