Il caso Lisuzzo, alla sbarra per concussione, tra i procedimenti rilevanti nella relazione della Corte di Appello

Il caso Lisuzzo, alla sbarra per concussione, tra i procedimenti rilevanti nella relazione della Corte di Appello

Politica
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Deflagrano come una bomba le parole scritte dai magistrati nella relazione della Corte d’Appello di Palermo in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario, relative al Geometra del Comune di Bagheria Onofrio Lisuzzo, uno dei più stretti collaboratori del sindaco di Bagheria Patrizio Cinque.

In merito a Lisuzzo rinviato a giudizio  per concussione, il cui caso è stato inserito nella relazione tra i procedimenti rilevanti dell'anno giudiziario trascorso, si legge testualmente: «Per aver compiuto atti idonei diretti in modo univoco a costringere un imprenditore di Partinico a rivolgersi a ditte e fornitori da lui indicatigli. Nel corso delle indagini, è stato accertato come conducesse (Lisuzzo) una parallela e clandestina attività professionale di consulenza in materia di ingegneria civile e di edilizia, adottando sistematicamente la tecnica di determinare uno stallo nei procedimenti amministrativi instaurati su istanza di privati non disponibili ad assecondare le sue richieste di denaro o di altra utilità»”.

Sulla vicenda interviene anche l'On all'Ars Pietro Alongi: “Mi faccio una domanda e qualunque tipo di risposta possibile mi appare allarmante – il deputato regionale Ncd – Ecco la questione: come mai il sindaco non si libera di questo fardello e non ridà quindi serenità, in attesa della chiusura del procedimento, considerato che Lisuzzo si occupa anche della gestione dei rifiuti nel Comune di Bagheria? Su questo, sono già intervenuto a mezzo stampa, in occasione del licenziamento illegittimo della funzionaria Picciurro anche perché ella aveva più volte espresso e segnalato all’amministrazione le proprie perplessità nel mantenere Lisuzzo a capo dei LL.PP. a cui afferiscono l’igiene urbana, la gestione del cimitero e altre delicate materie di intervento sul territorio”.

“Per tutto ciò, per l’allarme che questa situazione fa sorgere in me e nell’opinione pubblica – conclude Pietro Alongi – scrivo lettera ufficiale a S. E. il Prefetto di Palermo per chiedere una urgente ispezione al Municipio di Bagheria”.