Ritenere che ad otto mesi dall'elezioni amministrative, il quadro e la composizione delle alleanze, delle proposizioni dei candidati a sindaco e soprattutto dei programmi, possa risultare chiaro e di facile lettura, è alquanto improbabile.
A rendere tutto più incerto, concorre la destrutturazione del panorama politico regionale e nazionale, con ricadute certe sulle vicende bagheresi.
Quanti nell'UDC abbandoneranno il partito di Casini, inevitabilmente, rinsalderanno i vincoli e di legami politici con il PDL berlusconiano, scremato in Sicilia ed in provincia di Palermo, dei Finiani che confluiranno nel costituendo partito "Futuro e "Libertà" e di quanti, in ogni caso sosterranno l'esperienza governativa del Presidente della Regione: Raffaele Lombardo.
A Bagheria, questo scenario condizionerà certamente le alleanze da parte degli ex democristiani locali, che oggi condividono con il sindaco Sciortino il governo della Città, detenendo la golden share degli equilibri politici in Consiglio Comunale e al contempo controllando strategiche leve di comando dell'amministrazione.
L'UDC bagherese, in toto, ha seguito i transfughi, transitando nel PID (Popolari per l'Italia del Domani ), e, forte di un vincolo stringente con il PDL, probabilmente, esprimerà una candidatura congiunta, in barba ai proclami che ad oggi la vede alleata e sostenitrice della candidatura Sciortino.
Si potrebbe tracciare per il Sindaco uscente una strategia di defilamento, con negoziazione di un incarico in ambito provinciale, in cambio di un sostegno, con una lista civica di sua ispirazione, alla candidatura di un esponente del PID.
L'altro scenario vedrebbe in corsa per la sindacatura, la candidatura di Sciortino in quota PID-PDL, o, con maggiori probabilità, dell'asse civica-frangia governativa del PD con complessi accordi di convergenza al ballottaggio.
Se risultasse plausibile e verosimile questo scenario, l'unico e serio imbarazzo ricadrebbe sugli esponenti del PD cittadino filo- governativo, che ricordiamo è sponsorizzato oltre che dal sen. Lumia, anche da buona parte della deputazione regionale della Provincia ( Cracolici, Apprendi, Vitrano, Faraone) .
A quel punto sarebbe imbarazzante, per dirla con i toni e le semplificazioni del mantra del sen. Lumia, giustificare, oltre all'attuale alleanza con i Cuffariani, un'alleanza con i seguaci di Dell'Utri.
A questo proposito, i distinguo degli ultimi giorni, fanno presagire chiari segni d'insofferenza d'autorevoli esponenti della frangia del PD che sostiene Sciortino; possibile preludio di nette prese di distanza. Il fattore decisivo del prossimo appuntamento elettorale sarà la galassia post-democristiana, portatrice di quella cultura moderata, lieve, sfumata, protesta a smussare gli angoli.
Queste categorie dello spirito, nella fattispecie della candidatura alla sindacatura, potrebbero far profilare, alla rinuncia, all'arretramento tattico sull'altare d'obiettivi strategici avvistati con largo anticipo.
Questo approccio, consentirà, al gruppo dirigente bagherese, di rinunciare per la quarta volta (convergendo nel 1995 e nel 2001 su Giovanni Valentino e nel 2006 su Vincenzo Gargano) ad una proposizione diretta a favore di un candidato di matrice berlusconiana ( gettonatissima, in questa fase, la soluzione dell'On. Gabriella Giammanco) oppure li determinerà nella ferma convinzione d'imporre una propria candidatura ?( Bartolo Di Salvo, Alessandra Jannì, Beppe Notaro ).
Sull'altro fronte la candidatura di Vittoria Casa ( proposta dalla frangia del PD all'opposizione dell'attuale amministrazione) potrebbe diventare il punto di riferimento dì una sinistra tradizionale, ma in palese contraddizione con le scelte regionali.
Contraddizione che potrebbe essere risolta col ricorso alle primarie Ad oggi, appare Vincenzo Lo Meo il candidato che godrebbe dei favori del pronostico (secondo un sondaggio effettuato da un organo d'informazione locale on -line), in ordine quantomeno al raggiungimento del ballottaggio ( in una logica nella quale l'eccessiva frammentazione del quadro politico renderebbe improbabile che qualcuno dei candidati possa raggiungere il 50% dei consensi al primo turno).
Forte del consenso e della fiducia che i bagheresi gli hanno tributato nelle diverse competizioni elettorali in cui si è cimentato, Lo Meo ( vicino all'On. Misuraca, oggi nel limbo rispetto al sostegno dell'esperienza politica del governo Lombardo), potrebbe decidere di connotarsi con una lista civica, godendo anche del possibile sostegno della lista "Progetto per Bagheria per le Autonomie", (che nelle competizioni amministrative del 2001 e del 2006, ha sempre conseguito risultati lusinghieri), nonché di una probabile lista dei finiani e di un'altrettanto probabile lista degli UDC rimati vicini a Casini.
Chi non sarà più della partita sicuramente è l'amico e compianto Angelo Calì, il cui nome era circolato nei mesi scorsi come possibile candidato a sindaco.
Lo ricorderemo sempre con affetto, con simpatia e con nostalgia, perché portatore di uno stile personale forse irriproducibile, caratteristico di un gentiluomo d'altri tempi, incline alla mitezza, alla buona creanza, al rispetto, sempre ed in ogni caso, degli altri e delle loro opinioni, del confronto dialettico serrato ma corretto.
Unanimemente riconosciuto come uomo di grandi qualità umane e professionali, lascerà anche nella politica bagherese un vuoto difficilmente colmabile.
Articolo tratto da L'Approfondimento in edicola