"Avevamo sognato un partito diverso"

"Avevamo sognato un partito diverso"

Politica
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Il 14 ottobre scorso avevamo sognato un partito diverso. Un partito aperto alla gente, che facesse della partecipazione popolare e del radicamento sul territorio la sua forza. Che si aprisse alle donne e ai giovani, rimettendo in discussione quanto di vecchio e di stantio regnasse nella politica.

Un partito che la finisse con i giochi di potere, le spartizioni di poltrone, gli accordi fatti nel chiuso delle stanze, e che finalmente spalancasse le proprie porte ai cittadini, facendo uscire tutta l’aria viziata, accumulata negli anni da una politica fatta di clientelismo, nepotismo, gerontocrazia.

Abbiamo sognato un Partito nuovo, che desse voce a chi non l’ha mai avuta, che fosse in grado di rivoluzionare i meccanismi di coinvolgimento degli elettori, mettendo al centro gli autentici bisogni e i problemi della gente, chiedendo loro quali strade percorrere.
Oggi, invece, a quasi un anno dalle elezioni primarie del Partito Democratico, proprio nel momento più difficile per la città di Bagheria, ci sentiamo di affermare, nostro malgrado, che il PD è stato assente dalla vita politica bagherese.

Nonostante una crisi politica in corso, con tutti i problemi che tormentano la nostra città e che sono sotto gli occhi di tutti (uno per tutti l’immondizia a livelli stratosferici), chi rappresenta pubblicamente il PD si è trincerato dietro un assordante silenzio, evitando di prendere posizione e abbandonando il campo alle altre forze politiche, che hanno continuato a martellare l’Amministrazione senza tregua, l’Udc su tutti, che ora viene premiata attraverso l’offerta di entrare nel governo della città!

Nell’ultimo coordinamento del 4 luglio scorso, dopo un mese che il sindaco aveva preannunciato l’allargamento della giunta, avevamo chiesto con forza l’indizione di un’assemblea pubblica degli elettori del partito, comprendendo che il passaggio che ci stava innanzi sarebbe stato al quanto delicato per il nostro partito.
Ci siamo chiesti infatti, a fronte di quale analisi dei problemi, di quale dibattito con le parti sociali e le forze politiche, di quale prospettiva programmatica, il sindaco, aveva intenzione di aprire le porte all’Udc.

Si può aprire una crisi di tale portata, lasciando la città senza la democratica rappresentanza? E il Partito Democratico può andare avanti per la sua strada senza neanche interrogarsi su quale sia stato il suo ruolo nella giunta Sciortino? Quali gli obiettivi raggiunti e quelli falliti? Quali i punti di debolezza e di forza di questa esperienza amministrativa? Quali i rischi e le opportunità di un cambiamento di alleanze? Come si fa a prescrivere una cura a un malato se non si conosce la sua malattia?

Avremmo voluto dibattere questo con i 1757 partecipanti alle primarie di ottobre e con coloro che in consiglio comunale e in giunta avevano avuto un ruolo, credendo che ciò che recita lo statuto del Pd all’articolo 1 fosse vero:
“Il Partito Democratico affida alla partecipazione di tutte le sue elettrici e di tutti i suoi elettori le decisioni fondamentali che riguardano l’indirizzo politico.”
Del resto, un’eventuale alleanza con l’Udc sarebbe di portata “storica”, visto che mai il centro-sinistra a Bagheria aveva realizzato accordi con tale parte politica e visto, soprattutto, che l’Udc in Sicilia è al governo della Regione mentre il Pd all’opposizione.

Dovrebbe essere chiaro a tutti che una tale alleanza deve essere posta al vaglio della più ampia partecipazione popolare, al fine di darne legittimità e consistenza, scongiurando il rischio di scissioni traumatiche del Partito.
Ci siamo chiesti perché si voleva continuare a decidere nel chiuso delle stanze, senza coinvolgere i cittadini. Perché da un mese non avessimo informazioni reali e complete sullo stato delle trattative con il sindaco da parte della delegazione del PD. Quali fossero i contorni della crisi e soprattutto le motivazioni, che ancora oggi ci sfuggono.

Abbiamo posto queste questioni nelle sedi appropriate, e in particolar modo nell’ultima riunione di coordinamento del 4 agosto, nella quale abbiamo di nuovo avanzato con forza la proposta di indire un’assemblea pubblica aperta a tutti gli iscritti del Partito e a tutti gli elettori e le elettrici, al fine di non violarne i diritti sanciti dallo Statuto.
Ci è stato risposto, che non c’era tempo e che la gente preferiva andare al mare.

Abbiamo chiesto di procedere alla verifica del numero legale, ma il segretario e il presidente dell’Assemblea hanno preferito mettere a votazione la questione dell’allargamento senza neppure accogliere questa nostra richiesta.

Di tutte queste cose decisamente rilevanti per la dialettica interna di un partito, il segretario e il presidente hanno taciuto, dimenticando anche di comunicare alla stampa le dimissioni del vicesegretario e l’indisponibilità ad essere inserito nella rosa degli assessori da parte di Emanuele Tornatore, diffondendo, quindi, un comunicato stampa parziale, per nulla rispondente allo svolgimento del dibattito.

Alla luce di questi eventi,
· non condividiamo le decisioni prese nel coordinamento di giorno 4 agosto;
· non siamo d’accordo all’allargamento di coalizione proposto dal sindaco Sciortino e ci dissociamo dalle componenti del nostro partito, che senza sentire il parere di tutti gli iscritti e gli elettori, hanno preso decisioni che non ci coinvolgono e non ci rappresentano.

Fino ad oggi abbiamo evitato di fare dichiarazioni pubbliche, sperando che le cose potessero cambiare. Ora, che apprendiamo che un comunicato (forse troppo tempestivamente diffuso) a firma del Segretario e del Presidente dell’assemblea, ha strumentalmente dato informazioni parziali, ci siamo sentiti in dovere di fare conoscere ai cittadini di Bagheria e, soprattutto agli elettori del Pd, le ragioni del nostro dissenso e della nostra lotta a difesa della democrazia e della libertà all’interno del nostro partito.


Firmato: Orazio Amenta, Mimmo Meola, Emanuele Tornatore, Fabrizio Maggiore e Gabriella Grossi.

Il presente comunicato è indirizzato a tutti gli iscritti del Partito, a tutti gli elettori del Partito, al Segretario Nazionale, al Presidente dell’Assemblea Regionale, al Segretario Regionale, al Presidente dell’Assemblea Provinciale, al Segretario Provinciale, a tutti i deputati regionali del Pd e a tutti i consiglieri provinciali del Pd.