Queste le cose di cui mi vergogno... di Tommaso Impellitteri

Queste le cose di cui mi vergogno... di Tommaso Impellitteri

Politica
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Riceviamo e pubblichiamo

Mi vergogno del degrado civile, politico, etico e morale che sta penetrando sempre più nel tessuto sociale della nostra Italia.
Mi vergogno di questo Presidente del Consiglio bugiardo impenitente, spregiudicato e mistificatore della realtà, che tende a piegare allo squallore delle sua vita privata la sua stessa funzione pubblica di Capo di governo
di un intero Popolo, almeno secondo quanto emerge dalla stampa nazionale e internazionale.

Mi vergogno della politica superficiale e allegra, della politica-spettacolo e dell’apparenza, artatamente distrattiva, della politica deresponsabilizzata e deresponsabilizzante nei confronti del bene comune, quando addirittura ‘criminale’ nei confronti degli ultimi.

Mi vergogno dei politici che tacciono su fatti e misfatti che in questi giorni occupano la cronaca o che sono manifestamente bugiardi, spregiudicati, mistificatori, imbroglioni.

Mi vergogno dell’attuale dominante ideologia della ‘privatizzazione’ di ciò che è pubblico, nella sua più alta espressione di governo.

Mi vergogno della spettacolarizzazione della politica che non è più impegno per il bene comune, bensì opportunità di chiedere tutela e tutelare gli interessi privati di pochi.

Mi vergogno dell’infantilismo, del ridicolo di cui si sta ricoprendo il Capo del governo in questo ultimo periodo, trascinando nelle sue beghe private tutto il Paese in un ambiguo silenzio di parte della stampa nazionale che appare se non asservita, almeno timorosa, e ciò preoccupa non poco.

Mi vergogno di vedere il Popolo italiano trattato come massa bove di individui incapaci di intendere e di volere, facili da aggirare e da ingannare, da depredare dei propri diritti e delle proprie risorse.

Mi vergogno di vedere il Popolo italiano ‘investito e coinvolto’ in comportamenti amorali, apolitici che hanno il principale obiettivo di svilire le persone oneste e le istituzioni, le regole e i rappresentanti, cioè la dignità stessa della politica.

Mi vergogno dei politici che circa la cosa pubblica si comportano e parlano con linguaggi da avventori al bar che discutono di sport, donne o motori, trascinando il valore della stessa res pubblica verso il basso per potere, a quel punto, superare ogni pregiudizio sulla qualità e sulla ragionevolezza delle proposte e delle leggi fatte.

Mi vergogno dei ‘respingimenti’ e di quanto altro è contenuto nel “pacchetto sicurezza” che nega la dignità e i diritti della persona, quindi i contenuti della nostra stessa Costituzione.

Mi vergogno del concetto indiscriminato di clandestinità, delle impronte, della sola idea dei posti discriminati sui mezzi pubblici, dei medici e presidi nei panni di sceriffi-delatori.

Mi vergogno di quanti hanno, direttamente e indirettamente, la responsabilità della perdita dei valori, del debito pubblico, delle famiglie in crisi, del senso civico sempre più scadente, di una economia cinica, di una politica imbelle e di una burocrazia asfissiante e tentacolare.

Mi vergogno di quanto accaduto in questi anni, nell’indifferenza quasi generale, nel mare di Sicilia: sono annegati 42 mila esseri umani dal 2002 ad oggi e questo fatto non ha nessuna possibilità di essere giustificato.

Mi vergogno della insulsaggine e della profonda ignoranza storica insita nell’asserzione che il nostro Paese non è e non diventerà mai un Paese multietnico
Mi vergogno dei cattivi politici perché capaci di approvare leggi e proporre progetti o idee che anziché affrontare i problemi li fomentano; che anziché gestire la paura del simile la alimentano per bassi scopi elettorali.

Mi vergogno del livello di dabbenaggine e della volgarità umana e politica che, andando oltre il ragionevole limite, producono sistematicamente la compiaciuta minimizzazione ipocrita, scambiando la volgarità come battute colorite, addirittura intelligenti e da non strumentalizzare.

Mi vergogno degli italiani della Lega che con la dabbenaggine e l’indifferenza complice di molti connazionali e con l’esclusivo interesse del mantenimento del potere da parte dell’attuale governo, stanno contribuendo a scassare la nostra Italia, dividendola e provocando, appunto, degrado civile, politico e morale.

Mi vergogno dei politici che non sapendo o non volendo affrontare i veri problemi di crisi, scaricano questi sugli ultimi arrivati.

Mi vergogno del rapporto degradato tra il cittadino e la politica, caratterizzato sempre più dal sospetto, dalla strumentalizzazione e dal disprezzo reciproci e soprattutto da uno scambio di prestazioni mercenarie.

Mi vergogno della diffusissima e spregiudicata pratica del peculato, vera piaga italiana: rubare soldi pubblici destinati al bene comune.

Mi vergogno della indifferenza di tanti che giustificano la loro apatia su due tipiche devastanti espressioni: ‘non vi è nulla da fare’ e ‘ tutto ciò che si fa non serve a nulla’!

Malgrado tutto ciò, anzi proprio per cambiare e recuperare la dignità della politica come alta forma di servizio (e, per i cristiani, di carità), è necessario che ognuno di noi gridi la propria partecipazione alla vita sociale e politica e, in questa occasione del 6-7 giugno, sostenga candidati seri, persone capaci e non aduse a politiche clientelari.