Attualità

Riportiamo il testo integrale del messaggio pastorale del cardinale Paolo Romeo 

In occasione della Marcia contro la mafia che, nel trentennale della sua storica edizione viene rivissuta percorrendo il cammino da Bagheria a Casteldaccia, mi è gradito far giungere a tutti gli organizzatori e ai partecipanti il mio saluto di Padre ePastore di questa Arcidiocesi e il mio apprezzamneto per una iniziativa così densa di motivi per sottolineare con forza la rsistenza morale di ogni cittadino, credente e non,a qualsiasi forma di fenomeno criminale e particolarmente, mafioso.

Trent’anni fa furono gli omicidi di mafia perpetrati nel territorio fra Bagheria, Casteldaccia ed Altavilla Milicia, a spingere tanti buoni cristiani e onesti cittadini e a manifestare contro la logica di morte che muoveva mani omicide ed efferate.

Oggi, questa riedizione della Marcia è caratterizzata dal consolidarsi sempre più fermo di una mentalità nella quale uomini e donne del nostro territorio ascoltano, nel profondo della propria coscienza, l’anelito di giustizia sociale e di libertà da ogni oppressione, e seguono un sentiero già tracciato nei solchi della storia da quanti hanno lottato per la causa dell’uomo e per la sua dignità.

Tanto è stato fatto fino ad oggi in termini di educazione delle nuove generazioni, ed anche a livello ecclesiale sono stati notevoli gli sforzi compiuti per incarnare il messaggio evangelico nella quotidiana costruzione di una civiltà dell’amore e della pace, nei diversi ambiti ed ambienti abitati dai cristiani.

Molto ancora, tuttavia, rimane come compito da sviluppare: non si possono chiudere gli occhi su una società ancora profondamente segnata dalle conseguenze del peccato che, in ogni forma di disuguaglianza e di ingiustizia, di decadenza morale e sociale e in ogni fenomeno criminale e malavitoso, sfigura l’uomo e lo rende schiavo di un sistema complesso in cui è impossibile l’attuarsi di un’autentica freternità.

Per questo sulla scorta della testimonianza del Beato Giovanni Paolo II che in quel memorabile 9 maggio 1993, con voce forte, ad Agrigento, nella Valle dei Templi, gridava ai mafiosi: “Convertitevi!”, anche attraverso questa Marcia, ritorna ad essere necessario invocare un cambiamento sociale che parta dal cuore dell’uomo, da un radicale riorientamento al bene dei singoli, dalla responsabilità che ognuno può e deve nutrire nei confronti della costruzione di un futuro libero da ogni subdola prepotenza criminale.

Ribadire pubblicamente il “no” dei discepoli di Cristo a logiche perverse di sopraffazione e di morte, è anche impegnarsi tutti per chiedere, con maggiore determinazione, ai responsabili della cosa pubblica una molteplicità di interventi di amministrazione e di governo attenti e lungimiranti, lontani da ogni inerzia e decisamente orientati verso opportunità nuove da offrire soprattutto ai giovani e alle famiglie.

Questo perché, approfittando dell’humus dell’attuale crisi, che vede aumentare le fasce di povertà causate soprattutto dall’impressionante piaga della disoccupazione, le infiltrazioni tentacolari del male trovano largo spazio e causano drammi che si consumano a danno dell’intero tessuto sociale e – inevitabilmente – a danno delle singole coscienze.

La nostra Arcidiocesi si prepara a vivere la Beatificazione di don Pino Puglisi, sacerdote, che, il prossimo 25 maggio, verrà proclamato martire assassinato dalla mafia "in odium fidei".

Il riconoscimento del suo martirio, che pure non è una “canonizzazione dell’antimafia”, ci obbliga a riconoscere un presbitero, e dunque uno stile ecclesiale, la cui fede deve diventare necessariamente autentica carità, che rigetta qualsiasi forma di male e che per questo è sempre scomoda.

Una fede che “si” scomoda e “ci” scomoda perché richiama il banco di prova della sequela professata dalla Chiesa: l’amore. 

Don Pino, riprendendo uno slogan del Centro nazionale Vocazioni di quel tempo, in uno dei suoi campi-scuola, diceva ai suoi giovani: “Venti, sessanta, cento anni, la vita. A che serve se sbagliamo direzione? Ciò che importa è incontrare Cristo, vivere come lui, annunciare il suo amore che salva. Portare speranza e non dimenticare che tutti, ciascuno al proprio posto, anche pagando di persona, siamo i costruttori di un mondo nuovo”.

