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Politica
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Sapevamo che la pubblicazione dell'articolo in cui si segnalava un debito complessivo di 40.000 euro equamente suddiviso tra un gruppo di consiglieri delle precedenti consiliature e di due funzionari comunali avrebbe suscitato qualche polemica, e così è stato.

Lo spirito era quello di far conoscere un episodio, piccolo se vogliamo e di modesto importo, ma emblematico del modo di gestire da parte della politica e dell'apparato amministrativo la materia dei crediti del comune nei confronti di terzi, consiglieri e non.

Sapevamo che nella pubblicazione dei nomi si rischiava, come di fatto accaduto, di mettere nello stesso mazzo  il furbetto ( o presunto tale) e le persone perbene, ma era inevitabile pubblicare i nomi nel momento in cui con provocatoria supponenza qualcuno, con argomentata fermezza altri, chiedevano di conoscere la lista.

Avevamo avvertito che alcuni dei debitori, in particolare tra quelli del 2011, non erano probabilmente e chiaramente informati sul debito e sulle procedure per ripianarlo, ma averne fatto i nomi non vuol dire affatto aver dato in pasto all'opinione pubblica la dignità e l'onorabilità delle persone.

Tra i nomi riportati c'è n'è qualcuno nei confronti del quale nutriamo sincera stima e rispetto, e crediamo che l'opinione pubblica, così come noi, sia in grado di distinguere il furbo dal distratto e il disinformato dal recidivo. 

C'è un problema su tutto: il comune ha crediti non esigiti per circa otto milioni di euro; 40.000 euro sono solo una goccia.

La verità è che l'apparato amministrativo non si occupa per niente di recuperare queste somme, perchè non arriva l'input politico.

Voleva essere questo l'obiettivo finale del nostro articolo: dare una scossa ad una guida politica che sembra in narcosi e ad un apparato che che pensa solo alle proprie sinecure.