D. Vella: sul corso il consiglio si è assunto le sue responsabilit

D. Vella: sul corso il consiglio si è assunto le sue responsabilit

Politica
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Ci è parso giusto, nel momento in cui il consiglio comunale ha assunto, con larga maggioranza, una decisione destinata a cambiare molto nelle abitudini dei bagheresi, sentire l’opinione del presidente Daniele Vella.


Partiamo dalla fine: Come giudichi, al di là del merito, il voto del consiglio sulla questione corso Umberto?
Un gesto di orgoglio o di sano protagonismo; una significativa assunzione di responsabilità, il coraggio di farsi carico di una scelta difficile?

Prima ancora del voto giudico positivo il dibattito che in Consiglio Comunale tutti i consiglieri, al di là delle appartenenze politiche, hanno potuto svolgere, liberamente e democraticamente.
Ritengo che la posizione su questo argomento debba essere lontana da qualsiasi vincolo di coalizione o di partito, ma debba essere l’espressione di un punto di vista politico e strategico che ogni consigliere ha sull’idea di sviluppo della propria città.
Io, per esempio, da tempo sostengo che la creazione di una area pedonale sia una opportunità di crescita civica ed economica, oltre che l’avvio di un grande cambiamento culturale che noi abbiamo il dovere di intercettare e di coltivare in funzione della città.
Quindi ritengo che principalmente sia stata una assunzione di responsabilità che liberamente i consiglieri hanno fatto.

L’opposizione parla di referendum popolare per ribaltare la decisione del consiglio sul corso Umberto: nel nostro statuto comunale questo istituto è previsto e regolamentato?

L’istituto del referendum è previsto nel nostro statuto. Va adesso regolamentato il suo svolgimento.

Quasi quattro mesi da presidente qualcuno pensa che, come tendenza strategica, questa presidenza, miri a mettere la “mordacchia” al consiglio, convocandolo sempre meno, e con una gestione più attenta a tutelare le ragioni della maggioranza.
Cosa rispondi a questi rilievi?


Non ritengo che ciò corrisponda al vero.
La convocazione del Consiglio Comunale avviene,così come previsto dal nostro regolamento, sentita la conferenza dei capigruppo consiliari; inoltre mi avvalgo della collaborazione dell’Ufficio di Presidenza,nel quale è rappresentata anche l’opposizione (ho trovato nel vice presidente D’Agati un collega che possiede grande senso di responsabilità).
Infine tengo a precisare che il Consiglio Comunale è sì luogo di discussione politica, ma soprattutto sede dove si approvano atti amministrativi che rispondono alle esigenze della comunità, i due aspetti necessitano essere contemperati.
Ritengo doveroso peraltro, che il Consiglio comunale, ma questo vale per ogni Organo di governo, sostenga e giustifichi il suo costo in relazione alla sua attività.


Il regolamento comunale: per quale aspetto secondo te il regolamento consiliare potrebbe essere modificato per dare più praticità, incisività ed efficienza ai lavori del consiglio?

Il regolamento comunale è uno strumento fondamentale per i lavori d’Aula. Fu approvato nel 1996, pertanto va sicuramente aggiornato.
Infatti in questo momento i colleghi della I^ commissione ci stanno lavorando.

Oggi con l’attuale strumento normativo, e con l’uso che se ne fa, si dedica molto tempo alle comunicazioni, a scapito degli atti ispettivi,di indirizzo e di programmazione.
Ritengo che si potrebbe introdurre,così come avviene in altre Istituzioni importanti,una sorta di question time da svolgere regolarmente,senza la necessità della presenza del numero legale.

Per esempio due sedute mensili in cui l’Amministrazione attiva sia chiamata a rispondere alle interrogazioni dei consiglieri comunali.
Ritengo altresì che andrebbe modificato nel senso di trovare soluzioni che permettano l’espressione della volontà politica in maniera chiara ma non ripetitiva.
sarebbe il caso individuare un meccanismo più incisivo che regoli l’aspetto comportamentale di tutti noi in Consiglio.
A prescindere da tutto ciò, però, molto dipende dal nostro buon senso e dai lavori preparatori che si svolgono prima della seduta del consiglio comunale.

Che giudizio dai dell’attività del consiglio durante la tua presidenza?

