Le parti civili nei processi di mafia: ci sarà il ministro Alfano

Le parti civili nei processi di mafia: ci sarà il ministro Alfano

Politica
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Villa S. Teresa, un luogo simbolo per un convegno che cercherà di fare il punto su un problema e un obiettivo che l’altro ieri poteva sembrare di fantagiustizia.
Costringere cioè gli ”uomini del disonore” dei quali viene accertata giudiziariamente la responsabilità, a risarcire oltre che singoli

imprenditori che hanno vessato con i loro comportamenti criminali, anche le comunità cui hanno arrecato un incalcolabile danno economico e di immagine.

Quante volte abbiamo ripetuto una verità per noi elementare e forte: la Sicilia, Palermo, Bagheria non sono solo mafia, e quante volte ci siamo scontrati, sentendo montare la rabbia in corpo, con il pregiudizio di essere siciliani, e con l’essere guardati con paura e disprezzo.

Quante volte ci siamo tirati indietro sguardi di supponenza e giudizi ingiusti o quante volte ci siamo sentiti dire: ”Oh se i siciliani fossero come tutti come te”, anche questa espressione frutto di pregiudizio di tanti, di troppi, per cui la Sicilia, Palermo e Bagheria, sono e sono state, solo terre di mafiosi e basta.

E' il danno incalcolabile in termini di sacrifici di quei siciliani che per emergere lontano dalla loro terra, debbono essere bravi due volte: debbono sempre dimostrare di essere bravi "malgrado" siano siciliani.

Ma non solo: quante sono le aziende, gli investitori siciliani e di altrove che leggendo sui giornali (ancora ieri, ancora oggi) di pizzo e di estorsioni si sono chiesti: “Ma chi me lo fa fare? ma perché debbo andare a cacciarmi nei guai in Sicilia, a Palermo, o a Bagheria? Io non investo, e se investo lo vado a fare in un altro posto più tranquillo”.

E quante volte abbiamo sentito gli imprenditori perbene, imprecare a bassa voce contro queste sanguisughe che rubano la vita e il lavoro degli altri, che praticano la violenza più sanguinaria e le prepotenze quotidiane, e pretenderebbero pure di chiamarsi “uomini d’onore”.

Per tutto questo oggi i tribunali, a chi viene giudiziariamente condannato per mafia, fanno pagare un conto, ed anche salato se necessario.


Bagheria e Metropoli est, Casteldaccia e le Associazioni antiracket hanno ribaltato negli ultimi anni questa logica del subire in silenzio il danno economico e di immagine che arrecano questi personaggi personaggi alle comunità; hanno messo in campo gli avvocati, anche se all’inizio i tribunali non riconoscevano con tanta facilità il diritto a costituirsi parte civile ai soggetti politici o sociali.

La prima volta, e fu una tappa storica, la costituzione dei comuni come parte civile avvenne nel primo maxiprocesso contro la mafia del 1986.

Negli ultimi tempi le istituzioni, comuni provincie regioni associazioni vengono riconosciute parti civili nei processi di mafia e le comunità vengono indennizzati.
Sono ormai tanti i procedimenti in cui comuni e provincie si costituiscono parte civile
Bagheria per esempio lo è stata nel processo “Talpe” contro Cuffaro, e Aiello, e nel processo “Grande Mandamento”, così come Casteldaccia e Metropoli est.

Tre milioni di Euro -
ha deciso il tribunale - è quanto Aiello dovrà “rimborsare” quale indennizzo alla nostra comunità.
Ma il discorso è appena iniziato.

Sul tema appunto della costituzione di parte civile da parte di comuni e associazioni nei processi di mafia ne parleranno venerdì 24 Aprile alle ore 17.00 nel saloncino delle conferenze della Clinica S.Teresa.

Concluderà i lavori il ministro della giustizia Angelino Alfano.


Programma

Saluti

Andrea Dara: Amministratore giudiziario Villa Santa Teresa
Biagio Sciortino: Sindaco di Bagheria
Salvatore Camilleri: presidente Consorzio Metropoli Est

Interventi
Giuseppe Verde: Preside facoltà di Giurisprudenza
Ettore Barcellona: coordinatore Centro assistenza legale "Pio La Torre"
Nino Caleca: responsabile legale Coop. Sicilia
Ignazio De Francisci: procuratore aggiunto D.D.A. di Palermo
Cesare Vincenti: Presidente I° Sezione penale Tribunale di Palermo
Lillo Speziale: Presidente della commissione regionale antimafia

Conclusioni
Angelino Alfano: Ministro della Giustizia

Coordina
Giuseppe Cipriani: presidente ass. Antiracket e antiusura di Bagheria