"Il Presidente del consiglio è un garante delle regole non uno sceriffo"- di Bartolo Di Salvo

"Il Presidente del consiglio è un garante delle regole non uno sceriffo"- di Bartolo Di Salvo

Politica
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Ospitiamo sul nostro giornale l'autorevole opinione di Bartolo Di Salvo, che ha ricoperto in passato il ruolo di Presidente del consiglio e a cui viene unanimemente riconosciuto un alto senso delle istituzioni,  sullo scontro avvenuto in consiglio comunale tra il Presidente Maggiore e il consigliere Lo Galbo; uno scontro registrato da un video che sta facendo parecchio discutere. 

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"5.843 e 2.840.
Due numeri, come tanti altri, che non dicono nulla se non contestualizzati.
Caro direttore
Sempre più di rado mi ritrovo a scrivere o intervenire sulle vicende politiche della città, vuoi perché il mio ruolo in politica non è più attivo, vuoi perché ritengo che chi ha avuto la delega a governare debba farlo pienamente. Tuttavia gli accadimenti degli ultimi tempi impongono al mio senso civico, e delle istituzioni, una riflessione che mi auguro tu voglia riportare alla cittadinanza. Lo spunto mi è dato dalla costituzione della SpA da parte dell’amministrazione comunale e delle conseguenti polemiche.
Ho vissuto l’aula consiliare del comune di Bagheria per 13 anni circa, svolgendo sempre il ruolo di opposizione alle amministrazioni di turno e, per 2 anni, ho avuto l’onore di presiedere il Consiglio Comunale. Sono stati anni complicati, di transizione dalla prima repubblica alla famigerata seconda, durante i quali processi di pianificazione importante hanno compiuto il loro corso e tanti errori amministrativi hanno condotto la città dove si trova adesso. Ricordo tanti momenti di tensione, di scontro duro: sul PRG nel 1995, sui piani di lottizzazione nel 1998, sul COINRES nel 2002 e poi nel 2006. Urla e tensioni tra i vari esponenti di maggioranza ed opposizione. Ma non si è mai superato il limite. Mai, in aula consiliare, si è arrivato ad atti di prevaricazione quasi fisica di un consigliere.
La vicenda dello scontro fra il Presidente del Consiglio Comunale, consigliere Marco Maggiore, ed il consigliere Maurizio Lo Galbo è ormai nota a tutti e gli echi si stanno velocemente spegnendo in città. Tuttavia, proprio in questo momento ritengo che sulla vicenda debba essere posto l’accento per un aspetto quantomeno allarmante: la prevaricazione della controparte, quasi il tentativo di occultarne l’esistenza.
Già dall’inizio di questa consiliatura sapere cosa succede dentro la casa comunale risulta molto complicato (chissà che fine hanno fatto le tento reclamate riprese streaming delle sedute di commissione consiliare): le sedute di consiglio comunale sono visibili alla città grazie all’autotassazione dei consiglieri di opposizione che finanziano le riprese video con i loro gettoni di presenza; l’accesso agli atti è diventato particolarmente complicato, mentre quasi impossibile risulta conoscere i bilanci di previsione, i conti consuntivi, o qualunque straccio di programmazione.
Che il clima sia teso è sotto gli occhi di tutti, e certo la colpa non è solo di una parte, ma da sempre sostengo che l’interesse delle forze di governo della città sia quello di instaurare un clima sereno, di confronto costruttivo, capacità che ad oggi manca al M5S.
Il fatto grave, secondo il nostro modesto parere, è rappresentato dalla tracotanza con cui si è cercato di impedire ad un consigliere di opposizione di manifestare il proprio dissenso nei confronti dell’impossibilità di affrontare un argomento avendo tutti gli elementi di giudizio. Eccessivo è stato l’atteggiamento del Presidente del Consiglio Comunale che ha scambiato il ruolo di “garante delle regole” con quello di “sceriffo”. Ancora peggiore, se possibile, è stato il comportamento di quei consiglieri che hanno, di fatto, accerchiato Maurizio Lo Galbo, che hanno tentato di impedire che si riprendessero le fasi concitate in cui il Presidente, abbandonato il proprio scranno, tentava di allontanare il consigliere dal microfono.
Ciò che appare ai miei occhi allarmante è il rischio di mortificazione delle rappresentanza democratica, il tentativo di impedire l’espressione di opinioni diverse. Mi chiedo se, di fronte all’episodio che vede coinvolti il Presidente Maggiore ed il consigliere Lo Galbo, non vi siano gli estremi per un intervento dell’Assessorato Regionale agli Enti locali.
Se il sindaco è stato eletto in modo plebiscitario per governare la città, il consiglio comunale è stato determinato in modo proporzionale da una legge che ha premiato oltremodo il M5S.
2.840 sono la somma algebrica delle preferenze dei 16 consiglieri del M5S. La maggioranza consiliare “rappresenta” quei cittadini, non la città. Per tale ragione è dovuto rispetto ai consiglieri di minoranza ed ai 5.843 elettori che a loro hanno accordato la preferenza.
Se una legge ha garantito la maggioranza d’aula al M5S, il buonsenso dovrebbe suggerire loro il rispetto della maggioranza degli elettori che per loro non ha votato".

Bartolo Di Salvo