Non è la prima volta, e non siamo da soli, a sollevare la questione che, dopo quasi due anni e mezzo dall’elezione del nuovo sindaco e del nuovo consiglio, l’assemblea degli eletti di Palazzo Ugdulena non abbia ancora provveduto alla nomina del difensore civico.
Il difensore civico, lo ripetiamo per la terza o quarta volta, è un organo previsto dalla legge (obbligatorio per i comuni delle dimensioni di Bagheria), di tutela dei diritti dei cittadini contro le inadempienze o le prevaricazioni degli organi amministrativi del comune.
Insomma un organo che serve non ai politici, ma alla gente comune.
L’acqua che non arriva, un servizio pubblico pagato ma non reso, una pratica che si insabbia nei meandri della burocrazia, insomma il difensore civico è la persona fisica alla quale potremmo rivolgerci per la tutela dei nostri diritti, senza la necessità di dover andare da un assessore o un consigliere, e quindi, come diciamo sempre, perché i diritti non vengano tramutati in favori o elargizioni.
Il consiglio comunale di Bagheria fa un grande (stra)parlare di antimafia e di legalità: centri di ascolto, regolamenti su beni confiscati, progetti per la sicurezza, protocolli di legalità, nomine di responsabili di legalità, norme sulla trasparenza, e chi più ne ha più ne metta.
E se la memoria non ci inganna, neanche nel programma della nuova amministrazione nel "mare magno" di legalità, trasparenza e antimafia che ridondava da ogni dove, si faceva uno straccio di riferimento alla nomina del difensore civico.
Insomma le parole legalità, trasparenza e antimafia sono senza dubbio a Bagheria le parole più “declinate” dai nostri rappresentanti politici.
E tutto giusto, doveroso e necessario.
Però quando dalle chiacchiere si deve passare alla concretezza dei comportamenti allora, come diciamo in dialetto, “si rumpinu i ruoggi”, si guastano insomma gli orologi.
Stendiamo un velo pietoso sulla materia incarichi, consulenze e dintorni, che hanno ampiamente “dimostrato” come venga intesa dai nostri politici e funzionari la trasparenza e sulla quale gli organi di controllo dell’Assessorato alle Autonomie Locali e Corte dei Conti stanno portando avanti i loro accertamenti, sui quali naturalmente informeremo, allorchè avremo notizie.
Ma perchè non viene eletto il difensore civico?
Semplice: la legge proprio per far cogliere che deve trattarsi di una figura “super partes” ha giustamente previsto una larga maggioranza, i 2/3 dell’organo deliberante, a Bagheria 20 consiglieri.
Sinora questa maggioranza è stata una chimera; visto quello che sta succedendo in questo consiglio, caratterizzato da rissosità e divisioni, lo sarà ancora di più per il futuro.
L’argomento viene in maniera formalmente e correttamente posto all’ ordine del giorno, qualche volta si vota pure, ma del difensore civico neanche l’ombra.
Il problema viene sollevato, lo ripetiamo da noi e da altri organi di informazion( il nostro confratello ha contato ad oggi ben 647 giorni di ritardo nel rispetto di questo adempimento), e da oltre un anno: ma nessuno dei consiglieri nei fatti risponde; sono quasi tutti, uomini e partiti trincerati dietro un poco dignitoso silenzio.
A parte una “minaccia” del consigliere Gino Castronovo di “ricorrere” all’Assessore, e qualche dichiarazione di buona volontà dei presidenti del consiglio (Di Salvo e Vella), altro non c’è.
Questo silenzio dimostra ampiamente un sostanziale disprezzo degli organi di informazione, dell’opinione pubblica e in buona sostanza dei cittadini bagheresi.
Lo abbiamo detto e ci atterremo a questa regola: il nostro giornale non ha nessuna intenzione di fare opposizione o di fare politica o di sostituirsi agli organi della politica, perchè vogliamo continuare a fare solo ed esclusivamente informazione.
Ma se il silenzio penoso delle istituzioni dovesse continuare ci faremo promotori come cittadini di questa città di una sottoscrizione popolare indirizzata all’Assessore alle Autonomie Locali, perché in via sostitutiva proceda “motu proprio” alla nomina del difensore civico.
Un ultimo dettaglio: in questi due anni e mezzo solo i trenta consiglieri hanno complessivamente percepito una indennità di circa 1.000.000 di Euro, naturalmente al lordo.
Sempre una bella cifra però: come dire due miliardi del vecchio “conio”, come ripeteva sempre (sbagliando) il noto presentatore Paolo Bonolis.
Non sono sufficienti, però, a quanto pare a farli decidere a compiere quello che è un loro dovere istituzionale.