Imparzialità a senso unico?- di A.Gargano

Imparzialità a senso unico?- di A.Gargano

Politica
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La prima considerazione non può che riguardare "l'accusa" di avere spezzato una lancia in favore di Sciortino, che questo giornale ha criticato per alcuni episodi verificatisi durante gli anni delle sue amministrazioni.

La nostra equidistanza l'abbiamo dimostrata e certificata pubblicando in quest'ultimo anno decine di articoli di associazioni, movimenti, di esponenti forze politiche, di singoli cittadini anche candidati, di programmi di forze politiche che facevano affermazioni dure e critiche nei confronti della amministrazione e tutti hanno trovato, come noi abbiamo trovato, assolutamente normale che ciò avvenisse.

Nessuno, assolutamente nessuno, allorchè ci ha inviato un contributo serio e ragionato, si è mai visto opporre un rifiuto da parte nostra alla pubblicazione, anche se duro e critico contro sindaco e amministratori.

Questa è stata e resterà sempre la nostra , se vogliamo definirla così, "linea editoriale", che vuole dare voce, diritto di tribuna e rappresentanza a quanti, singoli o associati, vogliono manifestare un'opinione.
E' bastato fare un apprezzamento e un riconoscimento a Biagio Sciortino, nel contesto più generale di un tentativo minimo di "storicizzare", anche se a breve distanza, le linee di tendenze di questi ultimi 15 anni di vita politica e sociale bagherese per sollevare qualche garbata e (im)pertinente perplessità.

Allora cerchiamo di chiarire il nostro pensiero.

Il mio articolo muove da lontano, perchè siamo abituati a rimuginare e ponderare le cose che scriviamo.
Non abbiamo come qualcuno dei nostri commentatori, isolato per fortuna, la penna più veloce del pensiero.

Parte da "Baarìa", e i nostri lettori più attenti potrebbero trovarne ampia traccia in un articolo di tre anni fa.

Parte da quella sorta di operazione di nostalgia collettiva di una intera comunità, certo artisticamente ed emotivamente coinvolgente, compiuta con il suo film da Peppuccio Tornatore.

Noi al tempo scrivemmo, che non c'era da avere granchè di nostalgìa della Bagheria di un tempo con due significative eccezioni che segnalammo.
I due "ventennii", per capirci a cavallo del ‘900 e degli anni '50-60, che videro una Bagheria "povera ma bella": ricca di fiducia, di speranze, di vitalità e di prospettive, come oggi purtroppo non è.

Ma anche di questo qualche volta parleremo: per intanto torniamo all'oggi e riferiamo alcune affermazioni apodittiche che abbiamo registrato in questi giorni, dettate forse dalla emotività che una campagna elettorale genera.

"Il declino economico, sociale e politico cui assistiamo è senza precedenti (chi ha una memoria storica più lunga può confermarlo)". Dall'articolo di Fara Pipia che abbiamo pubblicato su Bnews.

"Sotto l'amministrazione Sciortino Bagheria ha raggiunto il punto più basso degli ultimi trenta anni" Pino Fricano in una intervista tv, citiamo a memoria)

E Maurizio Padovano, se non andiamo errati, in un articolo sul Settimanale di Bagheria, "Il degrado( o l'abbandono) delle ville settecentesche è sotto gli occhi di tutti" ( più o meno perchè citiamo sempre a memoria).

Per non parlare poi dei commenti del popolo della rete, dove a partire da "una volta era un'altra cosa", "prima non era così", "lo sfascio di oggi non me lo ricordo mai" sino al canonico"si stava meglio quando si stava peggio", sono all'ordine del giorno.

Ed ancora, nelle quotidiane frequentazioni con amici, conoscenti o semplici cittadini, riscontriamo che questa nostalgia per come andavano le cose un tempo, è assai diffusa e, mi sia consentito dirlo, per me anche fastidiosa.

L'avere scritto: " Ma quale storia hanno conosciuto o quale Bagheria gli è stata raccontata", lo confesso, è stato puro artificio retorico, utilizzato per dire due tre cose che, elezioni o non elezioni, ho maturato con convinzione profonda e ragionata, e che ripeto sinteticamente perché sono a mio avviso non solo tre linee di tendenza, ma tre risorse fondamentali su cui dovrà far leva il candidato che verrà eletto sindaco di Bagheria, e chiunque esso sia.

