Brevi

Giuseppe Musumeci, 32 anni, figlio del parlamentare regionale Nello, leader de La Destra in Sicilia e candidato a governatore nell'Isola nella scorse elezioni regionali, è morto nella sua abitazione di Catania.

A trovarlo, riverso per terra nel bagno, con la porta chiusa dall'interno, la donna di servizio della famiglia. Soccorso, è stato condotto nell'ospedale Garibaldi, ma era già deceduto.

Sull'episodio, come atto dovuto, la Procura di Catania ha aperto un'inchiesta conoscitiva e disposto, per domani, l'autopsia, per verificare anche eventuali allergie a farmaci.

I Carabinieri della compagnia Piazza Dante hanno sequestrato antinfiammatori e antibiotici che erano nella stanza su disposizione del procuratore capo, Giovanni Salvi, e del sostituto Angelo Busacca.

da gds.it

Erano le 17 di questo pomeriggio quando due giovani a volto scoperto ed entrambi  che impugnavano un pistola sono entrati nella rivendita di tabacchi che si trova nella piazzetta di Aspra. 

I due hanno manifestato subito le loro intenzioni, ma all'improvviso, forse perchè attivata dal titolare del negozio, è scattata la sirena dell' allarme.

I due hanno allora immediatamente desistito dal portare a termine il loro disegno criminoso, e sono fuggiti precipitosamente a bordo di una Fiat uno bianca vecchio modello.

Sul posto è subito intervenuta una volante della Polizia. 

 

A Ficarazzi (pa), i militari della locale stazione, traevano in arresto  BOUSALMI Benedetto, nato a Palermo classe 1989, residente in Ficarazzi, nullafacente, pregiudicato. ritenuto responsabile del reato di “detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente”:

Il prevenuto, a seguito di perquisizione effettuata presso la propria abitazione, veniva trovato in possesso di grammi 50 circa di sostanza stupefacente del tipo hashish, suddivisa in piccole dosi avvolte in carta stagnola pronte per essere spacciate per il week-end, poste sotto sequestro.

L’arrestato, su disposizione della competente Autorità Giudiziaria, disponeva BOUSALMI Benedetto, la misura cautelare degli arresti domiciliari. 

'La lista “Vivere il territorio”, dopo aver dato fiducia al candidato sindaco Giuseppe Montesanto, sulla base di precisi accordi di coalizione presi assieme ai gruppi Alternativa per Casteldaccia Libera, PD, Gruppo Montesanto, Officine per Casteldaccia, evidenzia che a tutt’oggi non sono stati fatti propri né dal candidato né dalla coalizione i punti qualificanti espressi dal gruppo Vivere il Territorio e che assicurano la nostra impronta di cambiamento. Pertanto il gruppo Vivere il Territorio si autosospende dagli impegni presi con la coalizione e con il candidato sindaco'.

Si è chiuso in bellezza il Corso di Formazione Politico Amministrativa, organizzato dal comitato Vivere Casteldaccia – Territori a confronto. Si è parlato di legalità, antimafia e partecipazione con il magistrato antimafia e leader di Azione Civile Antonio Ingroia. L’incontro si è tenuto martedì 30 maggio, nella location dell’Arsenale delle Apparizioni in via Lungarini.

Si conclude così un’esperienza entusiasmante, interessante e positiva per la vita culturale, sociale e politica di Casteldaccia. Una formula semplice ed efficace: incontri di alto livello, relatori di qualità, interventi liberi da parte del pubblico, dibattito finale.

Con la successiva pubblicazione sul web di tutti i documenti, le slides e gli approfondimenti, l’utilizzo di youtube per i video integrali degli incontri e la promozione tramite i social network, il comitato Vivere Casteldaccia ha dimostrato come sia possibile – con mezzi scarsi e un pizzico di organizzazione e buona volontà – fare informazione, opinione pubblica e “politica” nel senso più alto del termine.

Il comitato Vivere Casteldaccia, che non partecipa alla competizione elettorale che porterà al rinnovo di giunta e consiglio comunale il 9 e 10 giugno, ci tiene a mantenere il suo profilo super partes, per un cambiamento culturale – e quindi di lungo periodo – della nostra comunità.

Con questa e successive iniziative, il comitato è intenzionato a lasciare il segno. Il Corso di Formazione è stato il nostro banco di prova, insieme ad esperienze della stessa natura come il giornale “La Meridiana” del biennio 2006/2007 e il blog www.lorenzocanale.it.

Abbiamo a cuore il bene comune e l’interesse di tutti i cittadini. Vogliamo che finisca la politica fatta di fazioni opposte e ottuse, tifi da stadio, veleni e distorsioni, interessi di bottega e di piccoli e grandi orticelli privati.