Abbiamo il diritto di pretendere, innanzitutto da noi stessi, che, attraverso iniziative come questa Marcia, non siano sprecate le opportunità di metterci accanto all’uomo per la sua liberazione da ogni forma di ingiustizia e di oppressione.

Che l’oggi sia vissuto con illuminata responsabilità, e che possiamo essere tutti – ciascuno per la propria parte – portatori di speranza e di libertà per questa nostra società, e come direbbe don Pino, costruttori di un mondo nuovo “anche pagando di persona”.

Palermo, 26 febbraio 2013

Paolo Card. Romeo
Arcivescovo di Palermo

nella foto Il cardinale Paolo Romeo durante i festeggiamenti per i suoi 75 anni

Se non fosse una storia vera, riscontrata, documentata e verificata, la potremmo considerare un buon canovaccio per un piece teatrale, o un eccellente spunto per un romanzo tipo “La concessione del telefono” di Andrea Camilleri.

Ve la raccontiamo sin dall’inizio, citando soltanto fatti ed elementi assolutamente oggettivi e riscontrabili, senza colorare come sarebbe giusto di un robusta vena di ironia e sfottò o di una salutare indignazione, i vari momenti di una vicenda del teatro dell’assurdo che, ad oggi, ancora non si è conclusa.

Allora seguiteci con una certa attenzione: c’è un imprenditore bagherese che opera nel settore legato alla commercializzazione di prodotti agricoli biologici che un giorno decide di ampliare i propri orizzonti e di entrare sui mercati oltre che con il prodotto fresco anche con una serie di prodotti lavorati, ortaggi soprattutto, melenzane, peperoni, zucchine e quant’altro cotti e conservati in barattoli di vetro e sott’olio.

Rimette a nuovo un capannone industriale in via Parisi, richiede autorizzazioni, permessi e nulla osta, e nel mese di dicembre dello scorso anno, dopo solo tre anni di peripezie, è già in vista del traguardo.

Ha installato una linea di produzione, ha tarato apparecchiature con personale specializzato sceso giù dal Nord, ha testato i prodotti che sono stati giudicati competitivi per prezzo e qualità, era stata prevista addirittura una degustazione dei nuovi prodotti alla Fiera di Norimberga, la più importante del mondo sui prodotti agricoli ecologici, che si è svolta una decina di giorni fa, dove uno stand costa 20.000 euro e dove si firmano contratti per milioni e milioni di euro.

Va aggiunto, ed è un dettaglio non trascurabile, che l’avvio della produzione avrebbe portato ad opportunità di lavoro per almeno una decina di persone, tra occupazione diretta e indotta.

Avrebbe, abbiamo scritto, ed ora spieghiamo il perché dell’uso del condizionale.

Il 12 di dicembre 2012 si materializza l’imponderabile, nella fattispecie l’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, l'ENEL per capirci.

Nel capannone di via Parisi viene a mancare all'improvviso l’energia elettrica: si pensa ad una interruzione temporanea che da noi può succedere.

Non è così: l’azienda chiama il call center dell’ENEL e scopre che l’interruzione della fornitura è dovuta ad una fattura relativa al mese di Settembre 2012 e che all’Ente risulta non pagata.

Il responsabile contabile dell’azienda fa un rapido controllo e smentisce l’Enel: no, risponde, la fattura di settembre è stata regolarmente pagata con un bonifico bancario, che, per chissà quale motivo forse all’Enel non era stato trasmesso.

Pazienza può succedere: nessun problema risponde la voce della signorina, si può risolvere subito: "l'azienda alleghi copia del bonifico che attesta il regolare pagamento della fattura e via fax la mandi all’Enel che  riattiverà subito la fornitura e tutto si aggiusta"

Perfetto: l'azienda immediatamente manda via fax la copia del bonifico della famosa fattura  all’Enel e sempre via call center e operatore, l’azienda elettrica garantisce che nel giro di qualche giorno il contratto verrà riattivato come pure l’erogazione di energia.

Sembra uno di quei banali contrattempi che possono capitare a tutti; è invece solo l'inizio di una storia paradossale  e incredibile.

Passano invece  i giorni ma della luce, è il caso di dire, neanche l’ombra.

Nuove telefonate all’Enel : provvederemo al più presto si risponde dal'altra parte del filo, ma passano i giorni delle feste e arriviamo ai primi di gennaio.

