Fallimento di Acque potabili siciliane: rischiamo i rubinetti a secco

Fallimento di Acque potabili siciliane: rischiamo i rubinetti a secco

Politica
Typography

Una cosa è certa sia pure in un panorama di confusione e incertezze in cui si muove il futuro della gestione idrica: entro il 31 gennaio 2014 i comuni riceveranno in consegna  dai commissari liquidatori le reti idriche di loro competenza ed i relativi ruoli; per il resto è ancora tutto da definire.

Sono infatti una miriade, e non tutti facili, i problemi da risolvere, mentre sopratttutto nei comuni più grandi, e Bagheria in primis, i problemi si aggravano, a partire dalle manutenzioni delle reti che i commissari hanno di fatto bloccato.

Come dicevamo qualche settimana fa a Bagheria sono ormai decine le perdite della rete idrica che da settimane e in certi casi da mesi continuano a scaricare a mare centinaia se non addirittura e migliaia di mc di acqua preziosa; via dell'Arco, via Derelitto, via Città di Palermo solo per citarne alcune.

Da un calcolo presunto ma molto vicino alla realtà, a Bagheria si perde attualmente dall'8 al 10 % della dotazione idrica quotidiana, che supera i 100 litri/sec.

Non interviene più l'A.P.S., di cui è stato dichiarato il fallimento,  non ha i mezzi per intervenire il comune e tutto va a rotoli, anzi a mare.

Ma nelle prossime settimane ci sarà un  rischio ancora maggiore: lo stato di agitazione del personale demotivato e  zero risorse da investire,  potrebbero portare ad una situazione al limite della paralisi con i rubinetti delle nostre case a secco.

Ma cerchiamo di capire esattamente i termini del problema ed il ruolo dei soggetti protagonisti, a partire dalla sorte dei 206 dipendenti: la Regione siciliana, sempre prodiga di promesse  e di consigli, è ormai giustamente restìa ad aprire i cordoni di una borsa già abbondamente saccheggiata da altri servizi carrozzone, vedi ATO rifiuti, e da un numero imprecisato di 'precari'.

La Regione afferma però che i dipendenti verranno tutelati, ma non spiega come, e rimanda la palla  ai  comuni che dovrebbero farsi carico del problema.

I piccoli comuni, che sono peraltro la gran parte dei 52 aderenti all'ATO idrico, non  hanno in effetti problemi particolari, perchè in tanti, tra cui Altavilla Milicia, ma anche altri, hanno dichiarato di essere in grado di potere gestirsi in house il servizio con personale proprio, ma i comuni come Bagheria non hanno il know how necessario per gestire le varie fasi del servizio.

Sta maturando un orientamento all'interno dell'amministrazione comunale che sulla questione ha già avuto diversi contatti con i commissari liquidatori ed ha già fatto diversi vertici, l'ultimo venerdì pomeriggio, cui hanno partecipato oltre al segretario generale Mimma Ficano anche gli assessori ai lavori pubblici Francesco Greco e al bilancio Nino Sciacchitano

La decisione presa è stata quella di bandire di qua al prossimo 31 gennaio 2014 una serie di gare d'appalto ( anche se debbono essere individuate risorse e creati i relativi capitoli di bilancio sinora inesistenti) che riguarderanno le varie fasi della complessa gestione del ciclo dell' acqua che va dalla captazione alla canalizzazione e all'approvvigionamento, alla  potabilizzazione, alle manovre per la distribuzione, alla bollettazione ed esazione, alla manutenzione della rete sino alla gestione del depuratore.

In poche parole l'orientamento è di esternalizzare il servizio, in quanto come sostiene il sindaco Lo Meo: 'All'interno del comune non ci sono nè le professionalità nè le informazioni sulla rete, nè le conoscenze tecniche per gestire tutti questi delicati passaggi, e qualcuno quale la gestione del depuratore particolarmente importante e delicato'.

Ed i lavoratori ? una delle soluzioni che indica la Regione è che le aziende che dovessero aggiudicarsi la gestione del servizio dovrebbero in prima istanza impiegare il personale attuale che andrebbe a confluire in un bacino da cui le imprese dovrebbero attingere. 

Funzionerà? 

E' difficile dirlo, anche perchè così come altri servizi il personale è stato gonfiato di amministrativi, circa un quarto del totale, per cui è difficile pensare che potranno essere assorbiti tutti dai comuni.