Gestione in house dell'acqua a Bagheria: si profila una marcia indietro

Gestione in house dell'acqua a Bagheria: si profila una marcia indietro

Politica
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Sin da subito definimmo affrettata e intempestiva la decisione del sindaco di Bagheria Patrizio Cinque di troncare in asso a quindici giorni dalla scadenza la convenzione con Amap e di assumere la gestione diretta del servizio, ed i fatti purtroppo ci stanno dando ragione:

da settimane un bene primario viene distribuito per usare una espressione garbata 'a capocchia', con quartieri che attendono da una o due settimane il loro turno e centinaia di condomìni che sopravvicono grazie alla eutobotti private.

Ma non ci dovremo neanche meravigliare più di tanto se di quà a qualche settimana ci ritroveremo di fronte ad una inversione di marcia anche rispetto alla decisione assunta dal sindaco di gestire in proprio il SII (Sistema idrico integrato) a Bagheria, quel complesso sistema cioè legato al ciclo dell'acqua che va dall'approvvigionamento alle fonti, alla distribuzione, alla manutenzione delle reti, alla bollettazione, alla depurazione e allo sversamento  dei reflui depurati). Un ciclo molto complesso insomma.

Intanto l'emergenza idrica che si è determinata in conseguenza del cambio di gestione non accenna a scemare: continuano ad essere decine e decine le segnalazioni che arrivano dai più svariati quartieri di Bagheria.

Alcune attenuanti effettivamente ci sono, ma non bastano a spiegare quanto sta accadedo.

Ci sarà quello che dice il sindaco, e cioè un sistema delle manovre negli anni modificato, con il quale i nuovi manovratori dovranno prendere confidenza; ci sono le perdite della rete (ma c'erano anche prima) che impoveriscono la dotazione; ci sarà forse anche l'attrito con l'Amap che su tratti di rete comune, tra Bagheria e S.Flavia per esempio, cercava di rispettare un equilibrio di compensazione, e che ora pretende che Bagheria se la sbrighi da sola: ci hanno riferito che per risolvere le problematiche del quartiere Caravella e via Papa Giovanni il sindaco nottetempo si sia recato con i manovratori ad aprire una valvola che eroga acqua anche al comune di Santa Flavia e che il giorno successivo l'Amap abbia sigillato con un catenaccio la presa ed abbia presentato una segnalazione ai Carabinieri per la manomissione.

Non potremmo giurare che la notizia stia esattamente nei termini in cui ci è stata riferita, ma è un sintomo dei rapporti critici che si sono venuti a determinare con Amap, perchè è chiaro che un'azienda che si è vista estromessa in maniera così clamorosa dalla gestione a 15 giorni dalla scadenza, (gestione che peraltro, si badi bene, tutti gli altri 38 comuni dell'ex ATO hanno rinnovato), non ci sta a fare sconti o cortesie al comune di Bagheria che dovrà quindi cavarsela da solo.

Ma il problema per cui si dovrà tornare indietro rispetto alla decisione della gestione diretta è un altro, ed è già stato rappresentato nella nota della Regione inviata al sindaco in cui si sostiene di non poter condividere la decisione presa dal nostro comune, e questo perchè Bagheria fonda il proprio diritto a gestire in house il ciclo dell'acqua su un articolo della legge regionale recentemente approvata, la n°19 del 18.08.2015 sulla "Disciplina delle risorse idriche".

Nella nota della Regione infatti si dice:"....al contempo la medesima legge regionale disciplina altre tipologie di affidamento del servizio, tra le quali forme di gestione diretta a parte dei comuni in forma associata, così come richiamate dal comune di Bagheria, ma connesse tuttavia e conseguentemente attuabili solo al compimento del complessivo iter, come disciplinato dalla medesima legge, prodromico all'affidamento della gestione, e nella fattispecie possibilità di costituire sub ambiti dell'Ambito, previo parere dell'Assessorato regionale competente ( comma 7 art.4- comma 6 art. 5)."

A Bagheria è mancato intanto il previo parere, e questo articolo si sapeva già che era nel mirino del governo nazionale per difetto di costituzionalità, e proprio ieri è arrivata la conferma.

 Infatti in un articolo pubblicato ieri su livesicilia.it  si può legger "l'impugnativa da parte del governo nazionale della legge regionale sull'acqua pubblica è ormai dietro l'angolo. Del caso si occuperà il consiglio dei ministri di lunedì prossimo, ma Palazzo Chigi ha già scritto alla Regione prospettando i rilievi di incostituzionalità sollevati dal ministero dell'Ambiente e dall'Autorità per l'energia e sollecitando le controdeduzioni. Che Rosario Crocetta ha chiesto ieri con una lettera all'ufficio legislativo della Regione."

Live sicilia elenca quali sono i rilievi avanzati dal governo e quali gli articoli della legge che dovranno essere riscritti, e tra questi c'è proprio quello posto a base della decisione assunta dall'amministrazione bagherese: in poche parole uno dei rilievi riguarda proprio "la parte in cui la legge conferma le gestioni comunali derogando all'unicità della gestione per ciascun ambito territoriale ottimale. Su questo controverso punto, la missiva di Palazzo Chigi si sofferma a lungo. E si ricorda tra l'altro come sia già stata dichiarata incostituzionale dalla Consulta una norma simile della Liguria."

A questo punto la Regione per evitare l'impugnativa ufficiale davanti alla Corte costituzionale di questo come di altri articoli dovrà riscriverli ed ecco che tutta la costruzione messa in campo da Patrizio Cinque andrebbe rivista.

Insomma un bel garbuglio, ed intanto l'acqua continua ad essere erogata in maniera irregolare.