Emergono i dettagli dell'indagine sul sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto che ha portato agli arresti domiciliari per corruzione oltre al primo cittadino altri 4 tra amministratori, funzionari e un geometra.
Di Giacinto che è stato già 3 volte sindaco di Casteldaccia , è stato deputato all'Ars nella legislatura 2012 -2017 eletto con la lista di Crocetta "Megafono", di cui era stato il capogruppo, era passato poi ai socialisti europei, senza risultare eletto alle elezioni dell'autunno 2017. Si candidò nuovamente a sindaco nel 2018 risultando ancora una volta il dominus della preferenze in paese. Un personaggio dalla lunga carriera politica sempre in prima file nelle passerelle antimafia e nelle iniziative di legalità.
L'indagine che ha portato ai domiciliari il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto è partita dal campo sportivo di Casteldaccia in contrada Fiorilli. Struttura costruita per mondiali del 90' che ospitò per gli allenamenti l'Olanda di Gullitt e Van Basten che giocò alcune partite del girone a Palermo.
L'inchiesta del procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio e del sostituto Daniele Di Maggio, che ha coinvolto oltre al sindaco anche il vice sindaco Giusepep Montesanto e l'assessore Maria Tomasello, accusati a vario titolo di corruzione, abuso d'ufficio, falso materiale ed ideologico, sono iniziate quando il presidente di un'associazione sportiva di Casteldaccia Sebastiano Benforte, che aveva in gestione da moltissimi annio in campo sportivo, si è presentato dai carabinieri e ha raccontato delle minacce che il candidato a sindaco Giovanni Di Giacinto gli avrebbe rivolto.
Era il luglio del 2018 - scrive Livesicilia- Il sindaco avrebbe incontrato Sebastiano Benforte nel porticciolo di San Nicola l'Arena pochi giorni prima delle elezioni amministrative del 10 giugno del 2018 e avrebbe chiesto in modo minaccioso di imporre agli elettori della figlia Sara, candidata nella lista Rinasca, antagonista a quella del sindaco Di Giacinto, di effettuare il voto disgiunto, dietro la minaccia di estromettere l'associazione dalla gestione del campo comunale. Gli elettori avrebbero dovuto esprimere una preferenza per il sindaco Di Giacinto e un'altra per il Consiglio comunale. Uno tra i primi provvedimenti della nuova giunta Di Giacinto fu l'ordinanza 62 con la quale fu intimato alla società “di provvedere allo sgombero immediato del campo di calcio in contrada Fiorilli occupato abusivamente”. “E basta! - lamentava Benforte parlando con un amico – uno alla giustizia... si deve credere alla giustizia.... perché prima fa gli imbrogli... io vinco la gara di appalto e tu prendi e tu me l'annulli... […] ...perché io non ti ho votato a te... pezzo di cosa inutile!”. E così, arriva la denuncia e scatta l'inchiesta.
Gli inquirenti scoprono in questo modo quello che l'accusa descrive con un complesso sistema di favori e tangenti. I posti di lavoro il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto li avrebbe chiesti anche alla società Fisma srls a cui il Comune, con ordinanza sindacale del 5 ottobre del 2018, aveva affidato il servizio di raccolta, trasporto e conferimento dei rifiuti differenziati. In cambio il primo cittadino avrebbe ottenuto l'assunzione di sei operai tra i quali il cugino dello stesso Di Giacinto. L'assunzione sarebbe stata ottenuta trovando una soluzione che è stata ascoltata dai carabinieri nel corso di diverse conversazioni tra il sindaco e Giuseppe Magro, legale rappresentante della Fisma, cioè modificando il preventivo già inviato inserendovi una spesa ulteriore di 2500 euro al al mese per l'utilizzo della piattaforma ambientale, in modo da “compensare” la spesa per gli operai.
Un altro filone riguarda gli interventi per prevenire e contrastare la violenza contro le donne e i minori attraverso un accordo di partenariato tra il Comune e la “Luna Nuova Cooperativa Sociale”. In questo caso, il sindaco avrebbe dato il via libera al partenariato che avrebbe facilitato l'accesso ai fondi messi a disposizione dalla Regione siciliana. In cambio, secondo l'accusa, il sindaco avrebbe inviato una decina di dominativi tra i quindici che erano previsto dal progetto per svolgere il servizio civile.
Agli arresti sono finiti anche la funzionaria Rosalba Buglino e il geometra Salvatore Merlino, libero professionista. In questo caso, la vicenda finita sotto la lente degli inquirenti alcune sanatorie edilizie considerate irregolari. In totale gli indagati dalla Procura sono undici.