Fin dall’inizio della consiliatura siamo in un percorso di crescita.
Anche se qualche distrazione poteva essere evitata.
Sono stati approvati atti molto importati, su tutti voglio citare i Regolamenti aree PiP di contrada Monaco e funzionamento di Palazzo Cutò, il protocollo di legalità sugli appalti pubblici, gli equilibri di bilancio e il consuntivo 2007 ,le variazioni di bilancio funzionali a risolvere bisogni della città, l’approvazione di molti debiti fuori bilancio, alcuni dei quali risalenti addirittura agli anni 90.

E’ stata svolta una accurata attività ispettiva nei confronti della Giunta
,attività, a mio giudizio, fondamentale e dalla quale spesso nascono buoni spunti per il governo della città.
Inoltre si è dibattuto liberamente sul destino del nostro centro storico. Non mi sembra cosa da poco.
Colgo l’occasione per ricordare ai cittadini che il lavoro dei consiglieri non si esaurisce solamente in consiglio comunale, ma si svolge anche nelle commissioni consiliari e nella commissione dei presidenti dei gruppi consiliari.

C’è una cattiva abitudine dei consiglieri, diciamo un difetto diffuso, che ti infastidisce?
Mi da fastidio il parlarsi addosso,il ripetere ossessivamente i medesimi concetti, quando non si cerca il dialogo ma si parla per slogan .
E’ dà sottolineare tuttavia che questi difetti si riscontrano diffusamente e sono presenti in moltissimi rappresentanti di tutte le forze politiche.

Ritieni di avere raggiunto dei risultati rispetto a quanto ti proponevi all’insediamento da presidente?

Ritengo che, grazie alla collaborazione di molti colleghi, sono stati raggiunti risultati importanti.
Ho cercato di portare l’Istituzione che rappresento vicino ai cittadini e ai giovani,così come mi sono proposto.
Mi riproponevo di snellire l’elenco degli atti deliberativi presenti all’odg e in parte è stato fatto.
Al momento del mio insediamento ho manifestato come obiettivo il risanamento dei conti e questo passa anche attraverso l’analisi dei debiti fuori bilancio e tanti ne abbiamo approvati .
Mi sembra di avere trovato un equilibrio tra atti esitati e costo dell’Istituzione, non sarebbe male continuare con la convocazione di sedute mattutine per incidere sul costo della politica, certamente concordandolo con tutti i gruppi consiliari.

Ti faccio una domanda che esula dal tuo ruolo istituzionale, ma è relativa al tuo partito di appartenenza.
Cosa mi dici rispetto al Pd a Bagheria?


Sono consapevole che essere Presidente del Consiglio Comunale mi impone attenzione per ogni posizione politica ed imparzialità.
Lo faccio anche naturalmente avendo una certa propensione all’ascolto. Non nascondo mai le mie idee personali ,lo reputo ipocrita.
Sono fermamente convinto della bontà del progetto politico del Partito Democratico, un soggetto nuovo, sintesi delle grandi culture progressiste.
A Bagheria il Partito ha molti iscritti, segnali di vitalità sono stati manifestati in occasione delle primarie.
Analogamente per le primarie dei giovani; il tesseramento in corso sta andando molto bene.
Ritengo che si debba adesso pianificare una attività di studio e di progettazione insieme ai nostri iscritti e ai cittadini interessati, c’è bisogno di ascolto e di partecipazione.

Alla conduzione del P.D. a Bagheria vengono mosse diverse critiche, da iscritti e semplici simpatizzanti, soprattutto di scarsa democrazia: raramente si convocano assemblee aperte ai cittadini, e ci si confronta poco o niente con quanti pur non iscritti potrebbero portare dentro il partito istanze della società.

Mi è capitato di leggere delle critiche al Pd, critiche di chiusura alle istanze dei cittadini/simpatizzanti.
Voglio ribadire che tutti possono partecipare alla vita del Partito, tesserarsi, avvicinarsi alle nostre riunioni e contribuire alla costruzione della nostra linea politica e (visto che si partecipa al governo della città) amministrativa.

E di quanto avviene nel P.D. a livello nazionale, cosa ne pensi?

Sul piano nazionale ritengo sarebbe ora di organizzare un congresso vero, su tesi e piattaforme politico programmatiche. Non mi piace il confronto solo tra nomi o c.d. leader.
Avverto inoltre la forte necessità di rappresentare concretamente l’idea che il Partito Democratico è un soggetto nuovo.
E’ necessario per questo un salto generazionale, senza perdere il contributo dell’esperienza, ma ricambio ricambio ricambio.