I ristoratori replicano ai controlli della Capitaneria: siamo in regola

I ristoratori replicano ai controlli della Capitaneria: siamo in regola

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I ristoratori non ci stanno ad essere messi in croce ed esposti alla gogna mediatica per delle contestazioni, a loro modo di vedere, risibili, fuori luogo ed in certi casi palesemente falsi.

Il rimbalzo mediatico della operazione della Capitaneria con gli articoli di stampa e i servizi televisivi oltre che i commenti sul web dovuti sia alla notorietà dei locali coinvolti che al 'conflitto di competenza' tra Capitaneria ed ASL 6 sta spingendo i ristoranti chiamati in ballo a prese di posizioni ufficiali a tutela del loro nome

Il primo è il Castello a mare che, tramite l'amministratore unico della Società di gestione Giuseppe Casabona,  ha fatto pervenire ai mezzi di informazione un comunicato che riportiamo.

A proposito degli articoli di stampa pubblicati tra il 20 ed il 21 agosto che riportano del sequestro di pesce surgelato o mal conservato, da parte della Guardia costiera di Palermo, presso il locale Sailem, al complesso monumentale Castello a Mare al porto di Palermo, Giuseppe Casabona, amministratore unico della società Sailem srl precisa quanto segue:

«Quanto divulgato fino ad ora dai media, dopo il sequestro della Capitaneria di Porto, che per altro non è stato ancora convalidato dall’autorità giudiziaria – afferma Giuseppe Casabona, amministratore unico della società Sailem srl e destinatario della denuncia all’autorità giudiziaria di “tentativo di frode nell’esercizio del commercio" - pone un alone di dubbio sulla qualità del cibo del ristorante Castello a Mare e non focalizza la questione su contestazioni di diciture di menu, riducibili a banali asterischi, che saranno eliminati nel 2014, in base alla nuova normativa europea.

La questione dei gamberoni sequestrati – sottolinea Casabona - è paradossale. Chiunque capisca di cucina sa che l’abbattimento, fin già dalla barca del pescatore, è necessario per contrastare la crescita batterica ed è una assoluta garanzia per il consumatore e non una frode. Questa operazione sta danneggiando l’immagine del nostro locale e dello chef Natale Giunta, nostro fondamentale consulente ed ispiratore dei menu, nonchè delle quattordici persone che lavorano da noi. Precisiamo inoltre che eventuali scadenze sono state rinvenute a locale chiuso per ferie e per alimenti quindi mai serviti. Sailem, infatti, si attiene rigorosamente alle procedure di autocontrollo alimentare e ogni data di acquisto e di scadenza dei prodotti viene riportata in un registro fedelmente tenuto dallo chef Gianluca Costanzo».

«Nutriamo forti dubbi - aggiunge l’avvocato della Sailem Stefania de Bellis sulla competenza della Guardia Costiera ad effettuare questo tipo di controlli e sequestri. Attendiamo che la loro regolarità sia valutata nelle sedi competenti, anche alla luce dell’annullamento da parte della Asp 6, di verbali effettuati con le stesse modalità».

altMa non è solo Il Castello a mare a difendere il proprio nome; anche il Gallo d'oro sta valutando la opportunità di un comunicato ufficiale, in cui viene riportata la versione dei fatti così come ce la riferisce la titolare la signora Rosalia Lindon, che ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: 

"In riferimento alle notizie pubblicate da diversi organi d'informazione (giornali, siti web ecc..) ci appare doveroso, a tutela della nostra onorabilità, fare delle precisazioni, in quanto si sta creando, soprattutto sul web, una campagna denigratoria della nostra attività che da quasi 50 anni si contraddistingue per la sua ottima cucina e per la qualità dei prodotti di approvvigionamento acquistati e usati: e queste nostre scelte sono state sempre premiate e apprezzate dalla nostra numerosa clientela.


E' noto e risaputo che le patatine fritte sono patate fresche e non congelate, così come il gambero e le cozze per l'insalata di mare, per non parlare del pesce che viene sempre e quotidianamente acquistato fresco al mercato ittico di Porticello, con relative fatture e etichette di provenienza.

L'infrazione contestata al nostro locale è relativa soltanto ad una procedura di scongelamento non del tutto regolare, cioè senza la griglietta di acciaio inox.

Tutto il polverone creatosi è quindi una mera e pura opera gratuita di  denigrazione e diffamazione che ci rifiutiamo di accettare  passivamente." 

altIl Caffè 113 sceglie per ora la via della rete per replicare alla notizia riportata dagli organi di stampa, in realtà imprecisa, che nel locale veniva servito squalo verdesca al posto di pescespada.

In un commento postato sulla rete da Riccardo Tomasello, figlio del titolare del Caffè 113, si dice testualmente che "il pesce sequestrato nel locale non e' squalo verdesca ma ventresca di tonno ovvero la parte piu' pregiata del tonno cosi' come risulta dallo stesso verbale di sequestro della guardia costiera. A seguito del provvedimento dell'ASP 6 di Palermo il pesce verra' dissequestrato perche' in perfetto stato di conservazione e i funzionari della guardia costiera potranno essere denunciati alle autorita' competenti per abuso di potere e violazione delle norme in materia di prelievo, trasporto e analisi sugli alimenti."

Insomma sembrerebbe, stando alle tesi a discolpa, che sia stato fatto tanto rumore per nulla.

Vedremo, perchè questa storia, con il braccio di ferro tra ASP 6 e Capitaneria, non finirà presto.

nella foto di copertina il Castello a mare