Passato il Capodanno nuova telefonata: sì in effetti, si scusa l’operatore (che naturalmente non è mai lo stesso ed al quale bisogna ogni volta rifare tutta la storia), non abbiamo riallacciato la corrente perché nel frattempo abbiamo emesso la fattura di dicembre che è però insoluta, e quindi non si può procedere al riallaccio.

"Paghi l’Azienda la fattura di dicembre, (mese in cui peraltro l’azienda aveva usufruito dell’energia elettrica per soli dodici giorni) e tutto andrà a posto".

Grazie, prego, arrivederci e buon lavoro. Sembra finalmente tutto a posto e risolto.

L’imprenditore paga la fattura di dicembre, anche perché l’importo presuntivo poi sarà comunque conguagliato e si dispone ad attendere che qualcuno si decida a premere quel famoso bottone o pulsante che tornerà ad erogare l’energia agli impianti fermi ormai da un mese.

Continuano a passare i giorni e le settimane ed arriviamo a qualche settimana fa a fine gennaio, anzi ai primi di febbraio e le promesse di pronta riattivazione sono rimaste lettera morta: non solo l’erogazione di energia elettrica non è stata ancora ripristinata ma ecco che arriva implacabile la fattura di gennaio 2013 ( per le utenze industriali la fatturazione è mensile) per un importo di oltre 350 euro, sempre computata sui consumi presunti.

Solite telefonate al numero verde: sì, noi faremo il riallaccio, ma lei deve pagare la fattura di gennaio 2013.

Ma scusatemi, oppone l’imprenditore: “io non sono mai stato inadempiente per i pagamenti,  a gennaio non ho avuto alcuna erogazione di corrente per responsabilità esclusiva dell’Enel, che senso ha pretendere che se non pago la fattura di gennaio non mi ripristinate la linea?".

Pare però che, per un diritto divino riconosciuto soltanto all’Enel, la fattura per un servizio non reso debba essere pagata, prima ancora che venga riallacciata la linea.

Ora, riflette il nostro imprenditore, siamo nella terra di Pirandello e qualche ridicolo epigono, può anche montare un meccanismo infernale: in poche parole basta ritardare il ripristino della corrente di qualche settimana e nel frattempo si manda sempre la fattura del mese precedente che, se non viene “onorata” non consente di ripristinare la corrente.

Insomma il classico cane che si morde la coda.

Nel frattempo in preda ad una più che legittima incavolatura il nostro imprenditore fa il disperato tentativo di ricorrere ad un altro gestore: impossibile!

L’Enel blocca, stavolta con invidiabile tempestività, questa nuova eventualità comunicando al potenziale nuovo gestore che l’azienda in questione ha degli insoluti, e quindi non è autorizzata a procedere a stipulare un nuovo contratto.

Cosa ci vuole a riattivare una utenza? crediamo poco o nulla, forse premere un pulsante, abbassare una leva, schiacciare un bottone, ma nessuno all’ENEl, Ente nazionale per l’energia elettrica trova ancora il modo, il tempo o la voglia di farlo.

Facciamola breve: sono trascorsi oltre due mesi da quel fatidico 12 dicembre: l’azienda ha gli impianti bloccati, la produzione non viene avviata, le forniture previste dai contratti sono state sospese, persone che nutrivano una legittima aspettativa di lavoro continuano ad aspettare e a sperare.

Nel frattempo il nostro imprenditore, oltre a continuare a parlare con Tizio e Caio del call center, ha avviato un procedimento legale per danni nei confronti dell’ENEL.

Le cose che abbiamo riferito, lo ripetiamo, sono tutte riscontrabili, compresi i nomi degli interlocutori dei call center, le ore di chiamata e tutto.

Ma è possibile che in questa Sicilia benedetta dall’energia solare e maledetta dall’Ente nazionale per l’energia elettrica, quei pochi disgraziati che vogliono fare impresa debbano subire queste autentiche vessazioni ?
 

La Ser. Eco., ricerca ragazzi ambosessi da coinvolgere in un progetto di sensibilizzazione a supporto dell’ attività di gestione differenziata dei rifiuti.

I requisiti richiesti sono:

Età compresa tra 20/40 anni;
• Automuniti;
• Diploma di scuola media superiore.

Tutti coloro che hanno interesse possono far pervenire una richiesta alla seguente email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. contenente il proprio curriculum vitae con foto ed autorizzazione al trattamento dei dati personali, entro e non oltre le ore 12.00 del 25/02/2013.

