Barcolla e piega le ginocchia la maggioranza sotto l’uno due della crisi rifiuti e delle bollette A.P..S. incalzata dall’opposizione e dalla rabbia della gente, e con Biagio Sciortino, che con molto buon senso tattico, avvia una “exit strategy” per cercare di salvare il salvabile. Prendere le distanze dal Coinres quindi, e lascia intendere che si potrebbe addirittura anche recedere dal rapporto con l’A.P.S.
Un passaggio stretto e difficile, da cui Biagio Sciortino, visibilmente stanco nella seduta di consiglio di lunedì sera, cerca di tirarsi fuori , con una maggioranza però debole sul piano dialettico e visibilmente divisa al proprio interno, con una opposizione che in consiglio la fa da padrona, e con interventi , quelli dei consiglieri del P.D.L. Aiello e Cangialosi e Gino Castronovo di Sinistra Democratica, oltre che dell’indipendente Bartolone, che mettono impietosamente a nudo responsabilità antiche e recenti per scelte che stanno suscitando una vera rivolta tra i cittadini; e per giunta con i due maggiori partiti alleati P.D. e U.D.C. che si guardano in cagnesco, ognuno sospettoso che l’altro si voglia “sfilare” dalle responsabilità di una maggioranza allo sbando, e pronto a seguirne e se possibile, ad anticiparne le mosse.
Hanno ormai intuito P.D., e U.D.C. che la questione rifiuti e quella della gestione idrica dell’A.P.S., sono due bombe a orologeria che farebbero saltare qualsiasi maggioranza.
Per rendervene conto vi diamo un solo dato: se i cittadini di Bagheria venissero chiamati a pagare quelli che sono attualmente i costi del Coinres vedrebbero le loro T.A.R.S.U. ( tassa sul ritiro e lo smaltimento dei rifiuti urbani) lievitare dai 100/150 Euro a famiglia, per appartamenti di poco più di 100mq. a 600/800 euro a famiglia; e questo unito all’incremento esponenziale che ci sarà nelle tariffe dell’acqua provocherebbe una sollevazione popolare.
Biagio Sciortino, che sembra muoversi in questa fase molto di concerto con l’U.D.C. si sta rivelando un tattico molto accorto: sulla questione A.P.S., il difensore civico Giorgio Castronovo, si sta rivelando un capopolo, nel tentativo di far dimenticare scelte antiche e recenti sul terreno della privatizzazione delle gestione dell’acqua fatte da questa amministrazione, come è stato puntualmente ribadito da Gino Castronovo.
E la verifica delle prossime settimane, non sarà una passeggiata che si risolverà con qualche assestamento di assessori o di deleghe, ma sarà una verifica vera, che potrebbe consegnarci un quadro completamente diverso rispetto a quello che si era andato definendo in questi mesi.
La verità è che l’urgenza e la complessità dei problemi stanno mettendo a dura prova alleati che sin dall’inizio sono stati separati in casa.
Già il varo della giunta , il 28 Agosto del’anno scorso, con quell’interminabile attesa, durante la conferenza stampa, che l’U.D.C. sciogliesse le ultime riserve, era un preludio alle recriminazioni e ai mugugni sotterranei da parte del Partito Democratico sulle deleghe pesanti assegnate all’U.D.C:
Sciortino ha sentito "il richiamo della foresta", polemizzavano, a caldo, i consiglieri del Partito democratico.
A noi, assessorati poveri di risorse e ricchi di inutili passerelle, o deleghe sotto tutela (vedi l’urbanistica oscurata dall’ingombrante presenza della dr.ssa Marino, che controllava anche il "tesoretto" di Urban Italia).
Agli altri, agli”amici” dell’U.D.C., invece attività produttive, lavori pubblici, affari sociali insomma assessorati ricchi di risorse e di potenziali clientele.
Ma quando mai – rispondevano dall’U.D.C.: in realtà il Partito democratico controlla quasi tutti i vertici dell’amministrazione: dal responsabile dei lavori pubblici ing. Gullo, (non più rinnovato all’inizio di quest’anno), al dirigente dell’urbanistica dr.ssa Marino, al direttore generale, al presidente del consiglio comunale, oltre a esponenti dei revisori, del nucleo di valutazione, ed incarichi di progettazioni e consulenze.
Insomma un bel carnet di posti di potere, altro che Partito Democratico sottovalutato e sottostimato.
Siamo noi, casomai, che intendiamo porre, si diceva nei corridoi, il problema di un riequilibrio delle posizioni di potere.
Queste considerazioni, unite al sospetto che i mal di pancia recenti conseguenti alle ultime vicende di A.P.S., e Coinres, possano provocare nel Partito democratico, di fronte ad una opinione pubblica che non trova particolari motivi di entusiasmo nei comportamenti dell’amministrazione, la tentazione di sfilarsi scaricando sugli altri le proprie responsabilità, è una eventualità che non fa dormire sonni tranquilli all’U.D.C., che teme di restare con il cerino acceso in mano.
La vicenda Marino con le dimissioni anticipate della dirigente, è una spia dello scambio di colpi proibiti che si sta svolgendo in sordina.
Sulla questione dei rifiuti l’amministrazione getta il cuore oltre l’ostacolo: “fuori dal Coinres” è un urlo di guerra che sembra in parte rientrato, ma “andiamo tutti alla Regione per farci sentire” sembra essere diventato uno slogan buono che sembrava avere ricompattato il consiglio.
Ma la traumatica conclusione della seduta, di cui diamo conto in altra parte del giornale, rischia di distruggere quel po’ di unità che si era riuscita a costruire su un problema sul quale, al di là delle responsabilità di singoli o di partiti, la faccia la perdono, (e purtroppo la perdiamo) un pò tutti.