Le difficoltà in sui si dibatte l’attuale amministrazione, il rischio grave che vadano perduti i finanziamenti per le aree artigianali, la cervellotica gestione dell’ultima “emergenza rifiuti”, stanno facendo giustamente avviare una discussione su quello che potrà accadere
Si cominciano a fare i primi nomi di possibili candidati e si cominciano a schierare le tifoserie.
Non v’è dubbio che questo dibattito venga anche stimolato dall’impasse e dalle sabbie mobili in cui si è venuto a trovare Biagio Sciortino.
Il colpo d’ala che si sperava arrivasse dall’U.D.C. in termini di apporti programmatici e di cospicue risorse, sembra avere una seria battuta di arresto con l’esclusione dell’U.D.C. dalla maggioranza che governa la Regione.
Anche quella voglia di rigore morale che traspariva appena l’altro ieri dagli interventi in consiglio comunale di Filippo Tripoli, allorchè denunciava l’arbitrio nelle scelte di incarichi professionali, consulenze e cadreghe, e i guasti della politica clientelare di Biagio Sciortino, si è offuscata e dissolta.
Si continua come prima e peggio di prima, con l’U.D.C. a reggere bordone al sindaco: quasi una decina negli ultimi mesi tra incarichi e consulenze conferite senza alcuna graduatoria, senza alcun bando, in base al “rapporto di fiducia” con il prescelto, e senza che sia stata fatta chiarezza sui casi poco edificanti del recente passato ( vedi vicenda Urban).
Insomma niente di nuovo sotto il sole
Anche noi pensiamo che in questo momento, un dignitoso candidato del PDL, travolgerebbe l’alleanza P.D. e U.D.C. , se questa dovesse scegliere come candidato Biagio Sciortino.
Il P.D. non ha di fatto alternative: non ha selezionato una vera classe dirigente, ed ha fatto scappare quei volenterosi, vecchi e giovani, che avrebbero potuto e voluto dare una mano.
Daniele Vella è ancora troppo giovane per potere scendere in campo.
In poche parole il Partito Democratico non ha niente da proporre, e anche per motivi di coerenza si può aggrappare solo a Biagio Sciortino: tenterà forse in questa verifica prossima ventura di fare una operazione di rilancio tentando un nuovo innesto (forse un consigliere che andrebbe a fare l’assessore) che dovrebbe dare più nerbo alla propria rappresentanza assessoriale, consentendole nel contempo, il recupero di forze importanti del partito e della società.
Operazione certamente utile, ma basterà questo per un vero rilancio?
L’U.D.C. è combattuta: ha avuto un lusinghiero risultato elettorale, sta imbarcando tanta gente secondo il proprio costume, ma è una crescita numerica di consiglieri comunali alla quale difficilmente potrà seguire una crescita del peso politico all’interno della giunta.
E poi la vera preoccupazione del partito, è che la leadership Sciortino, che pure fu il salvagente che li ha salvati dal baratro dell' opposizione e riportati nel recinto del potere, possa trasformarsi in una palla di piombo che li porterà a fondo alle prossime amministrative.
Di qui la tentazione sempre presente di correre in proprio magari con Bartolo Di Salvo, per poi all’eventuale ballottaggio correre assieme al P.D.
Vincenzo Lo Meo, sia pure in ritardo, comincia a proporsi; ma sa di non avere alle spalle ad oggi che l’ectoplasma o la sola sigla di un partito che pur con un 40% e oltre nelle elezioni di tipo politico, nelle amministrative però, non è detto che non si frantumi in una serie di listerelle civiche che prenderanno ognuna la propria strada.
Consideriamo comunque un bene che la discussione si sia già aperta: due anni sono sufficienti per vedere quale ruolo saranno in grado di esercitare sulla scena politica i vari aspiranti, anche perché, e ne abbiamo esperienza recentissima, un sindaco non lo si inventa.
Una capacità di guida di una comunità non la si costruisce su due piedi: occorre preparazione politica, equilibrio ed esperienza, che vanno verificate nel contesto delle varie situazioni e circostanze.
Non basta avere raccolto migliaia di voti per potere automaticamente attribuire doti e capacità politiche da leader a chicchessia, e non ce ne vogliano Bartolo Di Salvo e Vincenzo Lo Meo.
Una città come Bagheria si può trovare, come si è spesso già trovata nel passato, al centro dell’attenzione mediatica nazionale per eventi straordinariamente belli o straordinariamente drammatici, ed un sindaco in quei momenti deve trovare gli accenti e le parole giuste, deve saper fare le scelte giuste che discendono da convinzioni radicate e profonde e non effimere o di circostanza, e deve avere personalità, autorevolezza e carisma.
Abbiamo visto nei quindici giorni di assenza da Bagheria di Biagio Sciortino il cataclisma politico che si stava abbattendo su Bagheria, al punto che il deludente Biagio al confronto ci sembra ora un nuovo De Gasperi.