È prima regola dell’attività politica essere onesto, sincero.
Questa è la prima regola del decalogo politico di Don Luigi Sturzo, sulla cui persona non c’è nulla da aggiungere, e sui suoi insegnamenti molto da meditare e, il più possibile, da attuare.
Ed è proprio dalla “ri-lettura” del suo pensiero che ho preso spunto per questa mia riflessione, confrontandola con la politica dei giorni nostri condividendo con voi lettori le mie conclusioni.
Dal giugno 2014 la nostra amata città, Bagheria, è amministrata dal Movimento 5 Stelle di cui tutti conosciamo storia, statuto e personaggi.
Ed è proprio sui personaggi del Movimento 5 Stelle che oggi amministrano la nostra città, e che concorrono alle elezioni per il rinnovamento del Parlamento Siciliano, su cui mi voglio soffermare.
Sin dalle prime campagne elettorali a cui ha partecipato il Movimento, abbiamo assistito a toni molto pesanti rivolti alle altre forze politiche e, fatto nuovo nello scenario politico dacché ne ho memoria, gli insulti e gli improperi si sono riversati anche sui candidati. Ogni campagna elettorale si fondava, ed ancora si fonda, sulla promessa di cambiamento, sull’onestà!
Ma siamo sicuri che questi principi siano stati rispettati? Siamo sicuri che le persone che hanno promesso diversità etica e morale rispetto a chiunque, “giovane” o “vecchio” che fosse, appartenesse ad un altro partito politico ?
Le “promesse” politiche degli ultimi anni hanno prodotto:
- Deputati, ed attivisti, indagati per la falsificazione delle firme necessarie alla presentazione della lista elettorale a Palermo, i quali si autosospendono dal movimento ma fondamentalmente lo vivono giorno dopo giorno, partecipando alle manifestazioni di partito e godendo dello status di parlamentare regionale e nazionale che proprio grazie a quel partito hanno raggiunto,
- Ancora oggi è viva nella memoria la giornata nera del 21 settembre scorso quando a Bagheria i vertici dell’amministrazione pentastellata sono stati oggetto di avviso di garanzia;
Avevano promesso la “trasparenza”, eppure:
- Ricevere copia di un atto nei tempi previsti dal Regolamento di funzionamento del consiglio Comunale di Bagheria è quasi impossibile, se non dopo svariate richieste, protocolli, timbri poiché tra i dipendenti vige un clima di terrore, nonchè il diktat di “non parlare” con i consiglieri dell’opposizione!
- Denunciano la “mala politica” fatta di promesse e fumo negli occhi da parte dei “vecchi politici” (categoria all’interno della quale sono annoverato anch’io, nonostante la mia età) e organizzano eventi - propaganda con i soldi che mettono da parte e li distribuiscono il mese prima delle elezioni regionali.
- Gli “onorevoli” regionali o come amano definirsi loro “portavoce” in questi anni hanno avuto rimborsati spese per benzina e affitto “stellari” (per rimanere in tema).
Avevano promesso di eliminare privilegi e favorire la meritocrazia, che non avrebbero creato “postifici”, ma nel frattempo hanno creato una S.p.A. a totale partecipazione comunale, contro ogni norma e legge, nominando nel C.D.A. “amici” il cui primo atto è stato quello di aumentarsi i compensi.
Ma ciò che più ci preoccupa è la totale perdita di rispetto per le istituzioni, per la chiesa. Sono preoccupato per il clima del confronto, per l’atteggiamento arrogante e settario con cui amministratori e attivisti si pongono verso chi non la pensa come loro. Mi preoccupa l’incitamento all’odio, quell’ “odio” che incarna il malessere dei nostri tempi.
Tutto ciò non basta.
Ultimo fatto increscioso, in ordine di tempo, apparso sui giornali è la situazione del cimitero comunale, dove decine di salme sono in attesa di tumulazione, per l’inadeguatezza di un’amministrazione incapace di trovare, com’è suo compito, una soluzione. Bare interrate in campi d’inumazione improvvisati, che emergono dalla terra come a “gridare”, a rivendicare nel silenzio della morte il rispetto che meritano i defunti.
Verde pubblico mal curato e una situazione sanitaria molto precaria tanto da spingere persino i parroci della città a protestare, non celebrando la santa messa al cimitero, poiché il “camposanto”…non è più santo.
E come in ogni circostanza in cui sono coinvolti i mediocri, gli incapaci, la reazione alle critiche è il tentativo di buttarla in caciara, di accusare il clero cittadino di fare politica, quasi a voler sott’intendere un qualche oscuro accordo con gli “altri”, i corrotti al servizio dei poteri forti della città (sembra la trama di un film di fantascienza, se non fosse per la drammatica “convinzione” con cui credono di essere nel giusto). Abbiamo un sindaco indagato per fatti gravissimi per cui sono state attivate le più improponibili difese, dalla “giustizia ad orologeria”, all’organizzazione di una manifestazione di “solidarietà”, quando per chiunque altro “non patentato di legalità grillina” si sarebbero chiesto a furor di piazza dimissioni e condanne celeri, se non addirittura il rogo.
Ecco ad oggi e per i fatti elencati questo è quello che per me rappresenta il Movimento Cinque Stelle.
Concludo la mia riflessione preoccupato, alla luce delle elezioni per il rinnovo del parlamento siciliano, dal clima colmo di rabbia ed “antipolitica” che questi personaggi possano continuare ad alimentare, impaurito, perché pur giustificando la faziosità politica, pur giustificando le “scalate” nella lisce mura del consenso politico, non si può governare e costruire un futuro sereno in un’isola, già di per se difficile e complicata da governare, con l’atteggiamento “settario” di attivisti e portavoce.
Angelo Barone
Consigliere comunale