Il provvedimento su corso Umberto rischia di scontentare tutti

Il provvedimento su corso Umberto rischia di scontentare tutti

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Possiamo solo immaginare lo stato d'animo del sindaco Vincenzo Lo Meo nel prendere una decisione sulla riapertura 'notturna' del corso che non risolverà nesssun problema, come chiunque dotato di un minimo di buonsenso comprende, ma che rischia di far perdere al sindaco la credibilità su una questione sulla quale aveva dimostrato coerenza e lungimiranza.

Non avremmo voluto essere al suo posto, assediato pressocchè quotidianamente da un gruppo di commercianti cui è intervenuto a dar man forte, ed  ancora non si riesce a capire il perchè, un ministro della Chiesa che, tra un ministero religioso e l'altro, ha sposato la causa di alcune pecorelle del suo gregge, forse senza neanche rendersi conto che il suo magistero ed il suo impegno dovrebbero riguardare ben altri argomenti.

Ma tant'è: Bagheria ha visto anche altro.

Ha visto sacerdoti  a capo di manifestazioni di massa per il lavoro, come accadde nel 1987, che supplirono all'assenza di partiti e sindacati, e vede per fortuna oggi, parroci di chiese del centro e di periferia affiancarsi ed in certi casi esercitare una supplenza di fatto in tema di assistenza sociale al comune.

Mancava, ma si è subito provveduto, un sacerdote che diventasse capopolo su un tema così squisitamente civico, opinabile e laico, quale quello del corso chiuso o aperto alle auto.

Ma a Bagheria non ci facciamo mancare niente.

Andiamo allo specifico del provvedimento.

Anche un bambino capirebbe  che riaprire il corso dalla 22.00 alle 9.00 del mattino, e senza possibilità di fermata delle auto, è cosa inutile e di nessun impatto sulle questioni che si intendono risolvere: la crisi del commercio, l'addensamento di traffico nei quartieri a ridosso del corso, il problema della sicurezza delle attività commerciali; non saranno certo le sparute auto che circoleranno alle tre di notte a dissuadere i malintenzionati.

La verità è che il problema è stato soltanto rinviato: Don Filippo Custode e i commercianti sperano che questo sia solo il primo passo verso il 'liberi tutti', altri sperano di chiudere dopo questa sessanta giorni di 'sperimentazione' qualunque discussione e ripristinare il corso chiuso alle auto.

E' questa la vera posta in gioco in questi sessanta giorni. 

Vincenzo Lo Meo, che sconta, in queste  settimane soprattutto, un deficit di popolarità, per usare un eufemismo, rischia però con questo provvedimento di perdere quel residuo di credibilità, di prestigio e di rapporto positivo con una parte di opinione pubblica cittadina che su questo tema era riucito a costruirsi, e di affondare definitivamente.

Sarà un'estate calda a Bagheria: il consiglio dovrà approvare entro il 7 giugno le misure del piano di rientro, e saranno dolori su IMU e IRPEF comunale e forse addirittura ancora con la TARSU; l'emergenza rifiuti cesserà di essere emergenza, perchè a mente fredda si può prevedere che la situazione di oggi si protrarrà, a voler essere ottimisti, almeno per i prossimi quattro mesi , considerati i tempi necessari a presentare il piano rifuti alla Regione e poi di bandire le gare per la raccolta e lo spazzamento, per riportare in capo al comune il servizio.

Non si sentiva l'esigenza di aggiungere all'agenda un tema così 'divisivo' come il corso aperto di notte. Aspettiamo di vedere cosa accadrà al termine dei sessanta giorni.