Forse è vero che i termini destra e sinistra sono ormai vecchi e superati per indicare le identità politiche come avveniva un tempo, allorchè l’essere di sinistra si coniugava con progressista, riformista,
C’è voluta la caduta del muro di Berlino, venti anni fa, per farci capire che le etichette e le ideologie erano solo funzionali ad un’epoca ormai politicamente e storicamente superata.
Anche per questo non ci ha sorpreso più di tanto il voto espresso in consiglio comunale sulla proposta di pedonalizzare il corso, da parte del consigliere Gino Castronovo di Sinistra Democratica, che ha unito il proprio voto con le opposizioni del P.D.L. e indipendenti.
Un tempo era la sinistra a guidare le battaglie per la chiusura al traffico automobilistico dei centri storici di città grandi e piccole. Ora non più, almeno a Bagheria
E pensare che fu proprio nel 1983 fu Peppuccio Tornatore, allora consigliere comunale del partito comunista, a fare, assieme al partito, una autentica battaglia contro i moderati di allora per chiudere il corso alle auto almeno la domenica.
Le motivazioni del voto di S.D. ?
Mancano, come si dice in geometria, “le condizioni al contorno”, così ha argomentato Castronovo, vale a dire: Posteggi, Piano Urbano del traffico, Servizio di bus navetta, Aree di sosta per scarico merci, Regolamento per l’accesso a residenti, invalidi, disabili ecc…
Ignorando però che in politica “le condizioni al contorno” si realizzano molto più facilmente se scatta l’elemento della emergenza e della costrizione.
Ma sin qua siamo sul merito delle opinioni discutibili anche se non condivisibili
La cosa che invece ci ha lasciato veramente perplessi è l’affermazione di Castronovo che, in caso di referendum, addirittura il 90% dei bagheresi voterebbe per il corso aperto alle auto.
Francamente non riusciamo a spiegarci da dove, da quali contatti o da quali sondaggi, il consigliere di S. D. tragga queste certezze.
Per intanto c’è il voto di un consiglio comunale che a larghissima maggioranza ha espresso l’opinione di andare verso una pedonalizzazione di Corso Umberto, e che per il mandato elettorale ricevuto è largamente rappresentativo della città.
Andiamo alla questione del referendum: è vero che è previsto dallo Statuto Comunale, ma occorrerà integrare un regolamento: quali materie si possono sottoporre a referendum, numero di firme necessarie, periodo di vigenza di un provvedimento prima che sia sottoponibile a referendum, coincidenza con scadenze elettorali, ecc…
Nell’ipotesi più ottimistica passerà un anno.
Un periodo quindi che non consente di fare previsioni così azzardate.
Ci sono poi altre considerazioni che si possono fare, a partire dall’opinione dei commercianti; c’è un gruppo non indifferente di quelli del corso Umberto che sono per la pedonalizzazione.
Quelli contro, che minacciano a parole le barricate, oltre qualche mugugno sinora non sono andati: si è vero si opporranno, faranno ricorso con gli strumenti di legge, ma non sappiamo di casi di giudici che abbiano revocato la pedonalizzazione dei centri storici decisa da sindaci e amministratori.
Anche noi, e lo abbiamo anche scritto, propendevamo, quando nessuno però poneva il problema della chiusura totale, di ampliare le fasce temporali da riservare al corso pedonalizzato, cercando di contemperare esigenze diverse.
Adesso diciamo che lo spettacolo del corso dei fine settimana, popolato da migliaia di cittadini, oltre alcune argomentazioni tecniche ci fanno pensare che sia meglio prendere una decisione netta.
Un’altra cosa va detta: politicamente questa maggioranza con questo voto, e comunque vada a finire, ha dimostrato di avere una idea forte sull’avvenire di Bagheria e stavolta, con una decisione coraggiosa, sul futuro hanno scommesso oltre al P.D., anche i moderati del centro, l’U.D.C in particolare, e i civici.
Non è poco.
Certo adesso diventano estremamente urgenti la realizzazione delle "condizioni al contorno", e soprattutto ora che si avvicina la buona stagione occorrerà riempire il corso Umberto oltre che di gente, di idee e di contenuti per farlo diventare vetrina di un comprensorio di 100.000 residenti.