I candidati selezionati verranno chiamati per un colloquio.
 

Agricoltura sociale, centro ludico, centro di accoglienza, settimana della famiglia, concorso per le scuole , sagre sociali per la diffusione dell’identità territoriale, adesione alla campagna One tree per Child (un albero per ogni bambino, progetti per combattere la solitudine e l’emarginazione degli anziani, realizzazione di un centro polifunzionale per minori e giovani, attività post scuola, progetti di reinserimento lavorativi e le azioni legate al piano di zona sono solo alcuni dei progetti che l’assessorato alle politiche sociali, diretto da Massimo Mineo ha presentato oggi in conferenza stampa alla presenza della responsabile dell’ufficio Piano di Zona, Giacomina Bonanno e della responsabile del Servizio Politiche Formative e Affari Generali Staff del IV settore Rosa Di Salvo.

L’assessore Massimo Mineo ha disegnato un quadro della situazione economica e sociale della città che è sempre più drammatica, dove il numero delle famiglie che non riesco a vivere decentemente è in crescente crescita. “Gli Enti locali possono fare sempre meno, bastonati dagli enormi tagli statali e regionali dice l’assessore si pensi solo a fatto che per il Piano di Zona 2013 – 2015 dovrebbero essere trasferiti il 30% di quanto ci era stato concesso per il precedente piano in soldoni 240 mila euro contro 800 mila”.

Ma l’assessore non si abbatte e nonostante alla sua porta ed a quella dei servizi sociali sia oramai una costante che sempre più famiglie vengano a chiedere lavoro e sussidi sta cercando di rendere più incisiva la propria azione. “Occorre rivoluzionare l’intero sistema del welfare e renderlo più forte” – dice Mineo – dopo un’analisi dei bisogni e delle risorse disponibili abbiamo iniziato a programmare ma vogliamo farlo creando una rete di solidarietà tra tutti gli attori che operano nel territorio”.

A tal proposito il settore IV delle Politiche sociali con in testa l’assessore Mineo incontreranno mercoledì 20 febbraio, alle ore 16.00 in aula consiliare, in municipio, tutti coloro che intendono partecipare alla riunione ma che abbiamo un’idea da condividere, un progetto da presentare, e che siano presenti per fare rete e con uno spirito collaborativo al fine di condividere, migliorare e integrare la stesura definitiva della bozza di programma del settore welfare.

Si tratta dunque di un work in progress ma che può contare già su alcuni punti chiari, fattibili e che non mirano a favorire l’assistenzialismo ma a creare opportunità. azioni che presto inizieranno a vedere la luce ed altre che si svilupperanno nell’arco del triennio 2013-2015.

Di seguito pubblichiamo il programma del settore welfare redatto dall’assessorato, programma che può essere scaricato anche dal sito web comunale.

ASSESSORATO ALLE POLITICHE SOCIALI

L’Assessorato alle Politiche sociali, in questo particolare momento storico, connotato da una grave crisi economica e sociale, ha il dovere di rendere più incisiva la propria azione. Paradossalmente, proprio quando il risanamento di un Paese sembra passare dal taglio di tutti quei servizi alla persona, e in particola modo di quelli che riguardano le fasce più deboli e indifese, bisogna rivoluzionare l’intero sistema del welfare e renderlo più forte.

Per fare ciò è necessario partire da una attenta e scrupolosa analisi dei bisogni e delle risorse disponibile, bisogna recuperare e rafforzare la rete di solidarietà che opera in ogni territorio, è imprescindibile programmare e farlo insieme.

PROGRAMMA SETTORE WELFARE ANNO 2013

1) Progetto sperimentale di “Agricoltura Sociale” su terreni confiscati alla mafia e terreni non coltivati previa convenzione con i proprietari del fondo. Avviare primi laboratori imprenditoriali tesi a superare le forme di mero assistenzialismo e promuovere processi di reinserimento lavorativo.

2) Adeguamento immobile di proprietà comunale a “Mensa Sociale” da affidare ad operatori volontari del settore.

3) Affidamento di bene confiscato alla mafia per la creazione di un “Centro ludico – ricreativo per soggetti diversamente abili”. Partecipazione a bando indetto dal Ministero per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici” per accedere a finanziamento.

