Si allarga l'inchiesta sullo scandalo firme M5S, si autosospende anche l'On. Giorgio Ciaccio

Si allarga l'inchiesta sullo scandalo firme M5S, si autosospende anche l'On. Giorgio Ciaccio

Politica
Typography

Ha appreso la notizia di essere indagato dalla stampa e nonostante da giorni per seri problemi personali fosse molto distante dalle vicende palermitane non ha avuto dubbi: «Anche se a oggi non mi è stata notificata alcuna iscrizione nel registro degli indagati, nel rispetto e tutela del progetto politico del Movimento 5 stelle ho presentato la mia autosospensione», dice Giorgio Ciaccio, che ieri ha scritto una lettera a tutti i componenti del gruppo parlamentare per comunicargli la sua decisione.

Ciaccio diventa così il secondo deputato regionale a fare un passo indietro per il caso delle firme false presentate nel 2012. Prima di lui si era autosospesa la deputata Claudia La Rocca, la prima ad andare dai magistrati per collaborare alle indagini e raccontare quanto accaduto alle scorse amministrative.

Claudia La Rocca residente a Bagheria si è sfogata in un lungo post su Facebook: "Mi ero ripromessa di non scrivere nulla - scrive su Facebook - Sono giorni molto difficili, ogni parola potrebbe essere sbagliata, so che la gente da dietro una tastiera sa essere molto cattiva, so che c'è sempre qualche detrattore del Movimento pronto a strumentalizzare ogni cosa, senza nessuna oggettività e umanità. Ormai da una settimana ricevo decine e decine di messaggi di stima e incoraggiamento da amici, colleghi, conoscenti, sconosciuti, giornalisti, dirigenti, sindaci e assessori. Dimostrazioni di affetto pubbliche e private... E senza alcuni "angeli" questi momenti sarebbero stati ancora più difficili da sopportare. Un calore così immenso e inaspettato per il quale non posso non ringraziare tutti è l'unico motivo delle mie parole adesso. Io non voglio essere l'eroina, non voglio essere la protagonista, volevo solo mettere la parola fine ad una situazione
che stava degenerando, tirando dentro tutto e tutti, e l'ho fatto nell'unico modo che conoscevo, la cosa che mio padre più apprezzava di me... Dicendo la verità. La mia scelta è stata difficile e non riesco a smettere di provare un profondo dolore. Ma la vita è fatta di scelte e affrontare un temporale con dignità, potersi guardare allo specchio, vale di più. So che è stato uno stupido errore e mi dispiace se ho deluso qualcuno".

Non solo firme ricopiate però. Nella lista del Movimento 5 stelle per le Comunali 2012 sarebbero state inserite anche firme rubate. Alcuni nominativi, con le date di nascita e i documenti d’identità, provenivano dagli elenchi di chi firmò ai banchetti per il referendum che aveva come argomento la privatizzazione dell’acqua e non per la costituzione delle liste per le successive elezioni amministrative. Banchetti ed elenchi di un anno prima, insomma. Intanto l’inchiesta della procura si è già arricchita di nuove indicazioni importanti.

Un avvocato e un commercialista, convocati nei giorni scorsi dalla Digos, hanno spiegato di non avere firmato le liste elettorali di M5S: «Quelle firme sono palesemente false, non sono nostre», hanno messo a verbale in questura. Nel 2011, i due professionisti avevano invece firmato ai banchetti per il referendum sistemati davanti al palazzo di giustizia, in piazza Vittorio Emanuele Orlando, e al Politeama. L’avvocato e il commercialista lo confermano a Repubblica. «Non ricordo di avere firmato per le liste elettorali — dice il legale — ma ricordo con certezza di avere firmato per il quesito sull’acqua pubblica».

Da Repubblica.it