Una decisione doverosa e consapevole - di Angelo Gargano

Una decisione doverosa e consapevole - di Angelo Gargano

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La proposta del sindaco e della giunta di conferire la cittadinanza onoraria di Bagheria a Luca Salvemini, dirigente per 5 anni del Commissariato di P.S. di Bagheria ed al maggiore Francesco Tocci, comandante per 7 anni della Tenenza dei Carabinieri di Bagheria, al momento in cui entrambi si apprestano a lasciare la nostra città per altri ruoli e incarichi, è uno di quei gesti che ha molto di più di un valore puramente simbolico.

Negli ultimi trenta anni la cittadinanza onoraria di Bagheria era stata conferita ad uomini illustri, a partire da Renato Guttuso, come è noto bagherese, nato però a Palermo, al cardinale Salvatore Pappalardo, al compositore Ennio Morricone al critico e studioso d'arte Gillo Dorfles ed in ultimo a due religiosi, padre Antonio Saitta e padre Mariano Lo Coco

Questa proposta, rivolta a due rappresentanti dello Stato, che hanno presidiato in questi anni con fermezza ed efficacia la trincea della sicurezza dei cittadini e della lotta contro la mafia, rappresenta una inversione di 180° rispetto a comportamenti precedenti e storici della classe politica dirigente locale che hanno suscitato riprovazione e sconcerto nell'opinione pubblica nazionale.

Per questo il gesto va condiviso e apprezzato e pensiamo che il consiglio comunale, come le norme prevedono, approverà con un voto plebiscitario la proposta del sindaco: una proposta doverosa, consapevole, come diciamo nel titolo ma aggiungiamo anche, coraggiosa.

E spieghiamo il perchè.

Con questo gesto si cancellano alcune delle pagine più buie che la classe politica dirigente locale, come dicevamo ha scritto negli anni trascorsi: ci riferiamo al voto del consiglio comunale di Bagheria che nel 1963 all'indomani della strage di mafia di Ciaculli , dove saltarono in aria sette carabinieri per una 'Giulietta' imbottita di tritolo, vide diversi esponenti della Democrazia Cristiana del tempo votare contro un  ordine del giono presentato dai consiglieri del Partito comunista di condanna della mafia e di solidarietà all'Arma dei CC.

Come nel 1979 suscitò sdegno e scandalo l'omaggio e l'ossequio di politici, imprenditori e autorità, presso la camera ardente allestita in via Roccaforte del capomafiaTommaso Scaduto, morto da latitante dentro la propria abitazione, cui seguì la presenza al funerale di sindaci, ex sindaci assessori, consiglieri in carica ecc...

Con questi trascorsi un sindaco ed una classe politica che, a quelli che una quota per fortuna minoritaria e marginale di opinione pubblica considera 'sbirri',  conferiscono un riconoscimento di questa natura a due servitori dello Stato è fatto che impressiona favorevolemnte, e segue a distanza di qualche anno  quel primo risarcimento alla memoria di due valorosi carabinieri  con l'intitolazione della piazzetta a Messina e Butifar, periti in un agguato avvenuto poco distante nel 1949 in una operazione di polizia.

Non era però solo la politica ahimè, succube e omertosa nei confronti della mafia in quegli anni: la Chiesa, non era certo quella del cardinale Salvatore Pappalardo e del beato Pino Puglisi, ma era quella del cardinale Attilio Ruffini, e senza voler fare dietrologia in quegli anni passarono per Bagheria a dirigere la Tenenza dei carabinieri uomini di recente coinvolti in indagini delicate relative alla trattaiva Stato-mafia; e sempre in quegli anni conoscemmo personalmente due vicequestori in servizio a Bagheria, uno dei quali alla moglie di un uomo scomparso per lupara bianca diceva benevolemnte: 'Stia tranquilla signora, non si allarmi, suo marito rotornerà', lasciando intendere che magari si era allontanato per qualche scappatella, ed un altro dirigente del Commissariato di P.S. che all'inizio degli anni '80, solo trenta anni  fa, ebbe a a commentare  l'arresto del boss Leonardo Greco, con queste testuali parole:'Mi creda, dottore Gargano, sono esterrefatto, abbiamo fatto controlli rigorosissimi sull'azienda ICRE e non è risultato assolutamente niente di irregolare.'

Pace all'anima loro, certo, ma, senza voler fare generalizzazioni la verità è che diverse, profondamente diverse, erano le condizioni in cui si svolgeva la lotta contro la mafia rispetto ad oggi.

In questi anni abbiamo conosciuto da vicino per motivi legati al nostro impegno,  sia il dottor Luca Salvemini che il maggiore Francesco Tocci, ne abbiamo apprezzato la correttezza e l'attenzione verso i mezzi di comunicazione ma abbiamo avuto modo di conoscere anche la grande professionalità degli uomini che dirigono.

Le indagini dei Carabinieri del maggiore Tocci hanno dato un contributo importante alle indagini contro cosa nostra realizzate negli ultimi anni,  alle operazioni contro il malaffare e le illegalità; la loro scelta di campo in tantissime occasioni accanto agli imprenditori vessati dal pizzo, la loro disponibilità e la loro dedizione; e vogliamo ricordare solo che in ben quattro tentati suicidi è stata la professionalità e il coraggio degli uomini della Polizia a salvare vite umane.

Per questo il gesto di Lo Meo e della sua giunta va nella direzione giusta: questo giudizio naturalmente non assolve l'amministrazione Lo Meo per le inadeguatezze e i ritardi nell'azione amministrativa, ma la colloca in sintonia, sotto questo punto di vista, con quanti si vogliono lasciare alle spalle un passato con il quale è giusto che la comunità faccia i conti.

 

Angelo Gargano