Lettera aperta - al Sig. Sindaco di Bagheria, dott. Lo Meo - al Sig. Assessore alla Cultura, dott. Cirafici.
Da cittadino e da operatore nel mondo della scuola e della cultura, mi rivolgo alle SS.LL., per accendere i riflettori su un problema che non può passare, a mio avviso, sotto silenzio ed essere affrontato e risolto sotto il profilo esclusivamente amministrativo e/o tecnico.
Una città che voglia crescere in civiltà non può considerare la cultura come un aspetto del tutto secondario e irrilevante o, tutt’al più, “folcloristico” e valido solo se facente parte della cosiddetta “tradizione” ( per la serie: siamo un paese di “poeti, fotografi e registi”) benché di tutto rispetto, ma che viene invocata e richiamata proprio quando sembra riaffiorare prepotente il...quasi nulla del presente, come per “vivere” di rendita.
Una città culturalmente viva e un’amministrazione culturalmente attenta non può non valorizzare al massimo le “emergenze” culturali positive, tra le quali sicuramente il Teatro, il Teatro Branciforti, che può, a buon diritto, stare in prima fila per impegno etico e civile nonché per qualificata, stimata e appassionata professionalità.
Basti pensare soltanto – e mi permetto di riferirne per esperienza diretta- alla straordinaria valenza educativa, formativa, sociale e più strettamente culturale, dell’esperienza pluriennale di collaborazione con le Scuole cittadine, in particolare con la nostra Scuola, che ha visto la sig.ra Rosamaria Spena protagonista insostituibile, con risultati di assoluto rilievo non solo sul piano locale ma anche a livello nazionale e internazionale.
Che possano essere sorte difficoltà sul piano amministrativo, in un periodo così avvilente e mortificante per questo Comune, senza voler entrare, in questa sede, nel merito delle specifiche responsabilità, è comprensibile.
Del tutto incomprensibile appare, invece, voler affrontare un problema di “cultura”, non partendo proprio da questo indispensabile presupposto di riferimento - e su questo presupposto penso le SS.LL. non possano non essere d’accordo- l’unico possibile a partire dal quale si possono cercare soluzioni adeguate e ragionevoli: il Teatro Branciforti, la sig.ra Rosamaria Spena che lo rappresenta, hanno costituito, costituiscono e potranno costituire un punto di “forza” culturale di assoluto rilievo, da dover, anzi, “potenziare” e “valorizzare” più adeguatamente?
Ad un’analisi intellettualmente “onesta” non si può che rispondere positivamente e non saremmo i soli, visto il consenso qualificato e diffuso che questo Teatro ha riscosso e riscuote.
Allora, come cittadini e come persone attente e interessate alla promozione della cultura, in particolare per le giovani generazioni, possiamo accettare in silenzio e passivamente che il Teatro Branciforti sia destinato all’abbandono o ad un ruolo marginale e insignificante, se è vero che la sig.ra Spena risulta essere stata messa nelle condizioni di lasciare e definitivamente?
Vogliamo essere fiduciosi che questa soluzione sia scongiurata del tutto da una valutazione ancora più attenta e sensibile da parte delle SS.LL
Vogliamo essere fiduciosi che questa lettera aperta venga letta come un appello al quale si possano associare quanti si sentono di concordare con queste pur semplici considerazioni o di esprimere con ulteriori sollecitazioni il loro dissenso rispetto alla prospettiva di un esito negativo della questione, che rappresenterebbe un’altra “sconfitta” civile e culturale ed un altro “passo” indietro per tutta la Città, che sicuramente non è proprio quello di cui abbiamo bisogno.
Con distinti saluti
Prof. Manlio Schiavo,
docente presso il Liceo Scientifico “G. D’Alessandro”