Con le tradizionali vampe la Festa di S. Giuseppe entra nel vivo

Con le tradizionali vampe la Festa di S. Giuseppe entra nel vivo

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Un tempo le vampe prendevano il nome del quartiere 'a vampa ru bagghiu cavalieri, ra cucina economica (piazza Indipendenza), ru patatiernu, ru furriatu, ri lannari, ri l'armi santi, ru chianu i cutò, rinn'anciò ecc.'..e c'era anche una sorta di competizione tra i vari quartieri a chi faceva la vampa più maestosa.

Per giorni i ragazzini a raccogliere ligna ri rimunna nelle campagne circostanti, e non era neanche tanto difficile, visto che un tempo  il centro abitato era di più modeste dimensioni ed a ridosso c'erano  agrumeti rigogliosi : ancora nel 1970, quando Bagheria aveva poco più della metà degli abitanti di adesso, non esistevano i quartieri Casaurro e Coglitore, Dietro Certosa, Butera, Monaco e tanti altri.

Nella vampa si dava fuoco anche a vecchie cose, sostanzialmente era il rito pagano di dire l'addio all'inverno, perchè si andava appunto ad aprire una nuova stagione, e forse la coincidenza con la festa di San Giuseppe sarà stata magari successiva.

La sera della vampa c'era l'eccitazione festosa dei ragazzini che giocavano, improvvisavano girotondi intorno ai fuochi, si inseguivano, era una serata in cui si faceva tardi, si andava a letto intorno alla mezzanotte: tant'è che se capitava, e poteva accadere, una serata fredda un po di brace della vampa si utilizzava per i bracieri per riscaldarsi in casa.

Era un momento di socialità in cui il quartiere riscopriva una identità, ed occorre dire che a dispetto degli anni il fuoco con il suo valore di simbolo purificatore e di vita mantiene intatto il suo fascino: non si spiegherebbe perchè ancora oggi stiamo a guardare ammaliati, e per ore, una vampa che brucia o i ceppi di un camino ardenti.

Per questo la vampa, nel suo genere, era quello che oggi verrebbe definito un 'evento'.

Nei primi anni '50 non c'era ancora la tv, ma arrivò la radio; alla Radio c'era Radiosera, il giornale radio delle 19.30, poi dopo le venti uno spettacolo radiofonico: un evento teatrale, di costume, di varietà con Macario, un 'opera lirica, qualcosa per fare ridere o sorridere, il quartetto Cetra, qualche programma di canzoni con Nilla Pizzi o Aurelio Fierro.

Se non c'era niente di interessante alla radio, c'erano le vecchie storie che raccontavano i più anziani, il resoconto della giornata, degli incontri, delle discussioni, di cosa fare l'indomani, del prezzo dei limoni, generalmente però, nellle serate normali, alle 21-21.30 al massimo 'agnieddu e sucu e finiu u vattiu' e si andava a letto.

La vampa veniva pertanto ad animare serate tranquille, diciamo pure noiose, anche se ancora non lo sapevamo.

altLa suggestione della vampa è sempre forte, tantè che ieri sera erano ben oltre cinquemila i bagheresi che hanno assistito e partecipato al rito laico della vampa, in contrada Monaco prima e in via Ariosto dopo.

In entrambi i casi la benedizione della 'vampa': di qua padre Francesco Stabile, della parrocchia di San Giovanni Bosco, di là le parola di padre Tindaro, della parrocchia di Sant'Antonio, qualche botto di gioco di fuoco, quindi l'accensione della vampa, il vicesindaco Massimo Mineo che fa una rapida apparizione in contrada Monaco, il sindaco Vincenzo Lo Meo che accende il fuoco in via Ariosto.

Poi il solito spettacolo sempre uguale e sempre diverso  delle lingue di fuoco che sembrano voler prendere il volo, del crepitio della legna che brucia, dello scintillio  delle fiamme che sembrano volere divorare se stesse, con sullo sfondo la luna.

E con San Giuseppe arriva la primavera: lo sarà anche per la nostra comunità ?