Bagheria nel giornalismo parte III, l'Eco, la Nave, l'Era Nuova

Bagheria nel giornalismo parte III, l'Eco, la Nave, l'Era Nuova

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Ormai i caratteri dei giovani s’erano andati plasmando e non si contentavano più dei foglietti litografati e senza uno scopo determinato.

Il giornale non si concepiva più come un semplice passatempo o una gara letteraria, ma si voleva, per seguire tutto un programma, per portare tutto il suo contributo d’incivilimento, per sollevare alla dignità della pubblica discussione le nostre questioni più spinose, i nostri bisogni più vitali, le nostre aspirazioni per l’avvenire.

Nacque “L’eco” che, da me diretto, sostenne con obbiettività, non rispettata dagli avversari, una polemica sorta a proposito d’una chiesa da erigere nella Piazza della Stazione: si allargò poi a combattere tutte le inframmettenze clericali.
Mi furono in quest’opera validi collaboratori Totò e Mimì Nasca.
Ritornato dall’aver prestato il proprio contributo alla patria, Peppino Verdone ne continuò la pubblicazione, finchè, dovendo attendere alla sua azienda, lo affidò ai siciliani avv. Castronovo ed ing. Lo Monaco.

Frattanto un altro giornale era sorto sotto la direzione di Salvatore Paladino ove collaboravano anche Mimì Sciortino e il dott. Maniscalco: “La Nave”.
Il giornale fu grandemente battagliero e sollevò ire e rancori: nella lotta contro i clericali si unì all’ “Eco”, e fu tale unione che provocò quell’esilarantissimo comizio “pro morale” bollato dal Cav. Scaduto, allora Sindaco, con parole sprezzanti, e che segnò l’indice della turbolenza pretesca.
Si ricorse da parte dei preti alle insinuazioni, alle malignità, ai sotterfugi, spingendo contro di noi la folla anonima e fanatica.
Ma rimasero sconfitti.
Attorno alla “Cassa rurale” avevano creato una infinità di istituzioni col fine evidente d’invadere ogni campo dell’attività bagherese.

Una cooperativa di consumi, una “lega fra i falegnami”, un’altra “fra i calzolai” un “Circolo Pio X”, una “Casa del popolo” erano tutti segni evidenti dei fini politici da cui il clero era animato.
Non si facevano più misteri ed a tanto era arrivata l’arroganza dei preti da promettere formalmente ad un Tizio la sindacatura, ad un Caio l’assessorato……
Si credeva che Bagheria paziente fosse terra di conquista ed i conquistatori in sessantaquattresimo pensavano già a dividere le spoglie!

Poveri illusi!
I preti furono ricacciati nel mistero delle loro sacrestie, costretti a sconfessare tutti i loro propositi bellicosi; quando osarono aizzare il canagliume a stracciare un manifesto riproducente le sembianze del martire Nolano, furono dalla nostra generosità sottratti alla galera.
E all’”Eco” e alla “Nave” tenne dietro l’”Era Nuova” diretta da Francesco Scaduto, che continuò l’opera intrapresa di guerra ad oltranza a tutte le superstizioni, atutti gli errori, a tutte le menzogne
Con cui si tenta di abbrutire la vita civile epolitica del popolo.