A Benedetto Mineo, amministratore delegato di Equitalia, il quotidiano La Repubblica nell'inserto economico del lunedì dedica una intera pagina curata da Giovanni Valentini, una delle firme più prestigiose del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, che già nel titolo definisce Mineo, l'uomo della 'svolta di una Equitalia dal volto umano'.
E le pezze d'appoggio per giustificare questa nuova filosofia dell'amministratore delegato di Equitalia ci sono tutte.
Benedetto Mineo, Benni per gli amici, 52 anni, appassionato di pallacanestro ed il cui padre Giovanni fu negli anni '70 uno dei maggiorenti della Democrazia Cristiana bagherese, dopo una breve apparizione in politica (a cavallo degli anni '90 fu consigliere comunale anche lui per la Democrazia cristiana), ha percorso tutto il cursus honorum all'interno della Regione siciliana.
Vicecapo di gabinetto di Totò Cuffaro, dirigente generale del Dipartimento finanze e credito dell' Asessorato alle finanze con Cintola e Lo Porto, non riconfermato da Raffaele Lombardo che lo emarginò, ebbe l'occasione buona quando Attilio Befera presidente di Equitalia gli offri di lavorare con lui.
Per un certo periodo fu a Napoli dove si occupò della liquidazione di una miriade di agenzie di riscossione, quindi il grande salto nel ruolo di amministratore delegato di Equitalia, che essendo l'Agenzia di riscossione di tasse e imposte, non si era guadagnata una bella immagine, in un momento economico come quello che attraversiamo.
Le sue presenze a Bagheria si sono sempre più diradate da quando nel 2005 si trasferì a Palermo; a Bagheria torna ormai solo per stare assieme ai suoi familiari.
Mineo sta portando avanti con grande energia e convinzione un riposizionamento dell'immagine o per meglio dire della percezione che il contribuente ha di Equitalia: ha iniziato nel maggio scorso quando, traendo spunto da una vicenda di cronaca (un piccolo imprenditore pugliese aveva scritto una lettera alla Gazzetta del Mezzogiorno in cui manifestava il proprio proposito di suicidarsi perchè non riusciva a pagare le tasse), indirizzò una lettera ai dirigenti di Equitalia in cui si fissavano le linee guida della nuova filosofia di Equitalia
Il rapporto con i cittadini sia sempre 'orientato alla sensibilità', basato sul 'dialogo' e sulla valutazione 'caso per caso', consigliava la lettera.
'Siamo consapevoli - aggiungeva Mineo in quella nota - che l'arrivo di una richiesta dall'agente della riscossione in un momento come quello che stiamo vivendo, possa infrangere equilibri già instabile faccia emergere un sentimento di resa, poi di vergogna, che si traduce nell'incapacità stessa di chiedere aiuto'.
Ed ancora 'non possiamo permetterci di commettere errori, o di avere un comportamento non adeguatamente orientato alla sensibilità che queste circostanze richiedono'
E concludeva ' Non si tratta di venire meno al rispetto delle funzioni che ci sono assegnate, ma di proseguire sulla strada che già l'anno scorso abbiamo aperto con l'introduzione in ogni provincia del cosiddetto sportello amico'.
E questo di 'sportello amico' è uno dei motivi che ritorna nella chiaccherata con Valentini, al cui interno vengono trattati casi particolari delle fasce sociali più deboli, anziani, pensionati e piccoli imprenditori.
'Nessuno di noi paga le tasse volentieri' spiega Mineo a Valentini, 'ma il contribuente deve avere almeno la sensazione di pagare un servizio al giusto prezzo'.
Per ammettere in chiusura 'non c'è dubbio che una pressione fiscale così alta rende difficile esigere il pagamento delle tasse'.
In sintonia con quanto Attilio Befera il presidente di Equitalia si era lasciato scappare qualche giorno fa affermando che esisteva una 'evasione di necessità', correggendo poi la frase in 'evasione per liquidità'.
Nella foto interna Benedetto Mineo nel ritratto realizzato dal disegnatore Darlush Radpur e pubblicato su Repubblica
E' il bagherese Benedetto Mineo, l'amministratore delegato di una nuova Equitalia dal volto umano
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