Le aree verdi di Bagheria tutte chiuse o abbandonate - di Lorenzo Gargano

Le aree verdi di Bagheria tutte chiuse o abbandonate - di Lorenzo Gargano

Politica
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Le ultime belle giornate di sole appena trascorse ci ricordano che la primavera, quasi sempre molto precoce a Bagheria, è ormai dietro l'angolo. Presto le ore di luce cominceranno ad allungarsi e sempre più persone coglieranno l'occasione per fare una passeggiata o praticare sport, uscire con i bambini e stare all'aria aperta.

A Bagheria le cose però sono più complicate del previsto e per rendersene conto basta farsi un giro nei parchi e aree verdi della città.

Partiamo subito da quello che in campagna elettorale è uno dei leitmotiv: il parco di Monte Catalfano, polmone verde urbano dei bagheresi; che è tale soltanto sulla carta.

La bellezza della natura incontaminata del parco per fortuna è ancora intatta ma i problemi risiedono altrove. Nessune idea, nessun progetto, nessun affidamento per la gestione, nessuna cura. Come risultato il parco in inverno è preso d'assalto da coppie che cercano un luogo appartato, mentre in primavera e per tutta l'estate diventa preda degli incivili che tipicamente lasciano la zona in condizioni pessime., o ancor peggio  è obiettivo dei piromani.

 16295723 10212224816162511 733123310 nUn'altra nota dolente riguarda il giardino di Villa San Cataldo, annessa al complesso dei Gesuiti, l'emblema, a nostro avviso, della "non" gestione delle aree verdi di Bagheria. Il giardino della villa è uno dei pochi e meglio conservati esempi di giardino in stile barocco che esistano in Sicilia, un vero gioiello incastonato nel tessuto urbano di Bagheria.

Dopo mille peripezie l'amministrazione precedente era riuscita a fare aprire il giardino della villa al pubblico. Sono sorti con il tempo problemi di agibilità e di vigilanza, poi risolti e poi nuovamente sopraggiunti. Il giardino di villa San Catldo è oggi chiuso e da tempo anche. Coloro che nei suoi viali profumati si allenavano, passeggiavano con figli e nipoti, andavano a leggere, possono rimanere a casa, la politica vecchia nuova che sia ha incrociato le braccia sul punto.

Cambiamo quartiere e ci spostiamo a Piazzetta Butera "O Chianu", che sorge in quella che potremmo definire la "pancia" di Bagheria,  una zona di verde salvata rocambolescamente alle speculazioni edilizie perpetrate negli anni. Posto frequentatissimo ogni giorno da centinaia di persone che li passeggiano il loro cane o da comitive di giovani e giovanissimi, che giace in uno stato di vergognoso abbandono. 

A nulla è valso l'impegno da parte anche di privati e associazioni che avevano finanziato l'istallazione di un parco giochi e lavorato per valorizzazione della piazza. Quel luogo sembra non esistere per gli amministratori di ogni epoca, compresi gli attuali.  Il parco giochi  è stato dsitrutto dai vandali e ciò che ne resta campeggia in bella mostra, ci pare lo specchio della nostra società ammalata. L'incuria del verde non fa nemmeno più notizia e bisogna ringraziare gli sparuti gruppi di volontari se sporadicamente viene attuata una pulizia straordinaria del posto, quando il  degrado raggiunge livelli non più sopportabili. 

In viale Ingegnere Bagnera il 22 novembre scorso si è invece proceduto al taglio di 7 pini per sostituirli con siepi o palme, ma dopo alcuni lavori di sistemazione , da oltre un mese il cantiere è rimasto "sventrato" e il marciaiede che si voleva ripristinare non esiste completamente, senza che nulla sia stato ancora piantumato. Cosa si aspetta per completare la riqualifica? è lecito domandarselo.

Da ultimo ma non per importanza la condizione di sporcizia delle strade di Bagheria, dove lo spazzamento lo si è visto soltanto in un video da dare in pasto al web in cui il sindaco prometteva più o meno "più strade spazzate per tutti". Ci fermiamo qui, pur non avendo esaurito gli argomenti.

Chissà se i nostri stessi crucci arrovellano le meningi dei nostri amministratori, di certo stanno a cuore a migliaia e migliaia di cittadini che amano la propria città, ma forse siamo noi a pretendere troppo...

Lorenzo Gargano