Qualche momento di tensione martedì mattina in Via Città di Palermo, allorchè pattuglie miste formate da Polizia e Vigili Urbani, hanno fatto “sbaraccare” alcuni “stand” abusivi di venditori di frutta. Solite recriminazioni, solite giustificazioni, solite accuse: ma con fermezza ed equilibrio, agli ordini del comandante dei VV.UU. Parisi,
Qualche schermaglia verbale , ma niente di più.
Nella giornata di oggi è in effetti proseguita una azione che era stata già avviata nello scorso fine settimane ad Aspra, e cioè cercare di porre un freno all’esercizio abusivo di attività commerciali “on the road”.
In Via Città di Palermo, in Via Libertà e in tutti i luoghi “deputati” alle vendite abusive Vigili e Polizia tentano con un cucchiaio di svuotare il mare, perchè di questo si tratta.
Forse per oggi, hanno risolto un problema. Da domani si riparte. Come gli sbarchi dei clandestini.
Problema annoso che presenta diversi aspetti, e non tutti risolvibili con provvedimenti di ordine pubblico.
Ci sono le ragioni di chi, disoccupato o con reddito bassissimo da pensionato al minimo, difende la sopravvivenza propria e della propria famiglia.
Cosa faccio -è l’interloquire più frequente- se sono disoccupato, per campare mia moglie e i miei figli?
C’è chi fa l’abusivismo commerciale come doppio lavoro (c’è anche una ”aristocrazia” all’interno degli abusivi), in un settore estremamente articolato, perché si va dal poveraccio che in bicicletta o seduto sugli scalini di qualche immobile vende origano, finocchietto, erbe aromatiche; c’è chi a bordo della mitica “lapa” piena sino all’inverosimile, si apposta nelle vicinanze di centri ad elevata afflusso di gente (supermercati, ASL, Comune, Banche o altro); c’è chi con espositori di legno o metallo e con ombrelloni occupa angoli strategici; c’è poi l’abusivismo dei vicoli, quello dal produttore al consumatore di prodotti stagionali della terra; c'è il venditore delle verdure di stagione asparagi, giri, cardella, che magari il giorno prima è andato a raccogliere per le campagne, rompendosi la schiena; c'è il tizio con il "leoncino" che vende cocomeri o casse di pomodoro.
C’è l’abusivismo dei venditori nelle spiagge affollate, ora pare anche massaggiatori abusivi, e poi ancora le bancarelle degli extracomunitari, ma non solo, con i loro prodotti etnici, bigiotteria e cose più o meno utili, nelle piazze e negli spazi dove massima è l’aggregazione sociale (i Piani Stenditore ad Aspra e Porticello, la “Rotonda” a Fondachello ecc..)
Ci sono poi le ragioni dei commercianti “in regola” (almeno all’apparenza), che magari espongono la loro merce sui marciapiedi e sino al centro della strada, impedendo a chiunque il passaggio, e che sostengono che loro hanno una serie di spese: affitto, luce, tasse e quant’altro, e che la concorrenza degli “abusivi” li mette spesso in ginocchio.
Ed anche loro hanno ragione.
Ci sono le ragioni dei consumatori: non crediamo di andare molto lontani dal vero se stimiamo che un quarto del mercato dei prodotti dell’ortofrutta soprattutto passi dalle bancarelle, dalle “lape” e dalle postazioni degli abusivi. Perché i consumatori riescono, a parità di qualità del prodotto a realizzare risparmi del 10-20%.
Ci sono anche le ragioni dell’ordine e del decoro cittadino, perché talvolta soprattutto i “fruttivendoli”, lasciano a terra i “residui di lavorazione”.
Ci sono anche e soprattutto le ragioni del rispetto di leggi, norme e regolamenti
Ma quanto pensate possano valere leggi e norme, in un paese come Bagheria, che spesso affoga nel caos del traffico, nelle buche delle strade e nella spazzatura?
A rispettare leggi e norme, per primi debbono essere gli amminsitratori-dice qualcuno.
Ed ha pure ragione-ed aggiunge: "Ma con tutti i problemi che abbiamo, e i farabutti e malandrini che circolano a piede libero, ve l’andate a prendere proprio con dei poveracci, che per sopravvivere lavorano e sudano?
Cosa dovrebbero fare ? Andare a rubare forse?"
E' sempre la solita storia: un potere forte con i deboli, e debole con i forti.
Ecco, e ce ne rendiamo conto, non è facile trovare una risposta giusta per tutti costoro.
Le autorità che per trecentosessanta giorni l’anno tollerano e comprendono, ciclicamente un paio di volte l’anno in media , fanno la faccia feroce e fanno sbaraccare tutti.
Ma è come scrivere sulla sabbia.
Appena le macchine di vigili e polizia hanno girato l’angolo, si riprende.
Forse la risposta più giusta sarebbe di tentare di riportare dentro un recinto di legalità questa attività.
E’ più facile dirlo che farlo, e la battuta di oggi di un venditore abusivo era sin troppo eloquente: “Avi ri quant’avi ca c’è a Sicilia, ca c’è l’abusivismo. In Sicilia l’abusivismo c’è sempre stato e sempre ci sarà”.
Per consolarci - aggiungiamo noi - non solo in Sicilia...