La luna di miele esiste anche in politica: è quel periodo più o meno lungo, da sei mesi a un anno, durante il quale, alle novità politiche, di qualunque colore esse siano (nel nostro caso la nuova giunta),
si guarda da tutti con una grande aspettativa e con una speranzosa fiducia.
Anche a Bagheria, pensiamo, sulla nuova maggioranza , anche se figlia del peccato, e con una significativa componente “recidiva” dell’esperienza amministrativa (il P.D.), si appuntano le speranze e le attese di tanti bagheresi.
Lo confessiamo: anche noi ci auguriamo, per Bagheria, che a questa apertura di credito fatta con il cuore e l’istinto, possa seguire, tra qualche tempo, una fiducia ragionata e motivata. Volendo i presupposti ci sono tutti, anche se la spazzatura che marcisce per le strade è stato, per il sinora incolpevole U.D.C., un pessimo biglietto da visita.
E vediamo perché.
Andranno a concludersi tra qualche mese alcune importanti realizzazioni, avviate nella amministrazione di Fricano e cantierate durante i primi due anni della giunta Sciortino; ma a chiunque possa essere ascritto il merito, di fatto risolvono questioni serie: il posteggio alla Stazione Ferroviaria, ormai alla vigilia dell’inaugurazione, il completamento, osiamo sperare entro Natale, di Corso Umberto, la sistemazione della Certosa, di Piazza Vittime della mafia e del “rettifilo”, e la nuova arteria Scotto Lanza, che ricongiunta al sottopasso dovrebbe alleggerire, e di molto, il traffico dello svincolo autostradale.
Ed ancora: se nei prossimi mesi verranno cantierati l’adeguamento e il “cappottamento” del Depuratore, la Barriera frangiflutti ad Aspra, e il miglioramento dello Svincolo autostradale, come opere pubbliche non sarebbe poco.
Nei tre anni che restano potremmo inoltre vedere già avviati i cantieri delle aree artigianali, e intravedere i primi capannoni; e dovranno essere rivisitati i vincoli di P.R.G., continuando nella direzione che si è seguita in questi anni, e che parte dal presupposto che Bagheria ormai è satura di popolazione, e che ha comunque un enorme patrimonio immobiliare, vuoi nel centro storico vuoi negli ex quartieri abusivi, ancora inutilizzato, e che può essere ristrutturato e finalizzato ad usi residenziali di “nicchia”: i miniappartamenti nel caso, per esempio, degli immobili del centro storico da recuperare.(Sulle tendenze dell’edilizia residenziale a Bagheria e nei comuni limitrofi degli ultimi quindici anni ci torneremo più in là).
Non può essere un caso che lo sviluppo edilizio spostatosi da Bagheria a Villabate, Ficarazzi, Casteldaccia, Santa Flavia e Altavilla, promosso da imprese anche bagheresi, abbia garantito ai sindaci di questi comuni una comoda rielezione: S.Scaletta, P.Sanfilippo, G.Di Salvo, e G. Cannizzaro.
Bagheria si deve sforzare di reinventarsi un modello di sviluppo che non veda più l’edilizia come esclusivo volano per la crescita: artigianato, aziende agroalimentari, turismo culturale, una diversa agricoltura, possono essere gli ingredienti per una giusta ricetta.In tre anni si potrebbe fare un buon lavoro, volendolo, e se poi si tagliasse su spese eccessive e superflue avremmo fatto bingo.
Rimane il macigno del COINRES. Se nella riforma degli ATO rifiuti, si riesce a chiudere questo carrozzone, e a ottenere dall’ATO che inevitabilmente ci assorbirà un servizio decente avremo tutti da guadagnarci, i cittadini soprattutto, ma anche i sindaci che su questo problema , dissipano con pessimi e incerti risultati il 50% del loro tempo e delle loro energie.
L’ultima nota che consideriamo positiva: l’elezione a Presidente del consiglio comunale di Bagheria di un giovane di 26 anni, Daniele Vella; e non solo per questioni di anagrafe, già di per sé importanti.
Al di là della sua collocazione politica Daniele Vella è una delle figure più rappresentative, serie e promettenti della nostra classe politica.
Un consiglio però ci permettiamo di dargli, solo per gli anni che ci separano. Un consiglio, che gli abbiamo già dato in privato, e che quà, pubblicamente, gli rinnoviamo.
Non si “ingessi” nel linguaggio di maniera (il politichese, o il “politically correct”, per intenderci), faccia parlare più spesso oltre che le ragioni della politica fredda e della mente , le ragioni del cuore e delle passioni politiche e civili; ha ancora l’età per farlo, non perda questa occasione.