Ci teniamo che tutti abbiano a disposizione le informazioni e gli strumenti necessari per capire come funziona la Cosa Pubblica, che deve essere di tutti, aperta e aggregativa.

 

Il comitato Vivere Casteldaccia – Territori a confronto

È morta stamattina Agnese Borsellino, vedova di Paolo, il magistrato ucciso dalla mafia il 19 luglio del 1992. Agnese Piraino Leto, figlia del presidente del tribunale di Palermo Angelo, si era sposata con Paolo Borsellino, allora giovane magistrato, il 23 dicembre 1968.

Da loro matrimonio sono nati tre figli: Lucia, 44 anni, che oggi ricopre l'incarico di assessore regionale alla Sanità, Manfredi, 41 anni, attuale dirigente del commissariato di polizia di Cefalù, e Fiammetta, di 40.

La vedova Borsellino, che era malata da tempo, ha sempre tenuto un atteggiamento di grande riserbo insieme ai figli, limitandosi a presenziare a poche cerimonie pubbliche in ricordo del marito.

Solo in occasione delle udienze del processo per la strage di via D'Amelio aveva riferito le confidenze e le preoccupazioni del marito alla vigilia dell'attentato del 19 luglio 1992.

Decine di arresti in una operazione della polizia delle frontiere contro i furti nei bagagli da stiva dei passeggeri degli aerei.

L'indagine, partita circa un anno e mezzo fa da alcune denunce di cittadini a cui avevano sottratto oggetti nei bagagli all'aeroporto di Lamezia Terme, ha riguardato anche altri aeroporti italiani; primo tra tutti lo scalo di Fiumicino dove ci sono stati 49 arresti.

Le restanti 37 persone sono state arrestate nei principali scali nazionali.

I destinatari delle misure cautelari, tutti dipendenti di Alitalia addetti alle operazioni di movimento bagagli, sono stati incastrati dalle telecamere. Gli arrestati rischiano pene fino a 6 anni.

L'operazione, denominata "Stive pulite", è stata condotta dall'Ufficio polizia di frontiera di Lamezia Terme, coordinato dall'Ufficio di fontiera di Roma-Fiumicino ed ha portato all'identificazione dei responsabili di decine di furti nei bagagli in otto aeroporti italiani.

I furti avvenivano a bordo degli aeromobili durante le operazioni di carico e scarico dei bagagli. Gli aeroporti coinvolti, oltre a Roma e Lamezia Terme, sono Bari, Bologna, Milano Linate, Napoli, Palermo e Verona.

Importante nell'operazione anche il ruolo del personale della sicurezza di Alitalia; nel corso delle indagini infatti sono state effettuate per la prima volta intercettazioni audiovisive a bordo degli aeromobili grazie alle quali è stato possibile identificare i responsabili dei furti.

Alle persone coinvolte nell'operazione vengono contestati i reati di furto, furto aggravato e danneggiamento perché i bagagli che i ladri non riuscivano ad aprire venivano danneggiati per ripicca.

L'inchiesta, che è andata avanti per oltre un anno, ha portato all'esecuzione di 86 misure cautelari, 29 arresti e 57 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di altrettante addetti aeroportuali. Tra gli arrestati 19 dipendenti dell'Alitalia in servizio a Fiumicino, dove è stata eseguito il maggiore numero di provvedimenti. Nello scalo della capitale, inoltre, altri 30 addetti al servizio di carico e scarico dei bagagli hanno avuto notificato l'obbligo di presentazione. I furti andavano avanti da molti anni e sarebbero proseguiti per chissà quanto tempo ancora, in un clima di totale impunità, se non si fosse attivata concretamente la Procura di Lamezia Terme.

«Il fatto importante - ha spiegato il procuratore Domenico Prestinenzi in conferenza stampa - è che abbiamo fatto una trattazione unitaria di tutti gli episodi di furto, anche se rientranti nelle competenze di altre Procure, in quanto solo così è stato possibile valutare la gravità dei fatti. Si tratta di episodi rilevanti sul piano penale e sociale per il danno grave d'immagine e materiale provocato alle compagnie di volo ed all'intero sistema nazionale dei trasporti aerei»,

La Polizia di frontiera di Lamezia Terme, diretta da Ferruccio Martucci, ha visionato ben 8.841 filmati, per un totale di circa 2.200 ore di ripresa. Il dato significativo è che, grazie alla collaborazione con l'Alitalia, a bordo degli aerei sono state installate alcune telecamere particolari a emissioni zero in modo tale da non rischiare interferenze con la strumentazione di bordo dei velivoli e non pregiudicare, così, la sicurezza dei voli. E proprio le immagini hanno messo in evidenza l'arroganza e l'assoluta mancanza di rispetto da parte dei ladri nei confronti dei proprietari dei bagagli.

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