Riceviamo e pubblichiamo
La Comunità parrocchiale San Giovanni Bosco, le Associazioni Contrada Monaco, Agape, A testa alta, i giovani di 3P aderiscono all’appello della rete “Tuttiidirittiumanipertutti” (tra cui le associazioni Emergency, Mani Tese, Pax Christi) per un 2 giugno alternativo, nel ricordo di tutti i poveri migranti,
Il 2 giugno, festa della Repubblica italiana, può rappresentare, specie in questo periodo, una giornata di mera celebrazione militarista dello Stato (nel 2008 l’Italia ha esportato armi per oltre 3 miliardi di euro e di recente è stato approvato un impegno economico di oltre 13 miliardi di euro, contro gli appena 8 mil per l’Abruzzo, per gli aerei da guerra F35: ma per fare la guerra a chi? o per difenderci da chi? dai poveri?).
E, purtroppo, l’immaginario costruito nelle (vuote) sfilate di eserciti contribuisce alla creazione di quella visione della realtà secondo cui è la guerra e non la pace ad essere l’unico fondamento possibile della nostra società. Guerra che, in questo periodo, si riflette all’interno dei nostri confini attraverso l’elaborazione di leggi (denominate Pacchetto Sicurezza) che in nome di una sicurezza strumentalmente invocata (alimentare la paura dell’altro per un maggiore consenso elettorale) e di una insicurezza che si fa ricadere su persone (i migranti) che nulla hanno a che fare con le vere cause della crisi generalizzata, tendono a cancellare diritti umani e civili sanciti come fondamentali e universali anche dalla nostra Costituzione e sui quali, pertanto, dovrebbe fondarsi invece la nostra stessa Repubblica.
Vittime di tal genere di guerra sono tutte quelle persone in fuga da paesi martoriati da guerre, miseria e violenze, e da noi indiscriminatamente “respinte”, o da persone sempre più costrette alla clandestinità.
Vogliamo, pertanto, per questo 2 giugno 2009 unirci a quanti vogliono cogliere nell’anniversario della Repubblica l’opportunità di una parata di diritti recuperando il vero significato di parole come dignità e diritti della persona, democrazia, uguaglianza, giustizia.
p.s. : Le Norme sul Diritto di Asilo
Articolo 10 comma 3 della Costituzione italiana: “ Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.
Articolo 33 della Convenzione di Ginevra sui Rifugiati (1951): “ Nessuno Stato contraente potrà espellere o respingere – in nessun modo – un rifugiato verso le frontiere dei luoghi ove la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a causa della sua razza, della sua religione, della sua nazionalità, della sua appartenenza ad una determinata categoria sociale o delle sue opinioni politiche”.
Articolo 19 comma 1 del Testo Unico sull’immigrazione (dlgs 286/98 come emendato dalla L.189/2002):
“In nessun caso può disporsi l’espulsione o il respingimento verso uno Stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali ovvero possa rischiare di essere rinviato verso un altro Stato nel quale non sia protetto dalla persecuzione”.
Sono questi gli articoli secondo cui, ai sensi di legge, il Governo ha sbagliato a respingere i “clandestini” in Libia.