4) “Settimana della Famiglia”. Ottobre. Organizzazione di seminari, giornate studio, eventi culturali, spazi di socializzazione e spettacoli, da dedicare al tema della famiglia.

5) “Il Territorio visibile e invisibile”. Novembre. Concorso da rivolgere alle scuole di ogni ordine e grado presenti sul territorio intercomunale del distretto D 39. Favorire nuovi spazi di incontro e di educazione culturale nelle nuove generazioni.

6) “Sagra Sociale dello sfincione”. Dicembre. 1° sagra sociale da istituire come momento di identità territoriale ma soprattutto come momento di solidarietà. Il ricavato della manifestazione sarà destinato ad iniziativa di sostegno sociale.

7) “One Tree Per Child”. E’ la campagna internazionale lanciata dal Forum Nazionale dei Giovani durante il Cop 15 di Copenhagen, con l'obiettivo di contribuire alla lotta al surriscaldamento globale, alla riforestazione del pianeta e a promuovere l'educazione ambientale delle nuove generazioni.

8) “Mai soli”. Contrasto alla solitudine e alla emarginazione degli anziani. Coinvolgimento di associazioni di anziani per l’istituzione di un servizio domiciliare rivolto ad anziani soli e non autosufficienti.

9) “Giovani Città e Futuro”. Realizzazione di un Centro polifunzionale per minori e giovani residenti nel Distretto Socio-Sanitario D 39 appartenenti a fasce sociali deboli. Progetto quinquennale finanziato con linea di intervento 6.1.4.4. (PISU) del PO FESR 2007/2013.

10) “Cip e Ciop”. Attività post orario scolastico. Tempo d’estate. Spazio socializzazione per minori. Progetto in corso di rimodulazione per conferma del finanziamento regionale.

11) “Impara un mestiere”. Progetto di reinserimento lavorativo di giovani ex detenuti e soggetti svantaggiati. Il progetto ha quale obiettivo di favorire l’inclusione sociale tramite l’inserimento lavorativo utilizzando le rispettive competenze professionali.

12) “Progetto Alzheimer”. Interventi a sostegno delle persone affette da Alzheimer e dei loro familiari.

13) “Progetto Home care premium 2012”. Gestione di Progetti Innovativi e Sperimentali di Assistenza Domiciliare per l’intervento in favore di soggetti non autosufficienti e fragili. Utenti dell’INPS - Gestione Ex Inpdap nonché azioni di prevenzione della non auto sufficienza e del decadimento cognitivo.

14) “Piano di Zona triennio 2010/2012”. Presa in carico della famiglia: Progetti personalizzati sostegno – minori – anziani – disabili – contrasto alla povertà – reinserimento lavorativo.

15) Predisposizione del nuovo Piano di Zona per il triennio 2013/2015 – Avvio procedure.

PROGRAMMA SETTORE WELFARE TRIENNIO 2013-2015

1) “Casa dell’accoglienza”. Realizzazione in bene confiscato alla mafia di un centro di accoglienza temporanea per singoli o famiglie che si ritrovano temporaneamente senza dimora.

2) “Pronto Soccorso Sociale”. Centro da realizzare in bene confiscato alla mafia per offrire un servizio da erogare in via provvisoria alle persone estremamente bisognose nei casi di assoluta emergenza.

3) “La fabbrica delle idee”. Fabbrica da realizzare in bene confiscato alla mafia per la trasformazione dei prodotti provenienti da agricoltura sociale. Progetto da realizzare con imprese del settore e cooperative di tipo B per l’inserimento di soggetti svantaggiati nel mondo del lavoro.

4) “Progettazione”. L’Assessorato deve fare i conti con l’esiguità dei fondi a disposizione nel Bilancio Comunale per cui è necessario qualificare al massimo gli interventi finanziati dal Piano di Zona e creare un team intersettoriale per la progettazione e l’accesso ai finanziamenti per la gestione di fondi U.E. e FAS.

Questa la bozza redatta dall’assessorato al welfare del Comune di Bagheria. Al fine di condividere, integrare e migliorare la stesura definitiva della programmazione del settore invitiamo quanti disponibili ed interessati a partecipare l’incontro di mercoledì 20 febbraio 2013, alle ore 16:00, presso l’aula consiliare “Antonio Gargano” di corso Umberto I.

 

Bagheria, lì 14 febbraio 2013 L’Assessore alle Politiche Sociali
Dott. Massimo Mineo

 

Fonte  Ufficio Stampa del Comune di Bagheria

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