La prima è che dopo lo scioglimento del consiglio del 1993, Bagheria come classe politica e come comunità ha iniziato un percorso virtuoso, che ha coinciso anche con una serie di risultati concreti colti via via dalle forze di polizia e della magistratura nelle lotta contro cosa nostra, e che ha portato settori sempre più ampi della politica e della società bagherese ad affrancarsi da una sudditanza psicologica, e non solo, della mafia.

Questo è un fatto di straordinaria importanza che avviato con Valentino, proseguito con Fricano, dalle amministrazioni Sciortino è stato coronato con un evento il cui valore simbolico non è stato colto appieno, e mi riferisco alla vicenda dell'abbattimento dell'ecomostro sull'arco azzurro.

Ho scritto anche, in diverse occasioni e in tempi non sospetti, che lo scioglimento della amministrazione Valentino è stata cosa scientificamente pensata e studiata in qualche "palazzo" o forse sarebbe meglio dire in qualche "caserma".

Avevo omesso di ricordare, e me ne scuso, come in questo processo di riscatto, un ruolo hanno avuto a Bagheria e in Sicilia una parte rilevante della gerarchia ecclesiastica, che in questi anni attraverso il magistero pastorale e il sacrificio di uno dei suoi migliori rappresentanti, don Pino Puglisi, si è rivelato decisivo per costruire una nuova coscienza antimafiosa.

La seconda riguarda Bagheria con i suoi beni architettonici e monumentali, e non ritorno sull'argomento, perché spero di essere stato chiaro e convincente.

Se qualcuno, per pura faziosità, vuole negare l'evidenza lo faccia.

I nomi fatti non sono naturalmente a casaccio, ma sono quelli di persone che con alti moniti morali, con concreti atti amministrativi e con chiare manifestazioni di volontà politica, avviarono quel percorso che ha portato Bagheria sul piano della acquisizione, del recupero e del riuso dei beni monumentali a risultati straordinari.

Il seme, lo ricordo ancora, fu posto dalla passione politica e civile di Peppino Speciale cui corrisposero una sinergica volontà di quelli che abbiamo citato, e cioè Antonio Gargano e Andrea Zangara, che può essermi  buon testimone.

Al loro tempo il sindaco Giovanni Valentino e l'assessore alla cultura Franco Lo Piparo ritennero giusto, di fronte allo scetticismo di qualche consigliere idiota, investire tutte le risorse comunali al tempo disponibili su villa Cattolica e Palazzo Cutò e continuarono quel percorso, che trovò degno coronamento nella sindacatura di Fricano.

Bagheria ha oggi uno dei Musei d'arte moderna e contemporanea tra i più importanti dell'intero Meridione, ha un contenitore culturale Palazzo Aragona Cutò, da fare invidia  alla città di Palermo.

Di quelle politiche oggi, Biagio Sciortino con il restauro della Certosa, il rilancio del museo di villa Cattolica e l'apertura di palazzo Butera ne ha colto, con coerenza e determinazione, gli ultimi frutti.

La terza riguarda il corpo sociale di questa amatodiata Bagheria.

Sbocciata al tempo di Valentino, (ricordate la Consulta delle Associazioni?) irrobustitasi nel periodo di Sciortino assessore alla cultura, è venuta via via maturando nella nostra città una realtà fatta di una miriade di associazioni, non solo culturali, che sono oggi la vera ricchezza di Bagheria.

Palazzo Cutò, non a caso, potrebbe ben essere ribattezzato la "Casa della cultura".

A queste tre cose si potrebbe aggiungere, volendolo, anche la scelta fortemente voluta da Sciortino e fatta propria dal consiglio comunale della pedonalizzazione del corso Umberto, pur con tutti i limiti che questa esperienza ha avuto.

In chiusura dell'articolo dicevo che se questi percorsi sono stati portati avanti, onore va dato anche a Sciortino.

Forse avremmo dovuto estendere il riconoscimento anche agli assessori, che con lui in questi cinque anni hanno collaborato, e che oggi sono presenti nelle liste dei candidati sindaco Castronovo, Di Salvo e Lo Meo, e che invocano a gran voce il cambiamento.

Assessori, alcuni anche vicesindaci, che in quanto rappresentanti di forze politiche importanti, in questi cinque anni hanno senz'altro contribuito a far crescere la buona pianta, ma anche a tutte le nequizie che a Sciortino abbiamo rimproverato, Coinres compreso.

Stavolta speriamo di essere stati chiari.